Amoenissimis … aedificiis. Lo scavo di piazza Marconi a Cremona. Vol. 1 - lo scavo
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Amoenissimis … aedificiis. Lo scavo di piazza Marconi a Cremona. Vol. 1 - lo scavo
Dal 28 Giugno 2017 al 28 Giugno 2017
Milano
Luogo: Palazzo Litta
Indirizzo: corso Magenta 24
Enti promotori:
- Segretariato Regionale per la Lombardia - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Mercoledì 28 giugno alle ore 17 a Palazzo Litta, sede del Segretariato Regionale per la Lombardia del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, sarà presentato il primo dei due volumi dedicati agli scavi di piazza Marconi a Cremona da Giuseppe Stolfi, Soprintendente Archeologia Architettura Belle Arti e Paesaggio di Bergamo, Brescia e Cremona, Elisabetta Roffia, già Soprintendente ai Beni Archeologici della Lombardia e Daniela Scagliarini Corlaìta, Professore emerito di archeologia classica dell’Università agli Studi Bologna, alla presenza degli autori.
Il libro “Amoenissimis … aedificiis. Lo scavo di piazza Marconi a Cremona. Vol. 1 – lo scavo”, a cura di Lynn Arslan Pitcher con Ermanno A. Arslan, Paul Blockley e Marina Volonté, già presentato a Cremona il 22 giugno nella Sala della Consulta, restituisce, dopo anni di studi e di approfondimenti, i risultati delle campagne di scavo condotte dai funzionari archeologi del Ministero dei beni culturali fin dall’inizio, 34 anni fa, in occasione della costruzione di un parcheggio sotterraneo nell’area. Le indagini archeologiche nel cantiere, il restauro degli eccezionali materiali rinvenuti hanno permesso anche la creazione del nuovo museo archeologico di Cremona, oltre a due mostre e alle due pubblicazioni (il completamento della ricerca verrà infatti riportato in un secondo volume).
La ricca documentazione raccolta in tutte le fasi di scavo, ha dato la possibilità di ricostruire le importanti novità sull’impianto urbanistico, le tecniche costruttive e gli aspetti socio-economici di Cremona romana: un arricchimento per gli studi archeologici ma anche per la città e per tutti coloro che vogliono preservare la memoria del passato.
Nello studio complessivo dello scavo e dei reperti sono stati impegnati oltre trenta studiosi, afferenti a istituti di ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico, che già hanno presentato agli specialisti del settore contributi scientifici nell’ambito di convegni e/o pubblicazioni tematiche.
Il primo volume è diviso in quattro parti; le prime tre, “Vivere a Cremona”, “Cancellare Cremona”, “Ricostruire Cremona”, ospitano contributi di impostazione storica e storico-archeologica, dedicati alle fasi della città romana prima e dopo le devastazioni del 69 d.C. da parte dell’esercito di Vespasiano, vincitore della guerra civile per la successione al trono imperiale (proprio dalla descrizione tacitiana degli eventi è tratta la citazione che dà il titolo all’opera).
La quarta parte è specificamente dedicata ai risultati dello scavo, con la suddivisione per fasi dall’età tardorepubblicana (a partire dalla metà del II secolo a.C.) fino all’Alto Medioevo (VIII secolo d.C.).
Qui trovano posto gli studi sulle tre domus che occupavano il quartiere, affacciato sul cardo maximus verso il limite meridionale della città.
Ad esse, come consuetudine, sono stati attribuiti nomi che ne ricordano la caratteristica peculiare: la Domus del Ninfeo, la Domusdelle Buche Rosse e la Domus del Peristilio.
Della prima, la più lussuosa e della quale si conservano le testimonianze più significative, vengono presentate ricostruzioni tridimensionali, relative sia all’insieme, sia a singole parti delle architetture.
Al fine di presentare una documentazione il più possibile dettagliata e rendere il volume più interessante e appassionare tutti i possibili lettori, particolare attenzione è stata dedicata all’apparato iconografico, sia per quanto riguarda la parte fotografica, sia per quella grafica e ricostruttiva.
<Attraverso un piano bene organizzato di gestione complessiva, gli archeologi di piazza Marconi sono riusciti a trasformare la documentazione di uno scavo nella storia di una città.
Aver saputo mettere in luce il filo conduttore che lega fra loro le varie fasi di questa storia è uno dei grandi meriti di una impresa archeologica e culturale di notevole impegno.
Essa rimane come testimonianza di un metodo che onora l’archeologia lombarda e non solo e che dimostra come l’auspicio per un’Italia attenta al suo patrimonio più antico sia concretamente realizzabile>.
(Gemma Sena Chiesa in uno dei testi introduttivi).
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