Il Rijksmuseum di Amsterdam inaugura l’anno di Rembrandt

High Society: il jet set della storia visto dagli artisti

John Singer Sargent, Dr Samuel-Jean Pozzi, 1881, Los Angeles, The Hammer Museum, Armand hammer Collection
 

Francesca Grego

10/01/2018

Il Rijksmuseum di Amsterdam inaugura l’anno di Rembrandt con una mostra doppiamente sfarzosa.
Da Lucas Cranach a Paolo Veronese, da Diego Velàsquez a Édouard Manet, la créme dell’arte europea racconta attraverso i secoli un mondo di lusso e potere, di principi, aristocratici e facoltosi borghesi, in una spettacolare sfilata di dipinti a grandezza naturale.
Fiore all’occhiello dell’esposizione in calendario dall’8 marzo al 3 giugno, i ritratti di nozze di Marten Soolmans e Oopjen Coppit realizzati da Rembrandt van Rijn nel 1634, acquisiti dal museo dei Paesi Bassi e dal Louvre nel 2016 e per la prima volta esposti dopo il restauro appena terminato.

La rara e preziosa coppia di quadri - gli unici in cui il maestro olandese abbia immortalato i propri modelli in piedi, a figura intera e a grandezza naturale - dà il benvenuto alle celebrazioni dei 350 anni dalla morte dell’artista, in programma per il 2019.
A farle corona un eccezionale parterre di opere provenienti da musei e collezioni private di Parigi, Londra, Firenze, Los Angeles.
Trentacinque imponenti ritratti che rappresentano protagonisti dell’alta società europea oltre le barriere dei secoli e i confini geografici, tra cui spiccano Enrico il Pio, Duca di Sassonia, e Caterina, Contessa di Meclemburgo di Cranach (1514), Don Pedro de Barberana y Aparreguy di Velàsquez (1631-33), Iseppo da Porto e Livia da Porto Thiene con i loro figli di Veronese (1555), il Ritratto di Jane Fleming di Sir Joshua Reynolds (1778-79) e L’Artista di Manet (1875). E poi John Singer Sargent, Thomas Gainsborough, Edvard Much…

Non solo un’esibizione di ricchezza, potere e prestigio, ma anche un accattivante itinerario nel gusto e nel costume lungo 400 anni.
Interni sontuosamente decorati, paesaggi esotici o monumenti della classicità fanno da sfondo alle figure di regnanti e cortigiani, mentre la presenza di cani da caccia o da compagnia illustra l’antica abitudine aristocratica di accompagnarsi ad animali d’affezione e un leone ammicca al simbolismo del mondo animale.

Ma soprattutto un impressionante campionario di abiti, disegnati nelle fogge più raffinate della moda del Continente, mostra l’evolversi delle tendenze dell’abbigliamento, dai farsetti e dai pantaloni stretti indossati nella Germania cinquecentesca alle mise francesi del XIX secolo. Se alcuni testimoniano lo stile di un’epoca, altri raccontano fantasie più o meno eccentriche: a gentiluomini in kilt fanno da contraltare modelli in vestaglia o completamente nudi, mentre capi in stile evidenziano la diffusione dell’immaginario dell’antico.

E a chi desidera conoscere i retroscena di questo mondo dorato, in contemporanea con High Society. Capolavori in mostra al Rijksmuseum: da Cranach a Velàsquez, Rembrandt e Manet il primo museo della capitale olandese dedica un percorso parallelo con la mostra Guilty Pleasures.
Più di 80 stampe e disegni dalle proprie collezioni per aprire uno spiraglio su ciò che spesso succedeva lontano da sguardi indiscreti: feste, banchetti, bische, incursioni segrete in bordelli e boudoir.

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