Anselm Roehr. Dante Alighieri Comedia - Tra la perduta gente

Anselm Roehr. Dante Alighieri Comedia - Tra la perduta gente

 

Dal 01 Novembre 2012 al 18 Novembre 2012

Brescia

Luogo: San Zenone all'Arco

Indirizzo: vicolo San Zenone

Orari: da mercoledì a domenica 16-19

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 030 45551

E-Mail info: carmelafausto.mor@alice.it


L’intero ciclo dantesco di Anselm Roehr, composto da 86 tavole a china che illustrano altrettanti passi tratti dalle tre cantiche della Divina Commedia, venne presentato nel 2008 al Museo Diocesano in occasione della prima esposizione a Brescia dell’artista, nato a Francoforte e a lungo residente tra Monaco e Gardone Riviera. Ora la ripresa delle quaranta tavole dell’Inferno inaugura un progetto, condiviso da Associazione per l’Arte Le Stelle e U.C.A.I., di ripresa del grande poema attraverso una serie di mostre a tema che consentiranno di indicare alcune possibilità di interpretazione dei testi attraverso il linguaggio figurativo contemporaneo. Tutta l'arte di Roehr, infatti, muove dal testo e diventa un modo per commentarlo visivamente, entrando in rapporto con esso fino a cercare le più nascoste risonanze che investono insieme la parola scritta, l'esperienza esistenziale e quella artistica. Roehr parte dal testo scegliendo prima di tutto la fonte, l'opera e poi trovando i passi da illustrare. La scelta delle fonti, dalla Commedia dantesca alla Bibbia o alla Morte di Virgilio di Hermann Broch, è guidata dal personale stato esistenziale, al punto che il percorso creativo viene a coincidere con quello artistico culminando in una intensa riflessione sulla condizione umana. L'elemento figurativo è creato solo per cenni fino a raggiungere una eccezionale concisione. 

Testo e immagine in Roehr costituiscono un dittico inscindibile simile all'intreccio di essenze diverse che tuttavia danno origine a qualcosa di più comprensibile o meglio di più intelligibile. Senza dubbio la densità dei testi scelti dall'artista per intessere il suo dialogo è il motivo della straordinaria concentrazione segnica che ne deriva: come se il segno, appunto, fosse costretto a diventare denso come le parole scritte. Basterebbe guardare il processo di progressivo alleggerimento che le chine di Roehr subiscono dall'Inferno al Paradiso della Commedia dantesca: così nell’Inferno in particolare è l'impeto a dominare anche nel segno e accompagna bene non tanto la fantasia della descrizione quanto la pesantezza del lessico. Tutta l'opera di Roehr non ha come intenzione quella di trattare un tema in senso astratto o di illustrare un episodio: la lettura profonda del testo e lo strettissimo rapporto tra scritto e immagine è una voluta scelta di campo che punta verso l'approfondimento di quel momento, di quel tema, di quella esatta porzione di problema. 

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