A 500 anni dalle Tesi di Lutero, una grande mostra dalle collezioni dei Medici

Agli Uffizi la Riforma secondo Cranach il Vecchio

Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gallerie delle Statue e delle Pitture | Lucas Cranach il vecchio, bottega, Ritratto di Martin Lutero
 

Francesca Grego

31/10/2017

Firenze - Nell’anniversario dell’affissione delle Novantacinque Tesi di Martin Lutero sulla porta della cattedrale di Wittenberg, gli Uffizi celebrano i 500 anni della Riforma Protestante con una mostra speciale.
Dal meraviglioso repertorio delle collezioni medicee, una carrellata di opere di grande valore artistico e documentario racconta al pubblico di oggi l’avventura di Lutero e compagni.
 
In primo piano il ruolo di Lucas Cranach il Vecchio, tra i massimi esponenti del Rinascimento tedesco, nonché artefice della nascente iconografia protestante in collaborazione con il monaco di Eisleben e con i principi elettori di Sassonia, Federico III il Savio e Giovanni I.
Tutte le opere in mostra portano la sua firma personale o il marchio della sua bottega: dal ritratto di coppia di Lutero e della moglie Caterina Von Bora, che allude provocatoriamente all’abolizione del celibato dei religiosi, al bellissimo dittico di Adamo ed Eva, capolavoro del Cinquecento nordico.
 
La finezza e la novità del lavoro di Cranach non potevano sfuggire agli accorti collezionisti del casato dei Medici che, pur restando ancorati a una solida fede cattolica, acquisirono un gran numero di stampe e dipinti.
“La mostra ci offre testimonianza della grande apertura mentale dei Medici anche verso le nuove tendenze teologiche, al fine di documentare la varietà culturale dell'Europa”, sottolinea il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Ribadisce inoltre la qualità artistica quale criterio del collezionismo mediceo, come dimostrano le xilografie Lucas Cranach il Vecchio con versi della Bibbia tradotti da Lutero, che sono le più preziose al mondo”.

Ma c’è una ragione in più a spiegare la presenza delle opere di Lucas il Vecchio a Firenze: la funzione di propaganda che i Riformatori attribuirono all’arte, inondando l’Europa di immagini prodotte con ogni tecnica e formato.

A capo di una bottega fiorente e organizzatissima, per decenni Cranach sfornò a getto continuo scene bibliche, ritratti degli austeri eroi della Riforma, materiale didattico e satirico contro i costumi corrotti del clero cattolico, oltre alle illustrazioni della rivoluzionaria Bibbia tradotta in tedesco.
La sua raffinata ricerca artistica si fuse con le esigenze morali e divulgative del messaggio protestante, dando vita a un nuovo linguaggio.

Ecco dunque il doppio ritratto di Lutero e Melantone, che a una modernissima naturalezza e al fluido linearismo unisce la sobrietà e la netta caratterizzazione dei volti, ma anche tre serie di incisioni di altissima qualità appena restaurate ed esposte al pubblico per la prima volta: si tratta della Passione di Cristo, degli Apostoli e dei Martirii degli Apostoli, in cui Cranach si confronta con la grandezza del collega Dürer.
Sempre in tema di stampe, il percorso presenta una chicca estranea alle collezioni medicee: un libretto allegorico che illustra le dissolutezze dei vertici della Chiesa romana, esemplare di un fenomeno editoriale che fece epoca.

Ma il valore artistico di Cranach il Vecchio non si lascia confinare nei limiti della propaganda politico-religiosa. Se un dipinto come la Madonna col Bambino e San Giovannino (1514) mostra la sua padronanza dell’iconografia cattolica (e l’interesse verso Raffaello), sappiamo per certo che anche dopo la Riforma il pittore non abbandonò committenti e soggetti estranei ai circuiti protestanti, provocando le ire di Lutero per nudi e immagini mitologiche considerate licenziose.

Quello che in realtà Cranach non si stancò di perseguire fu l’adesione alla natura, come nelle due tavole di Adamo ed Eva, che non a caso riprendono gli studi anatomici di Dürer.
D’accordo, i riccioli civettuoli e il passo di danza di Eva restano in linea con l’immagine biblica della donna corruttrice, ma c’è un particolare che esorbita dalle Sacre Scritture: è l’ombelico ben disegnato su entrambi i corpi, segno del primato dell’osservazione della realtà sul racconto della Creazione.

Curata da Francesca de Luca e Giovanni Maria Fara, la mostra I volti della Riforma. Lutero e Cranach nelle collezioni medicee sarà visitabile da oggi, 31 ottobre, fino al 7 gennaio 2018 presso la Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi.
 
Leggi anche:
 
• Pontormo e Rosso Fiorentino tornano a brillare al Chiostrino dell’Annunziata
• Dagli USA a Firenze: la Resurrezione di Giovanni Della Robbia in Italia dopo 100 anni
• Siena: Ambrogio Lorenzetti in una grande mostra

COMMENTI