RE-COLLECTING - Morandi racconta. Il fascino segreto dei suoi fiori

Giorgio Morandi, Fiori, 1957, (V.1020), olio su tela, cm. 22,5 x 28. Collezione Enos e Alberto Ferri. Deposito in comodato gratuito al Museo Morandi da luglio 2020

 

Dal 25 Settembre 2020 al 15 Novembre 2020

Bologna

Luogo: Museo Morandi

Indirizzo: via Don Minzoni 14

Curatori: Alessia Masi

Telefono per informazioni: +39 051 6496611

Sito ufficiale: http://www.mambo-bologna.org/museomorandi/



L’attività di mostre temporanee, che con l’emergenza Covid-19 aveva necessariamente subito un forte rallentamento, riprende al MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna e al Museo Morandi con RE-COLLECTING, un nuovo ciclo di cinque focus espositivi che, da fine settembre 2020 a gennaio 2021, approfondirà temi legati alle collezioni permanenti indagandone aspetti particolari e valorizzandone opere solitamente non visibili, o non più esposte da tempo.
Già nel titolo, RE-COLLECTING, un ciclo ideato da Lorenzo Balbi che si avvale della curatela dello staff dei due musei, dichiara la volontà di leggere le collezioni museali attraverso uno sforzo interpretativo che proponga prospettive originali e quando possibile inusuali, che possano rinnovare la relazione tra l’opera e il visitatore proponendo nuovi percorsi espositivi e di senso.

Si parte venerdì 25 settembre con Morandi racconta. Il fascino segreto dei suoi fiori, a cura di Alessia Masi, focus dedicato a un soggetto che Giorgio Morandi amava particolarmente: i fiori.
I 13 lavori esposti, prevalentemente dipinti, si collocano in un arco di tempo che va dal 1924 al 1957, partendo dal dipinto appartenente al Museo Morandi, con i papaveri appena raccolti, per arrivare a quello di collezione privata in cui quella stessa varietà di fiore è raffigurato in un modello realizzato in seta come lo sono le rose, soggetto che ricorre nelle altre nove tele esposte.

Per offrire suggestioni sulle modalità di lavoro di Morandi, sono visibili in mostra anche due oggetti in porcellana provenienti da Casa Morandi, insieme a ciò che resta di quei fiori di seta o essiccati che, proprio per la loro durata perenne, erano i prediletti dell’artista come modelli di rappresentazione. Ad arricchire il percorso, due acqueforti in cui si affronta lo stesso tema, utilizzando fiori veri e freschi, oltre ad una selezione di lettere e documenti.
La mostra si conclude con un video in cui la curatrice Alessia Masi approfondisce il tema dei fiori lungo l'arco della ricerca morandiana.

Giorgio Morandi affronta il tema floreale nell'arco di tutta la sua ricerca artistica, preferendo ai fiori freschi, rappresentati principalmente nelle opere giovanili, quelli essiccati o di seta, raffinatissimo prodotto dell'artigianato bolognese del Settecento, che mantengono inalterato il loro stato e non subiscono variazioni nel tempo indipendenti dalla volontà dell'autore.
Alla pari degli altri soggetti, anche i fiori sono per Morandi solo un pretesto necessario per studiare gli aspetti della composizione, eliminando il superfluo per far affiorare la sostanza, l'essenza. Ciò che gli interessa non è tanto cogliere la fragilità organica del fiore, il suo naturale disfacimento, quanto studiarne la forma, il colore e gli aspetti luministici per andare alla radice del visibile, restituendo al visitatore dei brani di pura poesia.

Morandi rappresenta i fiori sempre soli, unici protagonisti della scena, a differenza di altri artisti come Renoir – da lui molto amato e studiato – che li inseriscono in composizioni più articolate. Per Morandi l'unica variante è costituita dai vasi, talvolta rappresentati per intero o talvolta solo parzialmente, prevalentemente bianchi, dal corpo allungato e, in pochissimi casi, decorati con qualche motivo ornamentale. La loro forma è sempre rigorosamente funzionale alla composizione spaziale e in alcune opere si intravede solo l'imboccatura per concentrare l'attenzione dell'osservatore sul mazzo di fiori.

Quello fra il 1920 e il 1924 è uno dei periodi in cui è più intensa la ricerca morandiana su questo tema. Spesso l’artista prepara sulla tela uno sfondo circolare entro cui, in modo altrettanto sferico, si iscrivono i fiori presentati da Morandi come un'entità organica policroma e multiforme, senza alcun indugio descrittivo sulla qualità dei petali e dei boccioli, quasi l’aggregarsi delle corolle costituisse un oggetto a sé stante. La stessa cosa si ripete in alcune incisioni, dove la lastra viene lavorata solo entro un dato perimetro a lieve tratteggio, al centro del quale si colloca l'elemento vegetale.
Se nei fiori dei primi anni si sente il debito nei confronti della pittura di Rousseau, Cézanne, Chardin e soprattutto di Renoir (nella resa carnale e sensuale delle corolle), a partire dagli anni Cinquanta, invece, i fiori sono ridotti ad una forma geometrica tondeggiante, in uno spazio indefinito e quasi senza respiro.
Il tema viene affrontato da Morandi non solo in pittura e nell'incisione, ma anche nel disegno e nell'acquerello, con composizioni in cui sono evidenti l'estrema semplicità della forma, la volumetria dei piccoli recipienti e l'ombra che proiettano sullo sfondo, per raggiungere, specie nelle opere degli ultimi anni, quote di astrazione e dematerializzazione uniche, diventando pura atmosfera.

Una curiosità non nota a tutti è la finalità con la quale Morandi dipingeva una parte dei quadri di fiori: spesso si trattava di regali ad amici cari come Roberto Longhi, Lionello Venturi, Piero Bigongiari, Eugenio Montale, Vittorio De Sica e Valerio Zurlini, oppure alle stesse sorelle, che li ricevevano in occasione dei compleanni, così come ad altre donne legate all’artista da un profondo rapporto di amicizia e stima.

Morandi racconta. Il fascino segreto dei suoi fiori fornisce anche occasione per presentare al pubblico due nuovi dipinti pervenuti al Museo Morandi in comodato grazie alla generosità di Enos e Alberto Ferri: Fiori, 1946 (V. 501) e Fiori, 1957 (V. 1021).
Si conferma così il rapporto di stima e fiducia che lega i collezionisti all’Istituzione Bologna Musei: i due nuovi lavori si aggiungono infatti a quelli concessi in comodato in precedenza, la Natura morta, 1931 (V.167), il Paesaggio, 1940 (V.283) e la Natura morta, 1960 (P.1960/5).

L'esposizione sarà accompagnata da un'agile pubblicazione realizzata dall'ufficio editoriale dell'Area Arte Moderna e Contemporanea con un testo della curatrice e immagini delle opere, in distribuzione gratuita per il pubblico.

Dopo questo primo focus, RE-COLLECTING prosegue alternando approfondimenti sulle collezioni di MAMbo e Museo Morandi. Nel caso del Museo d'Arte Moderna di Bologna sono previsti dialoghi e intersezioni con le collezioni di altri musei dell'Istituzione Bologna Musei, quali il Museo Civico Archeologico, il Museo del Patrimonio Industriale e il Museo internazionale e biblioteca della musica.

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