Adolf Vallazza 100

Adolf Vallazza, Totem, 1987. Tecnica mista su carta, 44.2 x 61 cm. Collezione Museion I Ph. Gardap hoto s.r.l., Salò
Dal 13 March 2024 al 2 June 2024
Bolzano
Luogo: Museion Passage
Indirizzo: Piazza Piero Siena 1
Curatori: Gruppo Museion Passage in collaborazione con l’Archivio Vallazza
Sito ufficiale: http://www.museion.it
Museion, museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano, rende omaggio all’artista Adolf Vallazza, nato ad Ortisei, in occasione dei suoi 100 anni. La mostra a lui dedicata e allestita a Museion Passage è realizzata in collaborazione con l’Archivio Adolf Vallazza e raccoglie una selezione di disegni che vanno dagli anni ‘60 fino ad oggi, insieme a dieci grandi sculture lignee astratte presentate per la prima volta assieme nello stesso spazio museale.
L’esposizione, costituita principalmente dalle sculture lignee più astratte realizzate dall’artista – totem, menhir e sculture di uccelli, alcune della collezione di Museion – offre anche l’opportunità di far conoscere al grande pubblico il lavoro grafico di Vallazza, dagli anni ’60 ad oggi. L’atto di disegnare da sempre accompagna e continua ancora oggi ad accompagnare la sua attività di scultore. I disegni e gli schizzi, presentati a parete e in una vetrina, presentano diversi formati e tecniche, ma tutti testimoniano la ricerca formale e le relazioni spaziali e simboliche delle sue produzioni.
Per Adolf Vallazza la scultura ha un significato mutevole: è una composizione estetica, un trono o un totem mitico, oppure un oggetto di scena in una performance di danza. Una scultura è dunque una superficie stratificata, inscritta con accezioni e funzioni che vanno al di là di uno specifico periodo o significato – un modo per renderla atemporale e lasciare che il tempo stesso interagisca con essa, così come chi la osserva.
Vallazza inizia la sua carriera come pittore, per poi spostarsi negli anni ’60 verso la scultura utilizzando il legno proveniente da antichi fienili della Val Gardena per trasformare l’effimero in eterno e dare vita così alle sue imponenti sculture.
Per tutta la durata della mostra nello spazio dell’Infolounge di Museion è possibile, inoltre, vedere due documentari dedicati all’artista: il primo realizzato da Rai Südtirol in lingua tedesca e il secondo realizzato da Lucio Rosa, grande fotografo e documentarista recentemente scomparso, in lingua italiana.
Programma collaterale
- 09.05.2024 Performance di danza negli spazi della mostra. Verrà presentato un estratto di Duel, spettacolo della Compagnia Abbondanza/Bertoni in co-produzione con Bolzano Danza Tanz Bozen, che ne ospitò la prima assoluta nel 2014. Lo spettacolo vede in scena due danzatori nei panni di Adamo ed Eva nell’interazione con uno dei grandi totem di Adolf Vallazza.
Adolf Vallazza nasce a Ortisei (Bz) nel 1924, da padre scultore in ferro e madre, figlia del pittore Josef Moroder Lusenberg. Negli anni 60 allestisce le prime mostre a Milano, Torino e Venezia. Critici come Giorgio Mascherpa, Garibaldo Marussi, Giuseppe Marchiori, Paolo Viti e altri, frequentano il suo studio e scriveranno di lui, invitandolo a varie mostre. Negli anni 70 allaccia un rapporto di amicizia e lavoro con il fotografo Gianni Berengo Gardin. Negli anni 90, l'allora curatore della Peggy Guggenheim foundation, Fred Licht lo invita in varie mostre di scultura a Firenze, Torino, Padova e Palermo. Nel 2010 Il curatore della GAM (galleria nazionale di arte moderna e contemporanea) Danilo Eccher lo invita a Torino per una collettiva dal titolo "Keep your seat", dove espone i suoi mitici troni. Tante sono le mostre in castelli, edifici storici e chiese, in Italia e all'estero. Dal 2016 i suoi totem, i personaggi fantastici, i menhir e i troni, sono esposti nel nuovo showroom a Ortisei, meta di ammiratori, critici e collezionisti di tutto il mondo.
Mostra realizzata in collaborazione con Archivio Adolf Vallazza
L’esposizione, costituita principalmente dalle sculture lignee più astratte realizzate dall’artista – totem, menhir e sculture di uccelli, alcune della collezione di Museion – offre anche l’opportunità di far conoscere al grande pubblico il lavoro grafico di Vallazza, dagli anni ’60 ad oggi. L’atto di disegnare da sempre accompagna e continua ancora oggi ad accompagnare la sua attività di scultore. I disegni e gli schizzi, presentati a parete e in una vetrina, presentano diversi formati e tecniche, ma tutti testimoniano la ricerca formale e le relazioni spaziali e simboliche delle sue produzioni.
Per Adolf Vallazza la scultura ha un significato mutevole: è una composizione estetica, un trono o un totem mitico, oppure un oggetto di scena in una performance di danza. Una scultura è dunque una superficie stratificata, inscritta con accezioni e funzioni che vanno al di là di uno specifico periodo o significato – un modo per renderla atemporale e lasciare che il tempo stesso interagisca con essa, così come chi la osserva.
Vallazza inizia la sua carriera come pittore, per poi spostarsi negli anni ’60 verso la scultura utilizzando il legno proveniente da antichi fienili della Val Gardena per trasformare l’effimero in eterno e dare vita così alle sue imponenti sculture.
Per tutta la durata della mostra nello spazio dell’Infolounge di Museion è possibile, inoltre, vedere due documentari dedicati all’artista: il primo realizzato da Rai Südtirol in lingua tedesca e il secondo realizzato da Lucio Rosa, grande fotografo e documentarista recentemente scomparso, in lingua italiana.
Programma collaterale
- 09.05.2024 Performance di danza negli spazi della mostra. Verrà presentato un estratto di Duel, spettacolo della Compagnia Abbondanza/Bertoni in co-produzione con Bolzano Danza Tanz Bozen, che ne ospitò la prima assoluta nel 2014. Lo spettacolo vede in scena due danzatori nei panni di Adamo ed Eva nell’interazione con uno dei grandi totem di Adolf Vallazza.
Adolf Vallazza nasce a Ortisei (Bz) nel 1924, da padre scultore in ferro e madre, figlia del pittore Josef Moroder Lusenberg. Negli anni 60 allestisce le prime mostre a Milano, Torino e Venezia. Critici come Giorgio Mascherpa, Garibaldo Marussi, Giuseppe Marchiori, Paolo Viti e altri, frequentano il suo studio e scriveranno di lui, invitandolo a varie mostre. Negli anni 70 allaccia un rapporto di amicizia e lavoro con il fotografo Gianni Berengo Gardin. Negli anni 90, l'allora curatore della Peggy Guggenheim foundation, Fred Licht lo invita in varie mostre di scultura a Firenze, Torino, Padova e Palermo. Nel 2010 Il curatore della GAM (galleria nazionale di arte moderna e contemporanea) Danilo Eccher lo invita a Torino per una collettiva dal titolo "Keep your seat", dove espone i suoi mitici troni. Tante sono le mostre in castelli, edifici storici e chiese, in Italia e all'estero. Dal 2016 i suoi totem, i personaggi fantastici, i menhir e i troni, sono esposti nel nuovo showroom a Ortisei, meta di ammiratori, critici e collezionisti di tutto il mondo.
Mostra realizzata in collaborazione con Archivio Adolf Vallazza
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