In mostra a Palazzo Madama fino al 12 gennaio
Emilio Vedova e Tintoretto, una conversazione lunga una vita

Vedova Tintoretto. In dialogo. Palazzo Madama - Museo Civico di Torino. Photo Gonella
Francesca Grego
19/09/2025
Torino - L’ammirazione di Emilio Vedova per Tintoretto è nota. Ne ha parlato lui stesso in più occasioni e ne parlano i suoi quadri, spesso in modo esplicito. Ma prima d’ora nessun progetto espositivo aveva mai indagato a fondo su come, a quattro secoli di distanza, il maestro del Rinascimento lagunare abbia ispirato la pittura di uno dei più significativi interpreti dell’Informale, veneziano anche lui. Lo fa la mostra Vedova Tintoretto. In dialogo, da oggi a Palazzo Madama fino al 12 gennaio 2026, attraverso un confronto diretto tra le opere di due giganti.
Curata da Gabriella Belli e Giovanni Carlo Federico Villa, e promossa dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, l’esposizione presenta nella prestigiosa cornice dell’Aula del Senato del Regno d’Italia circa 50 capolavori di entrambi: testimonianze dell’articolata e ininterrotta conversazione intercorsa tra i due fin dagli anni giovanili di Vedova, per arrivare alla piena maturità, quando l’astro di Tintoretto è ben lungi dal tramontare sull’orizzonte dell’artista.

Jacopo Robusti detto Tintoretto, Autoritratto, circa 1528. Photo RMN Grand Palais, Musée du Louvre, Paris - Ph. Jean-Gilles Berizzi; Emilio Vedova, 1984 - Ph. Paolo Mussat Sartor
“Tintoretto è stato una mia identificazione”, scrive Vedova: “Quello spazio appunto una sede di accadimenti. Quella regia a ritmi sincopati e cruenti, magmatici di energie di fondi interni di passioni di emotività commossa…”. Un legame che si alimenta ogni giorno tra i canali di Venezia, con la frequentazione di chiese e palazzi che ancora oggi custodiscono i dipinti del maestro cinquecentesco.
Dopo aver sedotto Goethe, Stendhal, Henry James, John Ruskin - “non sono mai stato così completamente annichilito di fronte a una mente umana come lo sono stato oggi”, affermava lo scrittore e critico inglese dopo aver visto le tele del Robusti - Tintoretto rivela a Vedova il segreto per “trasformare la tecnica da mero strumento espressivo di belle forme in una lama affilata capace di incidere nella storia”, scrivono i curatori. Da lui l’artista novecentesco, definito da qualcuno il fratello italiano di Pollock, “trae ispirazione per temi e contenuti, ricava basilari insegnamenti per dominare lo spazio della tela, tradurre in colore la luce delle sue composizioni, modellare nel gesto rapido senza esitazioni le forme che scaturiscono dal suo nuovo segno, che già nel 1948 lascia ogni tentazione figurativa per risolversi nell’astrazione”.

Vedova Tintoretto. In dialogo. Palazzo Madama - Museo Civico di Torino. Photo Gonella
I frutti sono visibili nella mostra torinese, che indaga affinità e dissonanze, sottolineando la forza di un dialogo lungo una vita. Il percorso è costellato di opere preziose, a partire dall’Autoritratto di Tintoretto del 1528, eccezionale prestito del Louvre, capolavoro paradigmatico per artisti come Édouard Manet, che lo considerava “il più bel quadro al mondo”, e perfino per filosofi come Jean-Paul Sartre. I visitatori di Palazzo Madama ammireranno le ancone dei Camerlenghi arrivate dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e il ciclo delle Metamorfosi in prestito dalle Gallerie Estensi di Modena, le riflessioni di Vedova sui dipinti del maestro rinascimentale - La Crocifissione (1942), la Moltiplicazione dei pani e dei pesci (1947), lo Studio da Sogno di San Marco di Tintoretto (1956) - e il loro superamento nella gigantesca installazione …in continuum, compenetrazione / traslati ‘87/‘88, composta da oltre cento tele.
“Per la prima volta questa mostra delinea con estrema scientificità i processi della formazione del pensiero del giovane Vedova sui testi pittorici di Tintoretto”, afferma la curatrice Gabriella Belli: “Il percorso ordinato e visionario allo stesso tempo proietta il pubblico nella piena maturità del pittore veneziano, quando era ancora forte il debito verso la pittura incandescente e premonitrice di Tintoretto. L’intensità si coglie anche nella monumentale opera di Vedova …in continuum, cento e più tele, un lavoro unico, quasi un omaggio in felice competizione con lo sforzo creativo dei grandi teleri veneziani del suo profeta Tintoretto”.
Tintoretto Vedova. In dialogo è dedicata alla memoria di Vittorio Viale (1891-1977), tra i più significativi direttori museali del Novecento, che portò a Palazzo Madama il Museo Civico di Torino e creò la Galleria Civica d’Arte Moderna, in una riflessione sull’antico capace di generare il contemporaneo.

Vedova Tintoretto. In dialogo. Palazzo Madama - Museo Civico di Torino. Photo Gonella
Curata da Gabriella Belli e Giovanni Carlo Federico Villa, e promossa dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, l’esposizione presenta nella prestigiosa cornice dell’Aula del Senato del Regno d’Italia circa 50 capolavori di entrambi: testimonianze dell’articolata e ininterrotta conversazione intercorsa tra i due fin dagli anni giovanili di Vedova, per arrivare alla piena maturità, quando l’astro di Tintoretto è ben lungi dal tramontare sull’orizzonte dell’artista.

Jacopo Robusti detto Tintoretto, Autoritratto, circa 1528. Photo RMN Grand Palais, Musée du Louvre, Paris - Ph. Jean-Gilles Berizzi; Emilio Vedova, 1984 - Ph. Paolo Mussat Sartor
“Tintoretto è stato una mia identificazione”, scrive Vedova: “Quello spazio appunto una sede di accadimenti. Quella regia a ritmi sincopati e cruenti, magmatici di energie di fondi interni di passioni di emotività commossa…”. Un legame che si alimenta ogni giorno tra i canali di Venezia, con la frequentazione di chiese e palazzi che ancora oggi custodiscono i dipinti del maestro cinquecentesco.
Dopo aver sedotto Goethe, Stendhal, Henry James, John Ruskin - “non sono mai stato così completamente annichilito di fronte a una mente umana come lo sono stato oggi”, affermava lo scrittore e critico inglese dopo aver visto le tele del Robusti - Tintoretto rivela a Vedova il segreto per “trasformare la tecnica da mero strumento espressivo di belle forme in una lama affilata capace di incidere nella storia”, scrivono i curatori. Da lui l’artista novecentesco, definito da qualcuno il fratello italiano di Pollock, “trae ispirazione per temi e contenuti, ricava basilari insegnamenti per dominare lo spazio della tela, tradurre in colore la luce delle sue composizioni, modellare nel gesto rapido senza esitazioni le forme che scaturiscono dal suo nuovo segno, che già nel 1948 lascia ogni tentazione figurativa per risolversi nell’astrazione”.

Vedova Tintoretto. In dialogo. Palazzo Madama - Museo Civico di Torino. Photo Gonella
I frutti sono visibili nella mostra torinese, che indaga affinità e dissonanze, sottolineando la forza di un dialogo lungo una vita. Il percorso è costellato di opere preziose, a partire dall’Autoritratto di Tintoretto del 1528, eccezionale prestito del Louvre, capolavoro paradigmatico per artisti come Édouard Manet, che lo considerava “il più bel quadro al mondo”, e perfino per filosofi come Jean-Paul Sartre. I visitatori di Palazzo Madama ammireranno le ancone dei Camerlenghi arrivate dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e il ciclo delle Metamorfosi in prestito dalle Gallerie Estensi di Modena, le riflessioni di Vedova sui dipinti del maestro rinascimentale - La Crocifissione (1942), la Moltiplicazione dei pani e dei pesci (1947), lo Studio da Sogno di San Marco di Tintoretto (1956) - e il loro superamento nella gigantesca installazione …in continuum, compenetrazione / traslati ‘87/‘88, composta da oltre cento tele.
“Per la prima volta questa mostra delinea con estrema scientificità i processi della formazione del pensiero del giovane Vedova sui testi pittorici di Tintoretto”, afferma la curatrice Gabriella Belli: “Il percorso ordinato e visionario allo stesso tempo proietta il pubblico nella piena maturità del pittore veneziano, quando era ancora forte il debito verso la pittura incandescente e premonitrice di Tintoretto. L’intensità si coglie anche nella monumentale opera di Vedova …in continuum, cento e più tele, un lavoro unico, quasi un omaggio in felice competizione con lo sforzo creativo dei grandi teleri veneziani del suo profeta Tintoretto”.
Tintoretto Vedova. In dialogo è dedicata alla memoria di Vittorio Viale (1891-1977), tra i più significativi direttori museali del Novecento, che portò a Palazzo Madama il Museo Civico di Torino e creò la Galleria Civica d’Arte Moderna, in una riflessione sull’antico capace di generare il contemporaneo.

Vedova Tintoretto. In dialogo. Palazzo Madama - Museo Civico di Torino. Photo Gonella
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