La riscoperta dell'antico. Gli acquarelli di Edward Dodwell e Simone Pomardi
La riscoperta dell'antico. Gli acquarelli di Edward Dodwell e Simone Pomardi, Roma
Dal 27 September 2013 al 23 February 2014
Roma
Luogo: Curia Iulia, Foro romano
Indirizzo: largo della Salara Vecchia
Orari: da lunedì a domenica 8.30-18.30 fino al 26 ottobre; 8.30-16.30 fino al 23 febbraio
Curatori: John Camp
Enti promotori:
- Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
- Electa
Costo del biglietto: intero € 12, ridotto € 7.50
Telefono per informazioni: +39 06 39967700
E-Mail info: press.electamusei@mondadori.it
Sito ufficiale: http://archeoroma.beniculturali.it/
La mostra La riscoperta dell’antico. Gli acquerelli di Edward Dodwell e Simone Pomardi arriva a Roma, alla Curia Iulia nel Foro Romano, dopo essere stata ospitata dal British Museum di Londra la primavera scorsa.
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, in collaborazione con Electa e il Packard Humanities Institute, la mostra ben illustra la realtà e il romanticismo dei viaggi del Grand Tour attraverso disegni dettagliati di singoli monumenti, sculture e magnifici paesaggi di rovine, perlopiù acquerelli, che i due vedutisti realizzarono nel corso dei loro viaggi in Grecia nel 1805-1806, in pieno clima neoclassico.
Il curatore John Camp ha selezionato 38 vedute realizzate da Edward Dodwell (c. 1777 – 1832) e Simone Pomardi (1757 – 1830). Presentate per la prima volta in Italia, dal 27 settembre 2013 al 23 febbraio 2014, erano inedite fino allo scorso febbraio, quando sono state esposte a Londra. I disegni e gli acquerelli in mostra fanno parte dei circa 800 esemplari che appartenevano alla collezione dei discendenti di Dodwell, fino a quando nel 2002 sono stati acquistati da David W. Packard, per conto del Packard Humanities Institute di Los Altos, California.
I paesaggi dipinti rappresentano una rara testimonianza dell’acropoli di Atene, dei monumenti di Micene, del porto di Corfù e di altri siti archeologici come apparivano al tempo della dominazione ottomana della Grecia, visti attraverso gli occhi dell’archeologo ed erudito Edward Dodwell, autodidatta e talentuoso acquerellista, e dell’artista italiano Simone Pomardi, già noto per dipinti all’acquarello, raramente a tempera, in cui ha ritratto l’antica Roma all’epoca dell’occupazione francese. Queste tavole contribuirono a promuovere la corrente filoellenica dell’inizio Ottocento sostenuta, tra gli altri, da Lord Byron,
che scriveva della necessità di riscoprire l’antico splendore della classicità e inneggiava ad un ritorno alla libertà della Grecia, fino a decidere di partire per combattere al fianco dei rivoluzionari.
La mostra è presentata nella grande aula della Curia, sede del Senato romano, dove è tutt’oggi possibile ammirare lo splendido pavimento marmoreo in opus sectile, di età dioclezianea (III sec. d.C.), e i resti di pitture bizantine, testimonianza della trasformazione dell’aula, che misura ben 21 metri di altezza, nella chiesa dedicata a S. Adriano.
L’allestimento è curato dall’architetto Andrea Mandara che ha realizzato delle strutture espositive a basso impatto visivo nel rispetto del monumento che accoglie la mostra. Le opere in esposizione permanente – i plutei traianei,
i rilievi della Basilica Emilia e una statua d’imperatore in porfido - dialogano con l’allestimento temporaneo per l’omogeneità dei materiali utilizzati per i supporti espositivi. Il parziale oscuramento dei finestroni della Curia accentua
la suggestione offerta dai rapporti dimensionali, eccezionali, dell’architettura del monumento.
Alla mostra si accompagna il catalogo pubblicato da Electa, che riunisce tutti gli acquerelli esposti e commentati da un testo del curatore, John Camp.
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, in collaborazione con Electa e il Packard Humanities Institute, la mostra ben illustra la realtà e il romanticismo dei viaggi del Grand Tour attraverso disegni dettagliati di singoli monumenti, sculture e magnifici paesaggi di rovine, perlopiù acquerelli, che i due vedutisti realizzarono nel corso dei loro viaggi in Grecia nel 1805-1806, in pieno clima neoclassico.
Il curatore John Camp ha selezionato 38 vedute realizzate da Edward Dodwell (c. 1777 – 1832) e Simone Pomardi (1757 – 1830). Presentate per la prima volta in Italia, dal 27 settembre 2013 al 23 febbraio 2014, erano inedite fino allo scorso febbraio, quando sono state esposte a Londra. I disegni e gli acquerelli in mostra fanno parte dei circa 800 esemplari che appartenevano alla collezione dei discendenti di Dodwell, fino a quando nel 2002 sono stati acquistati da David W. Packard, per conto del Packard Humanities Institute di Los Altos, California.
I paesaggi dipinti rappresentano una rara testimonianza dell’acropoli di Atene, dei monumenti di Micene, del porto di Corfù e di altri siti archeologici come apparivano al tempo della dominazione ottomana della Grecia, visti attraverso gli occhi dell’archeologo ed erudito Edward Dodwell, autodidatta e talentuoso acquerellista, e dell’artista italiano Simone Pomardi, già noto per dipinti all’acquarello, raramente a tempera, in cui ha ritratto l’antica Roma all’epoca dell’occupazione francese. Queste tavole contribuirono a promuovere la corrente filoellenica dell’inizio Ottocento sostenuta, tra gli altri, da Lord Byron,
che scriveva della necessità di riscoprire l’antico splendore della classicità e inneggiava ad un ritorno alla libertà della Grecia, fino a decidere di partire per combattere al fianco dei rivoluzionari.
La mostra è presentata nella grande aula della Curia, sede del Senato romano, dove è tutt’oggi possibile ammirare lo splendido pavimento marmoreo in opus sectile, di età dioclezianea (III sec. d.C.), e i resti di pitture bizantine, testimonianza della trasformazione dell’aula, che misura ben 21 metri di altezza, nella chiesa dedicata a S. Adriano.
L’allestimento è curato dall’architetto Andrea Mandara che ha realizzato delle strutture espositive a basso impatto visivo nel rispetto del monumento che accoglie la mostra. Le opere in esposizione permanente – i plutei traianei,
i rilievi della Basilica Emilia e una statua d’imperatore in porfido - dialogano con l’allestimento temporaneo per l’omogeneità dei materiali utilizzati per i supporti espositivi. Il parziale oscuramento dei finestroni della Curia accentua
la suggestione offerta dai rapporti dimensionali, eccezionali, dell’architettura del monumento.
Alla mostra si accompagna il catalogo pubblicato da Electa, che riunisce tutti gli acquerelli esposti e commentati da un testo del curatore, John Camp.
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