Reportage dal Palazzo del Presidente

Quirinale Contemporaneo. Sale al Colle l’arte dell’Italia repubblicana

 

Francesca Grego

06/07/2019

Roma - Percorrere le sale del Quirinale è come ritrovare la storia di un albero nei cerchi del tronco. Da quando papa Gregorio XIII (1572-1585) si innamorò della bellissima Villa Carafa di Monte Cavallo e decise di ampliarla, ogni epoca ha lasciato tracce visibili nello straordinario patrimonio del Palazzo.
Al Quirinale può capitare che su una parete siano sovrapposti ben sette strati di dipinti pregiati, per ovvi motivi in gran parte invisibili. In compenso per abbracciare molti secoli in un solo sguardo a volte basta osservare gli arredi e le decorazioni di una sala: il gusto rinascimentale o barocco di pontefici come Paolo V e Alessandro VII si confronta a ogni passo con la grandeur di Napoleone e con le mode tardo ottocentesche introdotte dai Savoia. Ci sono poi porte che si aprono su epoche lontane: è il caso della Cappellina dell’Annunziata, gioiello seicentesco mai modificato, con capolavori di Guido Reni come l’originalissima Madonna che cuce.

A questi incredibili tesori oggi si aggiungono 36 opere d’arte contemporanea e 32 oggetti di design realizzati a partire dal dopoguerra, recentemente acquisiti dalla Presidenza della Repubblica e resi visibili negli ambienti del Palazzo. “Quella che abbiamo visto non è un’esposizione in un museo”, ha detto in occasione dell’inaugurazione il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha fortemente voluto questo progetto: “Il Quirinale è un luogo dove vive la storia dell’Italia e come tale non può fermarsi al passato. È un Palazzo che raccoglie insieme storia, patrimonio artistico e una vita istituzionale che continua. L’arte non si è fermata all’Ottocento. E il Quirinale - che non a caso è stato definito ‘la casa degli italiani’ - non poteva esaurire qui la sua testimonianza dell’arte”.

Finora la produzione degli anni della Repubblica era rimasta fuori dal Palazzo: per decenni la cura delle testimonianze del passato ha prevalso sull’attenzione al nuovo e lo scorrere del tempo aveva smesso di specchiarsi in queste sale.
Lacuna colmata con il progetto Quirinale Contemporaneo, portato avanti dalla Presidenza della Repubblica con il generoso contributo di artisti, fondazioni, aziende che hanno donato le opere o le hanno concesse gratuitamente in comodato pluriennale.
Dai giardini al piano nobile, l’arte del Novecento aggiunge la propria voce al racconto plurisecolare del Palazzo nell’allestimento della curatrice Renata Cristina Mazzantini. La selezione è destinata ad ampliarsi nei prossimi anni con nuove opere e artisti che rendano sempre più completo il colpo d’occhio sulla produzione italiana più recente: a tal fine il Colle è già in trattativa con alcune fondazioni, come reso noto dal Consigliere Giovanni Grasso.

La nuova collezione
Se ad accogliere i visitatori nell’atrio è l’attualissima installazione di tappi di plastica Help the Oceans di Cristina Finucci (2018), nel Cortile d’Onore si fanno avanti i bronzi dei maestri della scultura italiana: d’ora in poi saranno Arnaldo Pomodoro con il celebre Disco in forma di Rosa del deserto, Pietro Consagra, Francesco Messina, Davide Rivalta a dare il benvenuto agli ospiti del Presidente.
Al piano nobile le new entry dialogano senza timore con le opere del passato: tra arazzi antichi, vasi orientali, stucchi e affreschi incontriamo gli Archeologi di Giorgio De Chirico nella versione in bronzo patinato, due Concetti Spaziali di Lucio Fontana, i coloratissimi pattern di Alighiero Boetti, le creazioni di Alberto Burri, il Novecento al femminile di Giosetta Fioroni, Carla Accardi e Maria Lai, le figure umane di Fausto Melotti, i cavalli di Marino Marini.

“Nei giorni scorsi un ospite che visitava il Palazzo, vedendo queste opere, mi ha chiesto se ciò non turbasse l’equilibrio del Quirinale”, ha raccontato il Presidente Mattarella: “Ho risposto che non abbiamo alterato, ma integrato il suo patrimonio artistico, rendendolo al passo con i contributi che l’arte continua a fornire nel corso del tempo. È compito della Repubblica, delle istituzioni e, per la sua parte, del Quirinale mostrare come la vita del Paese si arricchisca continuamente, in particolare sul versante culturale e artistico”.
Un concetto espresso anche dalla curatrice Renata Cristina Mazzantini durante la presentazione del progetto. L’obiettivo, ha spiegato la Mazzantini, era evitare l’effetto “museo-mausoleo” e trasformare gli ambienti del Quirinale in “un medium capace di comunicare realmente l’identità del Paese di oggi, di rendere il senso dell’espressione ‘casa degli italiani’ anche nell’accezione dell’abitare: non solo la casa dei nostri nonni, ma anche quella dei nostri figli”.

“Una scelta complicata dal punto di vista disciplinare”, ha proseguito la Mazzantini, che è architetto e museografo: “Abbiamo cercato di rispettare al massimo l’aura di questi luoghi particolarissimi con un allestimento garbato e puntuale ed evitato allestimenti provvisori che mediassero tra il contesto del Quirinale e le opere, per comunicare in modo evocativo l’arte, la creatività, la progettualità e la capacità produttiva del Paese degli ultimi 70 anni. Se l’arte rappresenta l’eccellenza attraverso i movimenti più significativi dell’Italia repubblicana, il design è strettamente legato al quotidiano: raccoglie stimoli dalle direzioni più disparate e porta le intuizioni di un’epoca nelle case di tutti. Qui ci siamo concentrati sulle figure di alcuni grandi protagonisti, che oltre a far conoscere il made in Italy nel mondo hanno dato importanti contributi all’evoluzione della nostra cultura in senso più democratico e contemporaneo”.

Storia, arte e design: un racconto lungo 400 anni
Grande arte e storia con la “s” maiuscola si mescolano nel labirinto del Palazzo. Le voci del contemporaneo riecheggiano sotto la volta dipinta in stile cinese del salottino preparato per l’imperatore Guglielmo II di Germania ai tempi della Triplice Alleanza, o nella stanza da letto neo-rococò della Regina Margherita, vera anima del restyling tardo ottocentesco del Quirinale. Nello stesso ambiente – una grande galleria divisa in tre parti sotto l’occupazione francese– un secolo prima Bertel Thorvaldsen aveva posto a guardia dei sogni di Napoleone un autentico gioiello, il fregio marmoreo dell’Ingresso di Alessandro Magno a Babilonia. L’imperatore non dormì mai a Palazzo. In compenso lo fecero i feriti della Grande Guerra, quando il salone fu convertito in ospedale per volontà della Regina Elena.

Un gioco di rimandi su più piani si instaura tra capolavori vecchi e nuovi. L’immensa Cappella Paolina, teatro di conclavi fino a Pio IX, accoglie il Cardinale seduto di Giacomo Manzù, mentre Nero e Oro di Burri gioca con gli scintillanti decori napoleonici della Sala di Augusto, dove pontefici e re d’Italia sedettero in trono. E se nell’eclettica Sala dello Zodiaco, decorata secondo il gusto di casa Savoia, una teoria di appariscenti sedute seicentesche fa da corona alla Sedia bronzea di Consagra, l’inquietante teschio bovino (Bucranio) di Renato Guttuso campeggia nella Sala del Balcone, dove si impartivano le benedizioni e si preparavano le salme dei papi all’imbalsamazione. L’astrattismo di Fontana, a suo agio su una console d’epoca, dialoga poi con l’arazzo francese della Morte di Leonardo da Vinci, esposto per il cinquecentenario del genio rinascimentale.

Tra i tesori del Quirinale figurano arredi di altissimo valore, basti pensare alla biblioteca in essenze rare e avorio dell’ebanista Pietro Piffetti, portata a Roma dai Savoia. Un compendio di epoche e stili dell’antiquariato che oggi trova un contrappunto in oggetti progettati da eccellenze del design made in Italy come Vico Magistretti, Gio Ponti, Piero Fornasetti, Aldo Rossi. Tavolini, sedie, poltrone e tante lampade dal sapore contemporaneo si inseriscono senza fatica nelle atmosfere dei diversi ambienti, tra gli esotici arazzi delle Nuove Indie o nel sobrio studio del Presidente. Un posto speciale sembra essere riservato all’opera di Gio Ponti: se nella Sala della Vittoria il suo ricercato trumeau Architettura è posto in dialogo con due preziosi pezzi di ebanisteria francese, l’arredamento del Belvedere è un omaggio esclusivo al designer milanese.

Quirinale Contemporaneo è per tutti: ecco come visitarlo
Tutto questo è accessibile nei percorsi guidati offerti dal Quirinale previa prenotazione sul sito wwww.palazzo.quirinale.it. Per cinque giorni alla settimana (martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica) è possibile visitare gratuitamente il piano nobile e il piano terra, in un itinerario di 1 ora e 20 minuti che spazia dalla storia del Palazzo al suo patrimonio artistico, con un focus sulle funzioni istituzionali e sui grandi eventi di cui il Quirinale è stato teatro nel corso dei secoli.
Un secondo itinerario di 2 ore e 30 minuti comprende anche la visita ai Giardini, al Museo delle Carrozze e alla Vasella, l’esposizione di utensili da cucina, corredi da tavola, porcellane delle più prestigiose manifatture europee e orientali che hanno accompagnato le grandi occasioni e la vita quotidiana degli abitanti del Palazzo.

Un progetto da leggere e ammirare: il nuovo volume Treccani
Chi desidera approfondire i contenuti dell’iniziativa e portare a casa le immagini della nuova collezione potrà farlo grazie al volume edito da Treccani per l’occasione.
A cura di Renata Cristina Mazzantini e introdotto dal Presidente Mattarella, Quirinale Contemporaneo documenta in 120 pagine questa nuova fase della storia del Palazzo. Ogni opera è presentata da brevi contributi critici e ritratta nella sua collocazione all’interno degli ambienti del Quirinale da un maestro della fotografia di architettura come Massimo Listri.
Un progetto in linea con il nuovo impegno dell’editore dell’Enciclopedia Italiana, che con il programma Treccani Arte sta creando un centro di ricerca e produzione di opere editoriali, multipli d’arte, mostre ed eventi nazionali e internazionali dedicato alla produzione italiana contemporanea.

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