CONFLUENZE: Giacomo Balla

Giacomo Balla, Bambina x balcone, 1912, Olio su tela, Milano, Galleria d’Arte Moderna, Collezione Grassi I “Copyright Comune di Milano – tutti i diritti riservati – Galleria d’Arte Moderna, Milano / foto Luca Carrà
Dal 25 September 2025 al 25 January 2026
Rivoli | Torino
Luogo: Fondazione Francesco Federico Cerruti
Indirizzo: Vicolo dei Fiori 5
Orari: Sab - Dom 11.45 - 18
Telefono per informazioni: +39 011 9565 222
Sito ufficiale: http://www.fondazionecerruti.org
Con il programma Confluenze la Collezione Cerruti avvia una serie di mostre dossier che nascono da prestiti e scambi con altre istituzioni.
Il primo appuntamento porta a Villa Cerruti uno dei capolavori più iconici di Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958), Bambina x balcone (1912), proveniente dalla GAM, Galleria d’Arte Moderna di Milano. L’opera dialoga con cinque lavori di Balla già in Collezione, per l’occasione riallestiti in nuovi ambienti, offrendo una lettura trasversale della sua ricerca: dai pastelli giovanili (La Seducente, Via Po) alla stagione futurista (Velocità astratta, Orbite celesti) fino al Piccolo Autoritratto del 1920.
La presenza del dipinto in Villa Cerruti illumina uno degli artisti più rappresentativi della Collezione. L’opera della GAM di Milano del 1912 si inserisce nell’arco produttivo tra il 1902 e il 1920, che comprende le cinque opere di Giacomo Balla acquistate da Francesco Federico Cerruti, che ne testimoniano l’ampiezza di ricerca: dagli esordi realisti e divisionisti fino alle sperimentazioni futuriste.
La bambina ritratta è la figlia maggiore dell’artista, Luce, colta mentre corre sul balcone della casa in via Parioli a Roma. La sequenza ritmica dei passi e la ripetizione della figura restituiscono la percezione del movimento.
Nei pastelli La Seducente (Enrichetta) (1902) e Via Po (1904), Balla esplora invece la resa luminosa, legata alla sua passione per la fotografia, ereditata dal padre e coltivata negli anni di formazione torinese. Nel segno rapido e sciolto emerge una declinazione personale del divisionismo, capace di cogliere vibrazioni luminose e varietà materiche.
Con Velocità astratta (1913), tra i capolavori della Collezione Cerruti, Balla intensifica la sua indagine sul dinamismo: al ritmo cinetico dei passi della bambina si affianca ora il tema della velocità, incarnato dall’automobile come simbolo della modernità futurista. Nello stesso anno, osservando dal balcone il cielo notturno, dedica alla rotazione degli astri il dipinto Orbite celesti, che traduce la traiettoria orbitale in uno spazio rarefatto, definito da velature azzurre e violacee dal timbro quasi pastellato.
Il percorso si chiude con il Piccolo autoritratto (1920 ca.), parte di un corpus di circa novanta autoritratti. realizzati dall’artista: esercizi, in forma pittorica o scritta, che documentano il passare del tempo, le variazioni di energia e i mutamenti interiori. In questo caso è la stessa firma “Balla Futurista” a sostituire il volto, trasformando il segno in immagine: tavole parolibere e intrecci di testo e disegno che rivelano la libertà radicale di un artista poliedrico e metamorfico.
Il primo appuntamento porta a Villa Cerruti uno dei capolavori più iconici di Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958), Bambina x balcone (1912), proveniente dalla GAM, Galleria d’Arte Moderna di Milano. L’opera dialoga con cinque lavori di Balla già in Collezione, per l’occasione riallestiti in nuovi ambienti, offrendo una lettura trasversale della sua ricerca: dai pastelli giovanili (La Seducente, Via Po) alla stagione futurista (Velocità astratta, Orbite celesti) fino al Piccolo Autoritratto del 1920.
La presenza del dipinto in Villa Cerruti illumina uno degli artisti più rappresentativi della Collezione. L’opera della GAM di Milano del 1912 si inserisce nell’arco produttivo tra il 1902 e il 1920, che comprende le cinque opere di Giacomo Balla acquistate da Francesco Federico Cerruti, che ne testimoniano l’ampiezza di ricerca: dagli esordi realisti e divisionisti fino alle sperimentazioni futuriste.
La bambina ritratta è la figlia maggiore dell’artista, Luce, colta mentre corre sul balcone della casa in via Parioli a Roma. La sequenza ritmica dei passi e la ripetizione della figura restituiscono la percezione del movimento.
Nei pastelli La Seducente (Enrichetta) (1902) e Via Po (1904), Balla esplora invece la resa luminosa, legata alla sua passione per la fotografia, ereditata dal padre e coltivata negli anni di formazione torinese. Nel segno rapido e sciolto emerge una declinazione personale del divisionismo, capace di cogliere vibrazioni luminose e varietà materiche.
Con Velocità astratta (1913), tra i capolavori della Collezione Cerruti, Balla intensifica la sua indagine sul dinamismo: al ritmo cinetico dei passi della bambina si affianca ora il tema della velocità, incarnato dall’automobile come simbolo della modernità futurista. Nello stesso anno, osservando dal balcone il cielo notturno, dedica alla rotazione degli astri il dipinto Orbite celesti, che traduce la traiettoria orbitale in uno spazio rarefatto, definito da velature azzurre e violacee dal timbro quasi pastellato.
Il percorso si chiude con il Piccolo autoritratto (1920 ca.), parte di un corpus di circa novanta autoritratti. realizzati dall’artista: esercizi, in forma pittorica o scritta, che documentano il passare del tempo, le variazioni di energia e i mutamenti interiori. In questo caso è la stessa firma “Balla Futurista” a sostituire il volto, trasformando il segno in immagine: tavole parolibere e intrecci di testo e disegno che rivelano la libertà radicale di un artista poliedrico e metamorfico.
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