Fino all'11 gennario 2026 alla Galleria Nazionale di San Marino

Quando il design diventa arte: un viaggio italiano tra utopia e materia

Arte e design. Design è arte, 2025, Palazzo SUMS - Galleria Nazionale, Istituti Culturali San Marino. Ph Alessio Pasqualini, courtesy gli autori e Museo MA*GA.
 

Viola Canova

24/09/2025

L’Italia del secondo Novecento è un laboratorio in cui l’arte e il design si guardano, si sfidano, si confondono. A San Marino, “Arte e Design. Design è Arte” riaccende questo dialogo vitale con una mostra che attraversa mezzo secolo di sperimentazioni, visioni e provocazioni. Il progetto, ideato da Philippe Daverio e curato da Emma Zanella, Vittoria Broggini e Alessandro Castiglioni, nasce nel 2009 al MA*GA di Gallarate e nel 2025 approda in una nuova veste agli Istituti Culturali di San Marino, tra Palazzo SUMS e la Galleria Nazionale, in coincidenza con i vent’anni del Dipartimento di Design dell’Università sammarinese.

Più che una storia cronologica, l’esposizione è un racconto a episodi, una mappa di idee che mette in scena l’ambiguità del design – “fenomeno complesso” per Daverio – sospeso tra funzione, estetica, industria e sperimentazione artistica. Quattro sezioni guidano il visitatore in un viaggio che unisce la cultura del progetto alle tensioni sociali, politiche ed economiche che hanno plasmato l’Italia contemporanea.


Arte e design. Design è arte, 2025, Palazzo SUMS - Galleria Nazionale, Istituti Culturali San Marino. Ph Alessio Pasqualini, courtesy gli autori e Museo MA*GA.


Si riparte evoca l’energia del dopoguerra, quando il rigore del razionalismo si scioglie in geometrie più libere e l’uso della plastica apre nuovi orizzonti produttivi e cromatici. Nelle case del boom economico, protagoniste di Quando i salotti erano bianchi, forme essenziali e materiali innovativi dialogano con l’arte di Lucio Fontana e le lampade di Bruno Munari, in un gioco di pieni e vuoti che ridefinisce l’idea stessa di spazio domestico.

Con Dalle libertà personali alle libertà politiche arrivano gli anni Settanta: crisi energetica, tensioni sociali e movimenti radicali portano alla nascita di collettivi, giocattoli pedagogici e progetti utopici come le “Metafore” di Ettore Sottsass. Il design diventa strumento democratico, capace di farsi manifesto politico. Infine Milano da bere celebra l’esuberanza postmoderna degli anni Ottanta e Novanta, tra citazioni colte, ironia e il trionfo del Made in Italy che trasforma oggetti quotidiani – come quelli di Alessi – in icone pop.

La mostra restituisce l’immagine di un Paese che, attraverso il design, ha saputo reinventarsi più volte, trasformando il progetto in arte e l’arte in progetto. Un percorso che parla al presente, ricordandoci che la vera innovazione nasce sempre dall’incontro, spesso imprevedibile, tra estetica e vita quotidiana.