La pittura di Carlo Saraceni:
un viaggio da Venezia a Roma ai tempi di Caravaggio

 
Se la provincia di Cuneo fa doppietta con Helmut Newton e Ferdinando Scianna, Milano celebra Man Ray, mentre Rovigo ospita la prima italiana Rodney Smith

Samantha De Martin
formato sconosciuto

Tra nuove aperture e programmazioni la fotografia d’autore è protagonista di questo autunno declinandosi attraverso una serie di appuntamenti da non perdere.


A Roma la fotografia latinoamericana under 40
Fino al 9 novembre il Museo di Roma in Trastevere accoglie una mostra con i migliori scatti dell’edizione 2025 del XVI Premio IILA-Fotografia, premio internazionale annuale nato nel 2008 da una lunga collaborazione fra l’IILA e FOTOGRAFIA - Festival Internazionale di Roma, dedicato a fotografi latinoamericani under 40.
Intitolata Migrazioni, la mostra esplora un fenomeno globale e trasversale che attraversa epoche, geografie, identità. La giuria ha selezionato quattro progetti che danno voce a prospettive differenti e complementari. La vincitrice del Premio, Fabiola Ferrero (Repubblica Bolivariana del Venezuela), scelta tra 116 candidati provenienti da 19 Paesi dell’America Latina, con il progetto Buscando los olivos propone un’indagine sulle proprie radici familiari italiane offrendo una riflessione sull’inversione dei flussi migratori tra Italia e Venezuela. Intervenendo in veste di giurato, espositore e tutor della vincitrice, Giovanni De Angelis presenta il progetto BRADYSISMUS, un’indagine poetica sui Campi Flegrei e sull’esodo da un territorio segnato da movimenti tellurici, simbolo di una migrazione dettata dalla natura.

Milano incontra Man Ray

Man Ray è protagonista già da qualche mese a Milano con la mostra “Man Ray. Forme di luce”. Ci sarà tempo fino all’11 gennaio per vistare questa retrospettiva dedicata al pioniere di linguaggi visivi che continuano a influenzare l’arte, la fotografia, il design e la cultura contemporanea. Curata da Pierre-Yves Butzbach e Robert Rocca, l'esposizione passa in rassegna trecento opere, tra fotografie vintage, disegni, litografie, oggetti e documenti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private.
La parabola creativa dell’artista si racconta attraverso autoritratti, ritratti di amici intellettuali e degli ambienti culturali europei e americani tra le due guerre, e ancora la figura femminile, incarnata nelle sue muse, ma anche i nudi, trattati come forme astratte, frammenti simbolici e composizioni di luce. Non mancano le rayografie e le solarizzazioni, testimonianza della sua incessante ricerca tecnica e poetica.


Woman with Hat between Hedges, Parc de Sceaux, France, 2004 © Rodney Smith

A Rovigo la prima italiana di Rodney Smith

Con le sue immagini “eteree e estatiche”, come le definisce la curatrice Anne Morin, il fotografo newyorkese Rodney Smith arriva per la prima volta in Italia con una monografica a Palazzo Roverella che espone oltre cento opere. Fino al 1° febbraio il percorso curato da Anne Morin presenta il fotografo delle iconiche immagini in bianco e nero che combinano ritratto e paesaggio dando vita a mondi incantati e visionari pieni di sottili contraddizioni e sorprese. La maggior parte delle opere esposte sono in bianco e nero, a testimonianza del fatto che Smith ha iniziato a lavorare con il colore solo a partire dal 2002.

Mario Giacomelli a Perugia

Si intitola Mario Giacomelli. Papaveri rossi, ed è curata da Alessandro Sarteanesi, la mostra allestita alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia fino al 6 aprile. Nello spazio di CAMERA OSCURA, dedicato alla fotografia, all’interno del percorso del museo perugino, il progetto rende omaggio a uno dei protagonisti assoluti della fotografia della seconda metà del Novecento, a cento anni dalla nascita. Un nucleo di opere mai esposte dell’artista, che hanno per soggetto il paesaggio umbro e caratterizzate da un utilizzo quasi “pittorico” del colore, dialoga con alcune fotografie che approfondiscono la relazione artistica e il rapporto umano che legò Mario Giacomelli ad Alberto Burri.
Il nucleo della mostra è rappresentato da cinque fotografie inedite, scattate negli anni Sessanta sull’altopiano di Colfiorito e di Castelluccio di Norcia. Ci sono anche due scatti del soggetto più iconico di Giacomelli, i famosi “Pretini” che inscenano un girotondo, presenti in mostra anche in una versione a colori, esposta a Perugia per la prima volta.


Mario Giacomelli, Papaveri rossi, 1970, C-Print, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello

A Caraglio Helmut Newton in 100 scatti
Pensata appositamente per Il Filatoio di Caraglio (Cuneo), antico setificio seicentesco tra i più importanti d’Europa, oggi polo culturale e sede del Museo del Setificio Piemontese, la mostra “Helmut Newton. Intrecci” dà appuntamento dal 23 ottobre 1° marzo.
Oltre 100 fotografie, tra cui diversi scatti inediti, frutto delle prestigiose collaborazioni con brand di fama internazionale, come Yves Saint Laurent, Ca’ del Bosco, Lavazza celebrano uno dei più celebri fotografi di moda al mondo, restituendo lo sguardo audace di un autore capace di creare scenari onirici, ambigui e provocatori.
Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, e curatore della mostra ha selezionato anche una selezione di immagini dedicate alle modelle, da Monica Bellucci a Carla Bruni. Il percorso permette di seguire l’evoluzione e l’affermazione di Newton nel panorama internazionale.

A Saluzzo la moda secondo Ferdinando Scianna
Restiamo in provincia di Cuneo dove, a Saluzzo, l’antica fortezza della Castiglia, oggi spazio museale e luogo del contemporaneo, accoglie dal 24 ottobre al 1° marzo la personale di Ferdinando Scianna. A essere messo sotto la lente del curatore Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia a Venezia, è, per la prima volta, uno dei capitoli meno noti della carriera di Scianna: la moda. Intitolata “La moda, la vita”, la mostra indaga questo settore, ambito che l’autore affronta con il suo linguaggio da fotogiornalista attraverso una narrazione più umana.
Tra le oltre novanta fotografie realizzate tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi del decennio successivo, per alcune delle più importanti riviste al mondo come “Vogue”, “Vanity Fair” e “Stern”, non passano inosservate la campagna per Dolce&Gabbana con la modella Marpessa, ambientata nei paesi della Sicilia. La fotografia di moda si fa racconto visivo, mantenendo intatto il legame tra immagine, verità e cultura.


Ferdinando Scianna, Dianne Lynn, Miami, USA, 1992 © Ferdinando Scianna


Antonio Beato. La fotografia di viaggio
 protagonista a Venezia
A quasi duecento anni dalla nascita di Antonio Beato il Museo Fortuny di Venezia dedica una mostra a uno dei protagonisti più significativi della fotografia ottocentesca. Dal 15 ottobre al 12 gennaio, nel percorso Antonio Beato. Ritorno a Venezia il pubblico potrà ripercorre il viaggio del fotografo veneziano attraverso l’Oriente e il Mediterraneo. Il suo lavoro è in dialogo con le opere di altri autori che, nel corso della seconda metà del XIX secolo e fino ai nostri giorni, hanno raccontato gli stessi luoghi. Nella casa-atelier di Mariano Fortuny, uno spazio in cui arte, viaggio e sperimentazione visiva si intrecciano, Antonio Beato, tra i primi fotografi europei a stabilirsi permanentemente in Medio Oriente, porta i paesaggi, le architetture, i siti archeologici di quell'Egitto fino a quel momento semi-sconosciuto in Occidente. Il visitatore attraversa il Mediterraneo per poi addentrarsi nei teatri di guerra in Crimea e in India e ancora negli anni egiziani, dal 1860 al 1905. La quarta e ultima sezione, Dopo Beato, propone una riflessione sulle trasformazioni dello statuto disciplinare della fotografia aprendosi al dialogo con autori contemporanei che operano in Egitto, come Anthony Hamboussi, Paul Geday, Denis Dailleux e Bryony Dunne.


Antonio Beato, Allestimento | Sergio Campione

A Reggio Emilia gli scatti di Margaret Bourke-White

Ci spostiamo a Reggio Emilia dove la Fondazione Palazzo Magnani presenta la mostra Margaret Bourke-White. L’opera 1930-1960. Dal 25 ottobre all’8 febbraio il percorso a cura di Monica Poggi e realizzato in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, dialogherà con le sale affrescate dei Chiostri di San Pietro. Oltre 150 fotografie ripercorreranno il lavoro, la vita e l’esperienza umana della fotografa americana testimone instancabile del suo tempo e pioniera capace di superare barriere e confini di genere. I suoi iconici ritratti a Stalin e a Gandhi, i reportage sull’industria americana, i servizi realizzati durante la Seconda guerra mondiale in Unione Sovietica, Nord Africa, Italia e Germania, dove documenta l’entrata delle truppe statunitensi a Berlino e gli orrori dei campi di concentramento, incarnano solo alcune della trasformazioni del mondo che hanno caratterizzato il cuore della ricerca di Bourke-White. Costretta ad abbandonare la fotografia a causa del morbo di Parkinson, dal 1957 la fotografa si dedicherà alla sua autobiografia, Portrait of Myself, pubblicata nel 1963.
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