L'arte al tempo della crisi. Italia, Grecia, Spagna, Portogallo

L'arte al tempo della crisi. Italia, Grecia, Spagna, Portogallo. Triennale di Milano

 

Dal 28 Febbraio 2014 al 23 Marzo 2014

Milano

Luogo: Triennale di Milano

Indirizzo: viale Alemagna 6

Orari: Martedi - Domenica 10.30 - 20.30 Giovedi 10.30 - 23

Curatori: Patrizia Rappazzo, Stefania Scattina

Costo del biglietto: € 6 / 5 / 4

Telefono per informazioni: +39 02 724341

Sito ufficiale: http://www.sguardialtrovefilmfestival.it


Milano con i suoi angoli più segreti, la gente che la abita, gli artisti di strada, i nuovissimi Skyline contro le cui pareti di vetro e acciaio si rifrangono le luci –naturali e artificiali- ma anche un disagio che si ‘sente’ crescere nell’aria e che sconfina oltre le periferie, e serpeggia nelle lunghe code, davanti alla Caritas cittadina e a fianco di alberghi dalle troppe stelle. Immagini che rimandano a ricordi lontani e volutamente dimenticati, oggi drammaticamente reali, aprono il percorso della mostra L’Arte al Tempo della Crisi. Italia, Grecia, Spagna, Portogallo. Una riflessione obbligata per Sguardi Altrove Film Festival – di cui questa mostra collettiva inaugura la ventunesima edizione – che ogni anno intende offrire attraverso i linguaggi del cinema e dell’arte contemporanea, una (ri)lettura dei temi sociali, politici ed economici e, in ultima analisi, restituire un sentimento che superi le distinzioni nazionali e culturali, e che, come solo l’arte sa fare, aspiri ad essere universale. La parola chiave e il fil rouge che attraversa il percorso espositivo è Krisis. Una crisi che stiamo vivendo ormai da cinque anni e che non dà ancora segnali tangibili di una ripresa o, almeno, di una inversione di tendenza. Ma che impone, per noi inevitabilmente, la domanda: possono l’arte e gli artisti - singolarmente e ancor più collettivamente – contribuire a rilanciare l’economia? Ma anche la fiducia e la speranza? La mostra riflette dunque, certo in modo certo parziale, eppure esemplare, le risposte che giungono dai paesi dell’area del Mediterraneo - Grecia, Portogallo, Spagna, Italia - maggiormente colpiti dalla crisi contemporanea. Crisi economica, ma anche culturale, etica, estetica. Crisi come vincolo, ma anche come stimolo alla creatività e all’innovazione. Artisti testimoni di questo nostro difficile, a volte angosciante, tempo - Chronos - ma anche inventori di opportunità nuove - Kairos - che intercettano e rielaborano le istanze di cambiamento della gente comune, verso una nuova Polis.

Il percorso espositivo

Il percorso si snoda in quattro ‘stanze’, quattro ambienti differenti, ognuno dei quali ospita artisti dei paesi di riferimento, in dialogo tra loro, dove il senso profondo del dialogo tra ‘diversità’ diviene così un viaggio ideale nell’arte che rilegge identità, culture e sentimenti calati nel contesto spazio/temporale contemporaneo. L’esplorazione della complessità del sociale si amplia anche con il ‘sentire’ dei protagonisti che sovrappongono personalissime vicende umane e artistiche a un comune sentimento di disagio internazionale.

Temi, Colori, Materiali, Sentimenti

Una lettura significativa - che intercetta le tensioni, civili e culturali, spontanee della gente, è rappresentata dai progetti che trattano i temi delle Città al tempo della Crisi - Milano, Atene, Barcellona, Madrid, Lisbona. Progetti che affiancano a nomi di spicco della fotografia internazionale, quelli di giovani studenti delle università cittadine che rileggono la crisi secondo un’ottica diversa; ma anche di di giovani artisti (Octavi Serra & Mateu Targa) promotori della “nuova onda” della street art che espongono nelle vie delle metropoli europee opere provocatorie che rimandano alla riflessione sui nuovi poveri, una classe sociale nata come conseguenza della crisi in atto. Il linguaggio fotografico è quello maggiormente utilizzato, anche dagli artisti italiani (Nunzio Battaglia, Paolo Pozzi, Alessandro Ruizzer, Andy Rocchelli, Gabriele Micalizzi Mirko Sotgiu), i quali - nelle diverse modalità e declinazioni prescelte - ci restituiscono scenari inediti sospesi tra realtà e sconfinamenti onirici.
Sentimenti di nostalgia, forza, struggimento, energia e volontà che emanano dagli accatastamenti dell’installazione di Josè Barrias, maestro dell’arte contemporanea lusitana - che affida anche alla scrittura personale le sue riflessioni, ma anche riscrive i grandi della letteratura nazionale. Sentimenti che s’irradiano anche nelle altre opere (Josè Adriao, Teodolinda Gersao, che ‘abitano’ la stanza dedicata ad un paese che si affaccia sull’Atlantico, ma mediterraneo nel cuore e nel sentire della gente. I materiali di riciclo (sia nell’ottica del recupero e riutilizzo in tempo di crisi, sia come scelta artistica), utilizzati da un gruppo di artisti italiani (Alfredo Ferrari, Patrizia Lottini, Stefania Scattina), trovano una felice simbiosi che ridà vita ad antichi splendori materici che prendono forma in opere originali e misteriose, mentre le tinte violente si alternano ai toni discreti del grigio e al lucore del bianco. La pittura simbolica - nel segno di Josè Molina, grande innovatore iberico di rinomata fama - che inneggia alle energie vivifiche del femminile, sposa il linguaggio degli ‘algoritmi emozionali’ di Letizia Galli, un’artista che riequilibra le energie positive attraverso un gesto ‘meccanico’ e liberatorio e nelle composizioni floreali di Fulvia Mendini .
Pittura, installazioni, fotografia e video si intrecciano poi nell’espressione dell’arte greca, uno dei paesi più colpiti dalla crisi e al quale Sguardi Altrove dedica uno spazio ampio e peculiare nell’ambito del Film Festival. Non a caso, proprio la Grecia si è fatta in questi anni portavoce di un forte bisogno di denuncia e cambiamento anche attraverso i lavori di artisti di grande professionalità (Milton Manetas, Maria Padimitriou, Jenny Kodonidou, Panos Tzagaris, Tassos Alamanos) riconosciuti a livello internazionale. Chiude la mostra un’installazione, Soldi d’Artista a cura di Melina Scalise, rieditata per l’occasione, che provocatoriamente vuole indagare sul vero valore del denaro ai nostri giorni.
Patrizia Rappazzo

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