Al suo interno importanti opere del Seicento
Il Duomo di Pozzuoli riapre a cinquant'anni dal rogo

Artemisia Gentileschi, San Gennaro nell'anfiteatro, 1636-37
E. Bramati
17/03/2014
Napoli - L'11 maggio 2014 riaprirà il Duomo di Pozzuoli, a cinquant'anni dall'incendio che divampò nella notte tra il 16 e il 17 maggio 1964 e che lo distrusse completamente.
La chiesa, che sorge sull'antico tempio romano dedicato ad Augusto, era stata oggetto un restauro complessivo a partire dal 2000, grazie a circa 130 milioni di fondi europei. In seguito al completamento nel 2009, la sua apertura era stata rinviata, a causa dei lavori di ripristino della rocca e della realizzazione della canonica e del campanile, tutt'ora in corso.
Grazie ad un ulteriore finanziamento di 33 milioni di euro dalla Regione Campania, che consentiranno di portare a termine l'intero progetto, la cattedrale della città flegrea potrà finalmente riaprire i suoi battenti.
La data prescelta per la prima celebrazione coinciderà con la festività dei sette santi patroni martiri della diocesi. Per l'occasione, saranno ricollocati all'interno del Duomo alcune opere seicentesche di Artemisia Gentileschi, Cesare Fracanzano e Giovanni Lanfranco, che fino ad ora avevano trovato ospitalità presso i musei napoletani.
La chiesa, che sorge sull'antico tempio romano dedicato ad Augusto, era stata oggetto un restauro complessivo a partire dal 2000, grazie a circa 130 milioni di fondi europei. In seguito al completamento nel 2009, la sua apertura era stata rinviata, a causa dei lavori di ripristino della rocca e della realizzazione della canonica e del campanile, tutt'ora in corso.
Grazie ad un ulteriore finanziamento di 33 milioni di euro dalla Regione Campania, che consentiranno di portare a termine l'intero progetto, la cattedrale della città flegrea potrà finalmente riaprire i suoi battenti.
La data prescelta per la prima celebrazione coinciderà con la festività dei sette santi patroni martiri della diocesi. Per l'occasione, saranno ricollocati all'interno del Duomo alcune opere seicentesche di Artemisia Gentileschi, Cesare Fracanzano e Giovanni Lanfranco, che fino ad ora avevano trovato ospitalità presso i musei napoletani.
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