Antonio Finelli. Santa Marinella
Opera di Antonio Finelli
Dal 29 July 2021 al 13 August 2021
Santa Marinella | Roma
Luogo: Casetta Trincia
Indirizzo: Via Aurelia 363
Enti promotori:
- Con il Patrocinio del Comune di Santa Marinella
Telefono per informazioni: +39 06 960 30 764
E-Mail info: info@medinaroma.com
Sito ufficiale: http://www.medinaroma.com
Da Giovedì 29 Luglio a Venerdì 13 Agosto 2021, Medina Roma Art Gallery presenta “SANTA MARINELLA”, mostra pittorica di Antonio Finelli presso la Casetta Trincia, con il Patrocinio del Comune di Santa Marinella.
Vernissage Giovedì 29 Luglio ore 18.00
Testo critico di Federica Acierno «Esultanza è l’andare
di un’anima di terra verso il mare,
oltre le case, oltre i promontori –
dentro l’eternità profonda.»
(Emily Dickinson)
Antonio Finelli rende onore all’antica Castrum Novum, al mare della Capitale, con opere silenziose e calde di litorali placidi.
L’artista spiega il mare a chi vede solo acqua, racconta la vita a chi scorge deserti, accende la luce a chi coglie solo le ombre e amplifica il suono di Santa Marinella per chi percepisce un incorruttibile silenzio.
I quadri in mostra alla Casina Rosa di Santa Marinella, intitolata a Stefano Trincia, sono tutt’altro che fermi, vuoti di persone per esser fatti solo di palazzi, moli, colline sinuose e spiagge desolate. Sono piuttosto il modo attraverso il quale Finelli offre all’osservatore l’opportunità di ascoltare il mare all’infinito, a tutto volume, con gli occhi piantati sulla tela bidimensionale che diventa orizzonte e mare, cielo e terra nel loro punto di congiunzione. Sono l’espediente con cui suggerisce la vita e le storie vissute.
Le opere pittoriche, dai colori materici e brillanti, fissano su una cartolina eterea il tempo che sembra sottrarsi alla dinamicità, come se tutto fosse immobile nella sua perfezione. L’apparente quiete e la calma statica e afosa che formalmente connotano le opere di Finelli sono solamente ciò che coglie uno sguardo superficiale e disattento. Per lasciarsi pervadere dalla luce sghemba che si frange sugli elementi dipinti è necessario predisporsi alla rinascita. La modulazione magnetica di luci e colori sollecita l’introspezione in “scene sospese”, in bilico tra realtà e immaginazione.
…ancora dal testo critico di Federica Acierno: L’artista ci offre nel mare una culla di azzurro con merletti di sabbia e distese erbose, torrette rosse melograno e tenute bianche, pallide nella coltre boschiva, staccionate candide che sopportano inermi il caldo cocente di un’estate troppo breve e a lungo attesa. Un trittico ha l’ambizione di incorniciare un soffio di mare blu a contrasto con la sabbia dorata.
La natura silente, l’assenza di folle brulicanti, la stanca fissità manifesta non fanno che suggerire il loro antitetico opposto e l’aspettativa del contrario.
Immaginiamo il vento che profuma di sabbia e sale che frusta le spalle di cabine bianche e poco oltre il mare calmo. Sotto pini secolari, che sono l’emblema della perseveranza, intuiamo voci assaporando il dolce gusto della spensieratezza. All’ombra di ombrelloni ingialliti si concretizza un’idealità paradigmatica, propria dell’assenza di figure umane, e che nel silenzio induce a riflettere sull’autentico concetto di bellezza.
Antonio Finelli impone all’umanità l’illusione della quiete e intrappola il mare per donarcelo nella trama delle sue tele.
Vernissage Giovedì 29 Luglio ore 18.00
Testo critico di Federica Acierno «Esultanza è l’andare
di un’anima di terra verso il mare,
oltre le case, oltre i promontori –
dentro l’eternità profonda.»
(Emily Dickinson)
Antonio Finelli rende onore all’antica Castrum Novum, al mare della Capitale, con opere silenziose e calde di litorali placidi.
L’artista spiega il mare a chi vede solo acqua, racconta la vita a chi scorge deserti, accende la luce a chi coglie solo le ombre e amplifica il suono di Santa Marinella per chi percepisce un incorruttibile silenzio.
I quadri in mostra alla Casina Rosa di Santa Marinella, intitolata a Stefano Trincia, sono tutt’altro che fermi, vuoti di persone per esser fatti solo di palazzi, moli, colline sinuose e spiagge desolate. Sono piuttosto il modo attraverso il quale Finelli offre all’osservatore l’opportunità di ascoltare il mare all’infinito, a tutto volume, con gli occhi piantati sulla tela bidimensionale che diventa orizzonte e mare, cielo e terra nel loro punto di congiunzione. Sono l’espediente con cui suggerisce la vita e le storie vissute.
Le opere pittoriche, dai colori materici e brillanti, fissano su una cartolina eterea il tempo che sembra sottrarsi alla dinamicità, come se tutto fosse immobile nella sua perfezione. L’apparente quiete e la calma statica e afosa che formalmente connotano le opere di Finelli sono solamente ciò che coglie uno sguardo superficiale e disattento. Per lasciarsi pervadere dalla luce sghemba che si frange sugli elementi dipinti è necessario predisporsi alla rinascita. La modulazione magnetica di luci e colori sollecita l’introspezione in “scene sospese”, in bilico tra realtà e immaginazione.
…ancora dal testo critico di Federica Acierno: L’artista ci offre nel mare una culla di azzurro con merletti di sabbia e distese erbose, torrette rosse melograno e tenute bianche, pallide nella coltre boschiva, staccionate candide che sopportano inermi il caldo cocente di un’estate troppo breve e a lungo attesa. Un trittico ha l’ambizione di incorniciare un soffio di mare blu a contrasto con la sabbia dorata.
La natura silente, l’assenza di folle brulicanti, la stanca fissità manifesta non fanno che suggerire il loro antitetico opposto e l’aspettativa del contrario.
Immaginiamo il vento che profuma di sabbia e sale che frusta le spalle di cabine bianche e poco oltre il mare calmo. Sotto pini secolari, che sono l’emblema della perseveranza, intuiamo voci assaporando il dolce gusto della spensieratezza. All’ombra di ombrelloni ingialliti si concretizza un’idealità paradigmatica, propria dell’assenza di figure umane, e che nel silenzio induce a riflettere sull’autentico concetto di bellezza.
Antonio Finelli impone all’umanità l’illusione della quiete e intrappola il mare per donarcelo nella trama delle sue tele.
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