Fino al 1° febbraio al Museum Barberini

L’unicorno nell’arte. In una mostra vita morte e miracoli del magico quadrupede

 

Francesca Grego

25/10/2025

Mondo - Che l’unicorno fosse una creatura dall’illustre passato ce lo eravamo quasi dimenticato. Eppure l’abbiamo sempre avuto sotto gli occhi, reincarnato in vezzosi pupazzi di peluche e plastica dai colori pastello, nel formato impalpabile di un emoticon o ultra ingombrante di enormi salvagente alla deriva sulle sponde dei nostri mari. A ricordare i trascorsi del magico quadrupede e i suoi legami con l’arte è la mostra Unicorn: The Mythical Beast in Art (Unicorno: l’animale mitico nell’arte), al Museum Barberini di Potsdam (Berlino) da oggi fino al 1° febbraio 2026, organizzata in collaborazione con il Grand Palais di Parigi e il Musée de Cluny. 

Si tratta della più completa rassegna mai realizzata sul tema, con circa 150 opere datate dal II millennio a.C. ai nostri giorni e provenienti da oltre 80 musei e collezioni sparse in tutto il mondo, tra cui l'Ashmolean Museum di Oxford, gli Uffizi di Firenze, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Louvre di Parigi, il Prado di Madrid, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Victoria and Albert Museum di Londra. Il mondo dell’unicorno viene esplorato da ogni angolazione, indagando come il suo significato si sia trasformato nel corso del tempo e in diversi contesti geografici e culturali, conquistando l’interesse di viaggiatori e medici, monaci e naturalisti, poeti come Rainer Maria Rilke e intellettuali come Umberto Eco. 


Albrecht Dürer, Hans Baldung Grien, Maerten de Vos, Gustave Moreau, Arnold Böcklin, René Magritte, Olaf Nicolai, Rebecca Horn sono tra i numerosi artisti conquistati dal leggendario cavallo cornuto, come racconta in mostra un  vasto repertorio di dipinti e stampe, ma anche sculture, arazzi, manoscritti e opere d’arte decorativa. 

Simbolo di libertà, di purezza e innocenza, l’unicorno è presente in culture molto lontane tra loro. Le sue origini sono state rintracciate in India, e sembra che da lì la sua fama si sia diffusa in Cina, per giungere in Europa attraverso la Persia e l’Egitto e acquistare con ogni passaggio nuovi significati. Interpretato come simbolo di Cristo, l'unicorno apparve così su numerose pale d'altare. Come emblema di castità era spesso raffigurato insieme a una giovane donna e il suo corno era ritenuto depositario di miracolosi poteri medicinali, spingendo molti speziali a intitolargli i loro negozi.


Nel Medioevo nessuno ha mai dubitato dell'esistenza dell'unicorno: dopotutto, era persino menzionato nella Bibbia! Il magico corno, inoltre, era esposto in alcune grandi chiese europee: lungo, bianco, a forma di spirale con un'estremità appuntita. Solo nel XVII secolo i naturalisti avrebbero dimostrato che si trattava di zanne di narvalo, ma nemmeno questa scoperta sminuì il fascino della leggendaria creatura.

"Sebbene non si trovi in ​​nessuno zoo, l’unicorno è ovunque: nella cultura pop, nella pubblicità e nelle stanze dei bambini", commenta il curatore Michael Philipp: “Come animale mitologico, è un segno stratificato e denso molteplici significati, carico di una straordinaria energia associativa. Il corno unico sulla fronte - che non condivide con nessun altro quadrupede - fa di lui una creatura eletta, un essere straordinario che appartiene a un altro mondo. Il suo status soprannaturale, insieme a una familiarità ambigua e distante, fa di lui uno schermo su cui si proiettano ideali e desideri nutriti da storie e immagini della tradizione”.