Da Fattori a Morandi, da Balla a De Chirico, le relazioni tra artisti italiani e baltici in un progetto inedito.
Francesca Grego
formato sconosciuto
Sapevate che nei primi decenni del Novecento una colonia di artisti lettoni si stabilì in Italia e collaborò con i Futuristi? E che sul Baltico negli anni Venti la pittura italiana veniva annoverata tra i massimi esempi di modernità? Queste e altre storie sono narrate nella mostra che aprirà domani, sabato 5 luglio, al Museo Nazionale d’Arte Lettone di Riga grazie all’arrivo di 74 opere in prestito dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Federico Zandomeneghi, Plinio Nomellini, Gaetano Previati, Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Antonio Donghi, Giorgio Morandi sono tra gli autori dei lavori inviati per la prima volta nel Nord Europa dalle Gallerie degli Uffizi, in una selezione rappresentativa dei principali movimenti dell’arte italiana tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, dai Macchiaioli ai Divisionisti, dal Simbolismo all’Espressionismo, fino ai Futuristi e al Ritorno all’ordine.
In programma fino al 30 novembre 2025, Light from Italy: da Fattori a Morandi. Capolavori a confronto dalle Gallerie degli Uffizi e dal Museo Nazionale d’Arte Lettone di Riga prende le mosse dal viaggio in Italia che molti artisti intraprendevano per conoscere da vicino i grandi maestri del passato, ma anche in vista di uno scambio culturale tutto contemporaneo. Un’esperienza di luce per i lettoni che, come suggerisce il titolo della mostra, soggiornando nel Bel Paese approfondirono le proprie ricerche su questo versante, e contemporaneamente un incontro tra linguaggi diversi, foriero di nuove forme espressive. I visitatori del museo di Riga avranno modo di osservare concretamente le conseguenze di questi contatti, attraverso il dialogo serrato portato in scena dai curatori tra i capolavori degli artisti italiani e lettoni. Frutto della collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e il Museo Nazionale d’Arte Lettone, il progetto è stato sostenuto dal Ministero della Cultura della Lettonia, dalla Città di Riga e dall’Ambasciata d’Italia a Riga. Internazionale è anche il comitato scientifico, con i curatori Guicciardo Sassoli (associazione Nuova Artemarea), Vanessa Gavioli ed Elena Marconi (Gallerie degli Uffizi) e Astrida Rogule con la supervisione della storica dell’arte Aija Baslina (Museo Nazionale d’Arte Lettone), mentre l’allestimento è firmato dal pluripremiato architetto Arturs Analts e il catalogo in tre lingue (italiano, lettone e inglese) è edito dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani.
Niklavs Strunke, Sorrento, 1924-25. Olio su tavola. Riga, Latvian Museum of ArtUn importante lavoro di ricerca ha preceduto la realizzazione della mostra, e i risultati non si sono fatti attendere. Dagli studi di archivio sono emerse relazioni finora sconosciute: da un lato la presenza in Italia di un gruppo di artisti lettoni che collaborarono con Filippo Tommaso Marinetti e i Futuristi, dall’altro le mostre di arte italiana allestite a Riga tra gli anni Venti e Trenta del Novecento. In questo periodo la produzione della penisola gode di notevole fortuna in Lettonia. In mostra lo racconta un dipinto delle Gallerie degli Uffizi sconosciuto alla maggior parte di noi: si tratta di Viaggio tragico di Ferruccio Ferrazzi (1925), che nel 1928 fu recensito sul periodico lettone Illustretz Zurnals come un vertice dell’arte moderna.

Ferruccio Ferrazzi, Viaggio tragico, 1925. Olio su tela. Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti