Una serata evento per il documentario sull’Archeologia Ferita 
La Distruzione della Memoria all’Aquileia Film Festival
 
										
										 
										
										
																		Francesca Grego
28/07/2017
							Udine -  Perché i terroristi islamici si accaniscono contro i siti archeologici? Come mai i monumenti occupano un posto speciale tra i bersagli di guerra? C’è un nesso diretto tra strategie di dominio e distruzione dell’arte?
Prende le mosse da domande come queste The Distruction of Memory, il film-inchiesta di Tim Slade che sarà presentato in anteprima per l’Italia domani 29 luglio ad Aquileia.
Un’indagine in linea con il tema dell’Archeologia Ferita, protagonista dell’Aquileia Film Festival e della mostra Volti di Palmira ad Aquileia, in corso fino al 3 ottobre presso il Museo Archeologico Nazionale della città friulana.
Basato sull’omonimo volume di Robert Bevan, il documentario statunitense allarga lo sguardo dagli ultimi drammatici eventi in Medio Oriente alla guerra di Bosnia e al modus operandi degli autori di azioni belliche e genocidi nel corso della storia.
Le rovine di Palmira, il Ponte di Mostar, la Biblioteca Nazionale di Sarajevo, il Mausoleo di Timbuktu in Mali, la Tomba di Jonhah a Mosul non sono stati distrutti in un raptus di furia irrazionale, ma per esplicita e ragionata volontà.
“L’assunto è sempre stato – scrive Robert Bevan - che i danni al patrimonio sono un effetto collaterale della guerra, ma nel film si documenta come invece l’architettura sia un bersaglio preciso ed è necessario, proprio per questo rendere evidente il collegamento tra protezione del patrimonio culturale e rispetto dei diritti umani".
Spiega Tim Slade: “L’uso della distruzione del patrimonio artistico nella guerra dei Balcani negli anni ‘90 come parte del piano di pulizia etnica ha posto violentemente la serietà del problema ma le corti internazionali tardano a comprendere la portata di azioni di questo genere. Al centro del film – continua – anche la vita di chi rischia e ha rischiato la sua vita per proteggere l’identità culturale e la memoria del suo popolo e per testimoniare i crimini contro l’umanità”.
Le interviste a Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, Fatou Besnouda, procuratore della Corte Internazionale per i Crimini di Guerra, oltre ai contributi di archeologi siriani, architetti ed esperti legali arricchiscono il film di testimonianze e prospettive.
Dopo la proiezione, Piazza Capitolo sarà teatro di una conversazione intervista con il regista Tim Slade e Daniele Morandi Bonacossi, da anni direttore di missioni archeologiche in Siria e in Iraq, attualmente attivo nell’antica città di Ninive.
  
Leggi anche:
• Volti di Palmira: in mostra le meraviglie della “Sposa del Deserto”
• Aquileia Film Festival - Appuntamento con il cinema per parlare di archeologia
						
						
					Prende le mosse da domande come queste The Distruction of Memory, il film-inchiesta di Tim Slade che sarà presentato in anteprima per l’Italia domani 29 luglio ad Aquileia.
Un’indagine in linea con il tema dell’Archeologia Ferita, protagonista dell’Aquileia Film Festival e della mostra Volti di Palmira ad Aquileia, in corso fino al 3 ottobre presso il Museo Archeologico Nazionale della città friulana.
Basato sull’omonimo volume di Robert Bevan, il documentario statunitense allarga lo sguardo dagli ultimi drammatici eventi in Medio Oriente alla guerra di Bosnia e al modus operandi degli autori di azioni belliche e genocidi nel corso della storia.
Le rovine di Palmira, il Ponte di Mostar, la Biblioteca Nazionale di Sarajevo, il Mausoleo di Timbuktu in Mali, la Tomba di Jonhah a Mosul non sono stati distrutti in un raptus di furia irrazionale, ma per esplicita e ragionata volontà.
“L’assunto è sempre stato – scrive Robert Bevan - che i danni al patrimonio sono un effetto collaterale della guerra, ma nel film si documenta come invece l’architettura sia un bersaglio preciso ed è necessario, proprio per questo rendere evidente il collegamento tra protezione del patrimonio culturale e rispetto dei diritti umani".
Spiega Tim Slade: “L’uso della distruzione del patrimonio artistico nella guerra dei Balcani negli anni ‘90 come parte del piano di pulizia etnica ha posto violentemente la serietà del problema ma le corti internazionali tardano a comprendere la portata di azioni di questo genere. Al centro del film – continua – anche la vita di chi rischia e ha rischiato la sua vita per proteggere l’identità culturale e la memoria del suo popolo e per testimoniare i crimini contro l’umanità”.
Le interviste a Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, Fatou Besnouda, procuratore della Corte Internazionale per i Crimini di Guerra, oltre ai contributi di archeologi siriani, architetti ed esperti legali arricchiscono il film di testimonianze e prospettive.
Dopo la proiezione, Piazza Capitolo sarà teatro di una conversazione intervista con il regista Tim Slade e Daniele Morandi Bonacossi, da anni direttore di missioni archeologiche in Siria e in Iraq, attualmente attivo nell’antica città di Ninive.
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