La Maddalena, tra peccato e penitenza

Luca Giordano, Maddalena col crocifisso, 1660 circa. Olio su tela, cm 127 x 178,5. Cosenza, Galleria Nazionale, inv. n. 92.

 

Dal 04 Settembre 2016 al 08 Gennaio 2017

Loreto | Ancona

Luogo: Museo-Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto

Indirizzo: piazza della Madonna

Curatori: Vittorio Sgarbi

Enti promotori:

  • Regione Marche
  • Anci Marche
  • Prelatura della Santa Casa Loreto
  • Fondazione Giovanni Paolo II

Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 6, ridotto scuole € 4

Telefono per informazioni: +39 071 9747198

E-Mail info: museoanticotesoro@gmail.com



Inizia con Simone Martini e finisce con Canova. Un viaggio emozionante nella storia dell’iconografia di Santa Maria Maddalena, attraverso “capolavori assoluti, senza eguali nel mondo che stanno nelle Marche” come ha definito Vittorio Sgarbi – curatore della Mostra “La Maddalena, tra peccato e penitenza” inaugurata a Loreto presso ilMuseo-Antico Tesoro della Santa Casa - le Maddalene di Carlo Crivelli di Montefiore dell’Aso  ( “che anticipa Klimt”) e di Orazio Gentileschi, ospitata a Fabriano e ora in mostra insieme ad altre 50 opere  fino all’8 gennaio 2017. 
Promossa dalla Regione Marche nell’ambito del progetto le Grandi Mostre del Giubileo 2016, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Marchigiana, La Prelatura Territoriale della Santa Casa di Loreto, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, l’Anci Marche e il Comune di Loreto, è organizzata dalla Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù e da Artifex. 
La Regione Marche ha puntato sulle Grandi Mostre e in particolare su questo appuntamento di assoluto rilievo a livello nazionale e internazionale, basti pensare che l’ultima esposizione dedicata alla Maddalena risale a trent’anni fa, a Firenze. 
“ Possiamo giocare a chiamarla mostra dell’Equivoco, lo stesso che hanno fatto i tantissimi pittori che nel corso del tempo hanno dedicato capolavori a questa Santa come a nessun altra, identificandola con la peccatrice penitente – ha detto Vittorio Sgarbi, ideando la mostra ci siamo attenuti a Papa Gregorio Magno che nel 591 identificò Maddalena e la peccatrice e forse discende da lì l’equivoco storico di tanti artisti. La figura della Maddalena comunque è molto umana, corporea ed essenziale nella vita di Gesù Cristo e la troviamo spesso “ai suoi piedi” o che urla il suo dolore alla Crocifissione. Certamente Maria Maddalena ha amato Gesù da stargli molto vicino e questo ha ispirato capolavori come quello di Crivelli, il ritratto più seduttivo mai visto della Maddalena.”

LA MOSTRA 
Prostrata ai piedi del Signore nell’atto di ungergli i piedi con essenze preziose, oppure dolente e piangente abbracciata al legno della croce, infine lieta di recare l’annuncio della Resurrezione agli apostoli, la figura della Maddalena, esempio paradigmatico di conversione, ha destato l’interesse dei maggiori artisti dal Medioevo al Neoclassicismo e questa mostra, attraverso una selezione di capolavori che illustrano vari momenti della sua vita, intende presentarne gli episodi più significativi. 
L’arte marchigiana propone una serie suggestiva di immagini della santa a partire dalla tavola di Carlo Crivelli di Montefiore dell’Aso nella quale l’artista veneziano la ritrae nelle vesti di una provocante ragazza dallo sguardo tentatore, mentre la fenice ricamata sulla manica dell’abito elegante evoca il suo percorso di conversione alla fede: nell’età della controriforma la santa conosce un periodo di grande fortuna nell’iconografia sacra, testimoniata, ad esempio nella tela di Orazio Gentileschi della chiesa della Maddalena di Fabriano. 
Persino Antonio Canova, scultore generalmente poco attento alle tematiche religiose in linea con il laicismo prevalente nei suoi anni, ha affrontato la figura della Maddalena mostrando il momento del suo ravvedimento, a conferma che il percorso di fede della giovane peccatrice potesse rappresentare per l’affermato scultore veneto un nuovo cimento artistico. 
Vittorio Sgarbi, curatore della mostra, annuncia in anteprima, proprio nell’occasione dell’apertura dell’esposizione lauretana, l’uscita del suo romanzo: “Diario di un amore. Il vangelo secondo Maddalena” dedicato alla santa, e ricalca come Maria di Magdala possa essere definita il “femminile” di san Pietro. 

LE OPERE 
Nel parlare della sua mostra, Vittorio Sgarbi, racconta, innanzitutto, la tipicità dell’evento giubilare che mette al centro dell’attenzione una santa. Una santa importante e per di più nella condizione del pentimento, d’altra parte il tema del pentimento è il tema centrale della visione cristiana. A Loreto, il più importante tempio della civiltà cristiana dopo San Pietro e con Assisi, lo scenario si aprirà sulla Maddalena, e su quelle opere che della santa restituiscono immagini di grande bellezza, sensualità e intensità. 
 
Nella scena dell’arte sono soltanto due i santi che determinano una visione poetica e che hanno visto innumerevoli interpretazioni pittoriche o plastiche, San Sebastiano e la Maddalena. Due santi che determinano attrazione, innamoramento e passione. Per questa ragione Vittorio Sgarbi ha scelto il tema e l’iconografia della Maddalena che nel tempo e nella storia hanno prodotto opere sublimi. 
Fra le opere in mostra “La Maddalena” di Carlo Crivelli che, come sottolinea il curatore “è quasi un Klimt”. In un percorso espositivo che vede al suo centro le maddalene, meravigliose e con un atteggiamento sensuale e insieme di pentimento, si connotano, per esempio, “La Maddalena in meditazione” di Guido Cagnacci, l’“Estasi della Maddalena” di Ignazio Stern, di proprietà dello stesso curatore, dove si vede una Maddalena circondata da bambini che sembrano attratti da questa figura femminile ignuda, e la “Cena in casa di Simone” di Moretto da Brescia. 
 
La Maddalena ha determinato degli assoluti capolavori, tra i quali vanno ricordati la sublime “Maddalena penitente” di Orazio Gentileschi che è nelle Marche, e “La Maddalena” di Giovanni Francesco Guerrieri. In questa rassegna si incrocia, inoltre, una posizione interessante dell’arte marchigiana, fra Guerrieri, Crivelli, Gentileschi, opere nelle Marche anche di artisti non marchigiani. Per restare nelle Marche, il curatore sottolinea come Lorenzo Lotto sia uno dei pochi pittori che ha abbandonato il tema, e non se ne comprende la ragione, vista la delicatezza e sensibilità psicologica del Lotto. In tempi più recenti è certamente da citare la meravigliosa “Maddalena penitente” di un piccolo pittore, Antonio Cavallucci, ma di una dolcezza senza fine. 
 
Certamente si potrebbero trovare opere sul tema della Maddalena anche nel ‘900, ma il limite di questa rassegna è il Canova con la “Maddalena penitente”, e uno straordinario nucleo di tre disegni della Maddalena, mentre l’inizio è segnato da “La Maddalena” di Simone Martini, caratterizzata dall’eleganza del vestire e dal gesto di tenere in mano un vetro dove sono contenute le sue lacrime o gli unguenti per curare Gesù. Fra le opere di altissima qualità sono presenti la “Maddalena piangente” di Guido Mazzoni, la “Maddalena in contemplazione della croce” di Matteo Loves, e “La Maddalena” di Desiderio da Settignano. 
Con le oltre cinquanta opere costituenti l’intero percorso espositivo e provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, si attraversano cinque secoli di storia dell’arte. L’iconografia della Maddalena, che tanta fortuna ha avuto nella pittura e nella scultura, si racconta in modo esauriente. 
 
Orari 
Dal Lunedì al venerdì: 10.00/19.00 
Sabato e domenica: 10.00/20.00 

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