A Mamiano di Traversetolo (Parma) fino all’8 dicembre
Carosello: 20 anni di televisione e pubblicità alla Magnani Rocca

Gonfiabile Caballero e Carmencita. Foto: © Marco Beck Peccoz
Samantha De Martin
10/09/2019
Parma - C’è forse un motivo se l’espressione “A letto dopo Carosello” costituì, tra la fine degli anni ’50 e la metà degli anni ’70, l’unica proroga ai sogni di milioni di bambini.
Perché i celebri oggetti promozionali dell’epoca come l’ ippopotamo Pippo, i gonfiabili di Camillo il Coccodrillo, la Mucca Carolina, Susanna tutta Panna, che hanno incantato con la loro simpatia grandi e piccoli, erano davvero destinati a rivoluzionare la storia della cultura di massa diventando vere e proprie “icone”.
Una fiabesca rivoluzione dei consumi destinata a segnare una vera e propria svolta nel patrimonio culturale e visivo di tutti. Alla diffusione della televisione, che con Carosello mosse i primi passi nel mondo della pubblicità e all’evoluzione della storia della grafica pubblicitaria e del manifesto attraverso il lavoro di grandi designer - da Armando Testa a Erberto Carboni, da Raymond Savignac a Giancarlo Iliprandi - la Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma), dedica un importante appuntamento.
“Carosello. Pubblicità e Televisione 1957-1977” in corso fino all’8 dicembre, sarà un’occasione per riportare alla memoria i celebri manifesti di quegli anni, affiancati a schizzi e bozzetti, ripercorrendo, grazie a una serie di schermi distribuiti nelle sale espositive, l’unicità e l’innovazione degli inserti pubblicitari di Carosello, vincolati com'erano a rigide regole di novità e lunghezza.
L’universo dei personaggi animati nati con la televisione, come La Linea di Osvaldo Cavandoli, Re Artù di Marco Biassoni, Calimero di Pagot o Angelino di Paul Campani, si affianca agli inserti pubblicitari che hanno per protagonisti voci celebri dell’epoca, da Mina a Frank Sinatra, da Patty Pravo a Ornella Vanoni, ma anche attori del calibro di Totò, Alberto Sordi, Virna Lisi, Vittorio Gassman, e ancora registi e popolarissimi personaggi tv come Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Raffella Carrà. Nonostante fosse trasmesso in bianco e nero, Carosello per gli italiani aveva i colori del consumo, di un nuovo mondo di beni luccicanti come le lavatrici, le automobili, i frigoriferi, che sbarcavano per la prima volta sulla scena sociale.
Il percorso espositivo a cura di Dario Cimorelli e Stefano Roffi esplora questa sorta di paesaggio fiabesco reso ammaliante da felicità e benessere, un contesto estremamente affascinante per una popolazione, come quella italiana, reduce da un lungo periodo di povertà.
La mostra si avvale di diversi prestiti e contributi, dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell’Università di Parma al Museo nazionale Collezione Salce di Treviso, dalla Fondazione Luigi Micheletti di Brescia all’Archivio Generale Audiovisivo della Pubblicità Italiana e del personale apporto del suo fondatore e direttore Emmanuel Grossi.
L’Archivio Storico Barilla ha inoltre messo a disposizione alcuni spettacolari caroselli con Mina (1967) con gli abiti disegnati dal costumista di Federico Fellini, Piero Gherardi, e con alcune storie di Topo Gigio, testimonial per i Pavesini fra il 1963 e il 1975.
Leggi anche:
• Carosello. Pubblicità e televisione 1957-1977
• Giorgio de Chirico e Alberto Savinio si incontrano alla Magnani Rocca
Perché i celebri oggetti promozionali dell’epoca come l’ ippopotamo Pippo, i gonfiabili di Camillo il Coccodrillo, la Mucca Carolina, Susanna tutta Panna, che hanno incantato con la loro simpatia grandi e piccoli, erano davvero destinati a rivoluzionare la storia della cultura di massa diventando vere e proprie “icone”.
Una fiabesca rivoluzione dei consumi destinata a segnare una vera e propria svolta nel patrimonio culturale e visivo di tutti. Alla diffusione della televisione, che con Carosello mosse i primi passi nel mondo della pubblicità e all’evoluzione della storia della grafica pubblicitaria e del manifesto attraverso il lavoro di grandi designer - da Armando Testa a Erberto Carboni, da Raymond Savignac a Giancarlo Iliprandi - la Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma), dedica un importante appuntamento.
“Carosello. Pubblicità e Televisione 1957-1977” in corso fino all’8 dicembre, sarà un’occasione per riportare alla memoria i celebri manifesti di quegli anni, affiancati a schizzi e bozzetti, ripercorrendo, grazie a una serie di schermi distribuiti nelle sale espositive, l’unicità e l’innovazione degli inserti pubblicitari di Carosello, vincolati com'erano a rigide regole di novità e lunghezza.
L’universo dei personaggi animati nati con la televisione, come La Linea di Osvaldo Cavandoli, Re Artù di Marco Biassoni, Calimero di Pagot o Angelino di Paul Campani, si affianca agli inserti pubblicitari che hanno per protagonisti voci celebri dell’epoca, da Mina a Frank Sinatra, da Patty Pravo a Ornella Vanoni, ma anche attori del calibro di Totò, Alberto Sordi, Virna Lisi, Vittorio Gassman, e ancora registi e popolarissimi personaggi tv come Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Raffella Carrà. Nonostante fosse trasmesso in bianco e nero, Carosello per gli italiani aveva i colori del consumo, di un nuovo mondo di beni luccicanti come le lavatrici, le automobili, i frigoriferi, che sbarcavano per la prima volta sulla scena sociale.
Il percorso espositivo a cura di Dario Cimorelli e Stefano Roffi esplora questa sorta di paesaggio fiabesco reso ammaliante da felicità e benessere, un contesto estremamente affascinante per una popolazione, come quella italiana, reduce da un lungo periodo di povertà.
La mostra si avvale di diversi prestiti e contributi, dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell’Università di Parma al Museo nazionale Collezione Salce di Treviso, dalla Fondazione Luigi Micheletti di Brescia all’Archivio Generale Audiovisivo della Pubblicità Italiana e del personale apporto del suo fondatore e direttore Emmanuel Grossi.
L’Archivio Storico Barilla ha inoltre messo a disposizione alcuni spettacolari caroselli con Mina (1967) con gli abiti disegnati dal costumista di Federico Fellini, Piero Gherardi, e con alcune storie di Topo Gigio, testimonial per i Pavesini fra il 1963 e il 1975.
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