Grandi restauri a Venezia

Nuova vita alle Procuratie Vecchie e ai Giardini Reali

Le Procuratie Vecchie a Venezia. Foto credits: Contrasto Martino Lombezzi
 

Eleonora Zamparutti

05/10/2017

Venezia - Philippe Donnet, da oltre un anno ai vertici di Generali, ha deciso di lasciare un’impronta della sua gestione proprio a Venezia, città di cui è diventato cittadino residente da un paio di anni.
 
Una scelta non casuale. Da sempre vetrina sul mondo, la città lagunare è storicamente legata al gruppo assicurativo di origine triestina: già nel 1832 le Generali Assicurazioni aprivano una seconda sede a Piazza San Marco, rilevando l’immobile delle Procuratie Vecchie.
 
Collocato sul lato settentrionale della piazza, l’edificio era stato costruito grazie al progetto dell’architetto Bartolomeo Bon, poi sostituito da Jacopo Sansovino, nella prima metà del XVI secolo, all’epoca in cui la Serenissima era guidata dal Doge Andrea Gritti.
11mila metri quadrati che si affacciano direttamente sul “salotto più bello d’Europa” e che però ultimamente erano caduti in uno stato di abbandono.
 
Con un progetto affidato all’archistar David Chipperfield, Donnet e Generali hanno annunciato l’impegno a voler riqualificare le Procuratie Vecchie che diventeranno in parte accessibili al pubblico – non lo erano da 500 anni - attraverso l’offerta di mostre ed eventi culturali organizzati da Human Safety Net, un’iniziativa solidale promossa dal gruppo assicurativo e che ha come scopo quello di aiutare le persone più vulnerabili, con programmi dedicati al sostegno dei rifugiati, ai bambini da 0 a 6 anni con famiglie disagiate e alla battaglia per curare e prevenire l’asfissia, una malattia che colpisce 30mila bambini ogni anno in Europa.
 
Il lavoro di intervento, ancora da definire nel dettaglio, restituirà integrità a una struttura che è stata fortemente compromessa dalle numerose trasformazioni e successivi adattamenti avvenuti nel corso dei secoli. Dopo il restauro, gli spazi delle Procuratie ospiteranno anche alcuni uffici del gruppo assicurativo mentre altri verranno concessi in affitto a fondazioni, scuole e società.
 
“Il progetto di Human Safety Net aveva bisogno di una casa che fosse universale e aperta sul mondo” ha affermato Philippe Donnet. “Venezia è una città particolare non solo per la sua indubbia bellezza, ma anche per l’energia che qui si respira. Il nostro intendimento è quello di trasformare questa energia restituendola come benessere per l’universalità. D’altra parte il cuore di Generali è a Venezia: il simbolo del gruppo è il leone di San Marco, e noi ne siamo orgogliosi”.
 
Dopo l’intervento di restauro a Palazzo Morosini, per lungo tempo chiuso e oggi restituito alla sua bellezza, Generali ora si propone di dare nuova vita al patrimonio immobiliare delle Procuratie lanciando parallelamente una nuova attività sociale che darà un contributo al mondo.
 
“Si tratta di un progetto che rappresenta un’importante sfida in termini di conservazione di un edificio che ha un forte senso di identità. Le Procuratie rappresentano la storia della città e domani saranno la sua proiezione verso il futuro” afferma David Chipperfiled.
L’intervento sarà reso possibile grazie a un lavoro di collaborazione con l’amministrazione locale, la soprintendenza e il ministero dei beni culturali. “Questo progetto ha due aspetti molto importanti” ha affermato il sindaco Luigi Brugnaro. “Dà respiro al lavoro in Piazza San Marco e dà una forte valenza sociale al lavoro. Si tratta anche di un investimento sulla storia di Generali”.
 
L’intervento di riqualificazione non si ferma al solo edificio delle Procuratie Vecchie ma abbraccia l’intera Piazza sottostante, storicamente centro politico e religioso della città, fino a toccare i Giardini Reali che sorgono oltre l’area Marciana.
 
Generali è infatti partner della Venice Gardens Foundation, presieduta da Adele Re Rebaudengo e che dal 2014 si dedica al restauro e alla gestione dei Giardini Reali situati tra Piazza San Marco e il Bacino San Marco. I lavori sono cominciati la scorsa primavera, con interventi sullo stato vegetativo delle piante e con la rimozione di un bunker in cemento armato costruito durante la Seconda Guerra mondiale. Si procederà poi al restauro della Cafehaus, del Padiglione neoclassico, del pergolato ottocentesco e verranno poi ripristinati la Serra e il ponte levatoio che collegherà nuovamente i Giardini Reali a piazza San Marco. 

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