Al Museo Carlo Bilotti dal 29 novembre al 17 febbraio
Villa Borghese vista da Giacomo Balla. A Roma una mostra sulla prima produzione dell'artista

Giacomo Balla, Alberi e siepe a Villa Borghese, 1905 circa, olio su tela, 100.8 x 101 cm. Collezione della Fondazione Cariverona
Samantha De Martin
20/09/2018
Roma - Dal balcone della sua residenza romana nel quartiere Parioli - allora ritagliato ai margini periferici della città - dove si era trasferito nell’estate del 1904, Giacomo Balla ammirava il paesaggio che si presentava ai suoi occhi per trasformarlo in morbide pennellate invase dalla luce.
Alberi e siepi, le torri del Museo Borghese, fino al grande polittico Villa Borghese realizzato nel 1910, caratterizzano il tema della natura ai confini della città, che per l’artista futurista assume lo stesso significato che per Paul Cézanne aveva ricoperto la Montagne SainteVictoire. Materia da indagare, da provare e riprovare, da scarnire fino all’astrazione, uno dei primi temi sperimentali affrontati dal pittore.
Dal 29 novembre al 17 febbraio il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, immerso nel cuore del parco romano che tanto aveva affascinato e ispirato il maestro, accoglierà un’antologica dedicata all’artista, un focus incentrato esclusivamente sulle opere realizzate nella Villa, con un’indagine sulla prima produzione del pittore che, non ancora futurista, aveva già rivolto l’attenzione allo studio della luce e del colore.
Una trentina di lavori riuniti organicamente - proprio come saranno, all’epoca eroica del Futurismo, i temi della Rondine, vista dallo stesso balcone, l’Automobile in corsa, la Velocità astratta, le Linee forza di paesaggio, le Trasformazioni forme spirito, il Mercurio che passa davanti al sole - sfileranno lungo il percorso espositivo a cura a storica dell’arte Elena Gigli.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con la collaborazione della Galleria Mucciaccia di Roma, prodotta dalla The Boga Foundation, la mostra proseguirà al primo piano del museo attraverso un suggestivo ampliamento volto ad “attualizzare” lo sguardo fotografico del pittore. Qui saranno infatti esposti alcuni scatti del fotografo Mario Ceppi realizzati negli stessi luoghi dei dipinti in mostra.
Leggi anche:
• Giacomo Balla. Un'onda di luce
Alberi e siepi, le torri del Museo Borghese, fino al grande polittico Villa Borghese realizzato nel 1910, caratterizzano il tema della natura ai confini della città, che per l’artista futurista assume lo stesso significato che per Paul Cézanne aveva ricoperto la Montagne SainteVictoire. Materia da indagare, da provare e riprovare, da scarnire fino all’astrazione, uno dei primi temi sperimentali affrontati dal pittore.
Dal 29 novembre al 17 febbraio il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, immerso nel cuore del parco romano che tanto aveva affascinato e ispirato il maestro, accoglierà un’antologica dedicata all’artista, un focus incentrato esclusivamente sulle opere realizzate nella Villa, con un’indagine sulla prima produzione del pittore che, non ancora futurista, aveva già rivolto l’attenzione allo studio della luce e del colore.
Una trentina di lavori riuniti organicamente - proprio come saranno, all’epoca eroica del Futurismo, i temi della Rondine, vista dallo stesso balcone, l’Automobile in corsa, la Velocità astratta, le Linee forza di paesaggio, le Trasformazioni forme spirito, il Mercurio che passa davanti al sole - sfileranno lungo il percorso espositivo a cura a storica dell’arte Elena Gigli.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con la collaborazione della Galleria Mucciaccia di Roma, prodotta dalla The Boga Foundation, la mostra proseguirà al primo piano del museo attraverso un suggestivo ampliamento volto ad “attualizzare” lo sguardo fotografico del pittore. Qui saranno infatti esposti alcuni scatti del fotografo Mario Ceppi realizzati negli stessi luoghi dei dipinti in mostra.
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