Dal 28 novembre ai Chiostri di Sant’Eustorgio
Il Retablo dei Magi, gioiello fiammingo, svela i suoi colori originali
Jan II Borman, Retablo dei Magi, Fine XV - inizio XVI secolo, Basilica di San Nazaro Maggiore, Milano I Courtesy Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano
Francesca Grego
28/11/2024
Milano - Coperto da una spessa vernice bruna dal XVIII secolo, il Retablo dei Magi è passato inosservato agli occhi di molti nella Basilica dei Santi Apostoli e San Nazaro Maggiore. Oggi un intervento di restauro gli rende finalmente giustizia, svelando in tutto il suo splendore un capolavoro della scultura rinascimentale fiamminga. Succede ai Chiostri di San’Eustorgio - Museo Diocesano Carlo Maria Martini, dove l’opera si mostra per la prima volta dopo il complesso lavoro condotto presso l’Institute Royal du Patrimoine Artistique (IRPA) di Bruxelles con il sostegno della Fondation Roi Baudouin, della Fondation Périer-d’Ieteren e di Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto Restituzioni.
Sculture a tutto tondo e altorilievi finemente dipinti e dorati fanno capolino dalla straordinaria macchina d’altare creata tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento dall’artista fiammingo Jan II Borman, svelando i preziosi colori ritrovati. Unico esemplare noto della rinomata bottega ad aver conservato la policromia e l’apparato decorativo originale, il Retablo è anche una delle pochissime opere fiamminghe di questo genere conservate in Italia. San Nazaro Maggiore fu fin dal 1510 la sua destinazione, quando un ricco mercante di vetro e metalli lombardo, Protasio Bonsignori da Busto, lo acquistò o lo commissionò ad Anversa per la propria cappella, fatta edificare nell’Oratorio di Santa Caterina all’interno della basilica.

Retablo dei Magi, dettaglio prima e dopo il restauro I Courtesy Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano
In una grande scena animata il Retablo rappresenta l’episodio dell’Epifania, ambientata all’interno di un’architettura che ricorda la navata di una chiesa gotica. I Magi in adorazione del Bambino sono in primo piano ai lati della Sacra Famiglia. Stranamente sono nove, distinti da pose, costumi e attributi differenti, in un corteo venuto dall’Oriente: sono scolpiti a tutto tondo di profilo, di tre quarti e di spalle e spiccano per l’eleganza dei dettagli e il naturalismo delle fisionomie. Dietro di loro, nell’affollato corteo giunto dall’Oriente, si distinguono personaggi come Salomè che sulla sinistra incontra un’anziana donna, mentre sulla destra gli astronomi scrutano il cielo e al centro una curiosa figura che ricorre spesso nelle opere nordiche è raffigurata nell’atto di liberare le viscere.
In mostra da oggi, 28 novembre, fino al prossimo 2 febbraio, il Retablo accenderà di bagliori preziosi il Natale dei Chiostri di Sant’Eustorgio insieme a un altro tesoro che ha per tema l’Epifania: l’Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli proveniente dagli Uffizi, Capolavoro per Milano 2024.

Jan II Borman, Retablo dei Magi, fine XV - inizio XVI secolo. Basilica di San Nazaro Maggiore, Milano I Courtesy Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano
Leggi anche:
• L'Adorazione dei Magi di Botticelli è il Capolavoro per Milano 2024
Sculture a tutto tondo e altorilievi finemente dipinti e dorati fanno capolino dalla straordinaria macchina d’altare creata tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento dall’artista fiammingo Jan II Borman, svelando i preziosi colori ritrovati. Unico esemplare noto della rinomata bottega ad aver conservato la policromia e l’apparato decorativo originale, il Retablo è anche una delle pochissime opere fiamminghe di questo genere conservate in Italia. San Nazaro Maggiore fu fin dal 1510 la sua destinazione, quando un ricco mercante di vetro e metalli lombardo, Protasio Bonsignori da Busto, lo acquistò o lo commissionò ad Anversa per la propria cappella, fatta edificare nell’Oratorio di Santa Caterina all’interno della basilica.

Retablo dei Magi, dettaglio prima e dopo il restauro I Courtesy Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano
In una grande scena animata il Retablo rappresenta l’episodio dell’Epifania, ambientata all’interno di un’architettura che ricorda la navata di una chiesa gotica. I Magi in adorazione del Bambino sono in primo piano ai lati della Sacra Famiglia. Stranamente sono nove, distinti da pose, costumi e attributi differenti, in un corteo venuto dall’Oriente: sono scolpiti a tutto tondo di profilo, di tre quarti e di spalle e spiccano per l’eleganza dei dettagli e il naturalismo delle fisionomie. Dietro di loro, nell’affollato corteo giunto dall’Oriente, si distinguono personaggi come Salomè che sulla sinistra incontra un’anziana donna, mentre sulla destra gli astronomi scrutano il cielo e al centro una curiosa figura che ricorre spesso nelle opere nordiche è raffigurata nell’atto di liberare le viscere.
In mostra da oggi, 28 novembre, fino al prossimo 2 febbraio, il Retablo accenderà di bagliori preziosi il Natale dei Chiostri di Sant’Eustorgio insieme a un altro tesoro che ha per tema l’Epifania: l’Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli proveniente dagli Uffizi, Capolavoro per Milano 2024.

Jan II Borman, Retablo dei Magi, fine XV - inizio XVI secolo. Basilica di San Nazaro Maggiore, Milano I Courtesy Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano
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