Gianni Pettena. B.E. (Beyond Environment)

© Gianni Pettena | Gianni Pettena, Ice House II, Minneapolis, USA, 1971
Dal 26 Settembre 2015 al 29 Novembre 2015
Lissone | Milano
Luogo: Museo d’Arte Contemporanea
Indirizzo: viale Padania 6
Orari: mercoledì e venerdì, 10-13; giovedì, 16-23; sabato e domenica, 10-12 / 15-19
Curatori: Amit Wolf, Emanuele Piccardo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 039 7397368 / 039 2145174
E-Mail info: museo@comune.lissone.mb.it
Sito ufficiale: http://www.museolissone.it/
Dal 26 settembre al 29 novembre 2015, al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (MB) si terrà la mostra B.E. (acronimo di Beyond Environment) che esplora l’interscambio tra architettura, Land Art e Performance Art emerso attraverso la collaborazione di Gianni Pettena con artisti operanti in America negli anni Settanta.
L’esposizione, curata da Amit Wolf e Emanuele Piccardo, presenta una trentina di opere, video e documenti concernenti l’attività di Pettena in rapporto alle coeve ricerche di Allan Kaprow, Robert Smithson, Gordon Matta-Clark, e al movimento Radical in cui militavano i gruppi UFO, Superstudio, 9999 e Ugo La Pietra.
Durante le sue prime escursioni negli Stati Uniti, Gianni Pettena (conosciuto a livello internazionale come “anarchitetto”, definizione da lui coniata per definire la propria attitudine professionale) produsse una serie di environment che denotano una sensibilità affine alle ricerche di maestri quali Gordon Matta-Clark e Robert Smithson. Nella sua prolifica carriera, Pettena ha prodotto un corpo straordinariamente eterogeneo di lavori che spaziano dalle “architetture inconsce” incontrate nel Midwest americano fino alla manipolazione dei materiali naturali, che hanno contribuito a creare alcuni dei suoi più noti e importanti interventi ambientali (realizzati in grande scala in contesti paesaggistici o urbani), tra cui la Ice House del 1971 e la Clay House del 1972 che furono antesignane di quella disciplina transazionale che mescolava l’arte con l’architettura.
La rassegna, in cui sarà esposto un nutrito corpus di opere di Pettena, presenterà anche un articolato corollario di fotografie, video, disegni, progetti e documenti di autori americani e italiani. L’iniziativa al museo permetterà quindi di riconsiderare il fermento creativo degli anni Settanta, mettendo in relazione le creazioni di Gianni Pettena con quelle di Smithson, Matta-Clark, Kaprow e del Living Theatre, individuando inoltre tangenze con le ricerche in ambito italiano, come nel caso di Ugo La Pietra e dei coevi gruppi fiorenti: UFO, Superstudio, 9999.
Gianni Pettena (Bolzano, 1940; vive e lavora a Firenze) è tra i fondatori, alla fine degli anni '60, del movimento “architettura radicale” a Firenze insieme a Superstudio, Archizoom e UFO. Nel 1972 realizza la sua prima mostra personale alla John Weber Gallery a New York. Negli anni successivi si dedica sia all'attività di artista, che a quella accademica, la quale lo porterà ad insegnare per un lungo periodo negli anni Settanta nelle Università americane, dove incontrerà i protagonisti della Land Art, della musica sperimentale e dei movimenti studenteschi. I linguaggi sulla ricerca ‘spaziale’ dell’arte e della conceptual art sono da lui adottati e condotti in territori inusuali, soprattutto per la dimensione performativa dominata dalla casualità dell'esperienza diretta. Il suo lavoro è stato presentato in musei e istituzioni come la Biennale di Venezia, il Mori Museum di Tokyo, il PAC di Milano, il Barbican Center di Londra, il Gamec di Bergamo, i centri Pompidou di Parigi e Metz, la Biennale di Berlino, il Padiglione Italia all’Expo 2010 di Shangai; UMOCA Salt Lake City (2013), FRAC Lorraine Metz (2014), e al Los Angeles Comtemporary Exibitions. Principali mostre personali: Base Spazio per l’arte, Firenze (2014), Frac Lorraine, Metz (2014), UMoCA, Salt Lake City (2013), Galleria Mercier & Associés, Parigi (2011), Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato (2010). Principali mostre collettive: Les Turbulences. Relief(s) – Designing the Horizon, Frac Centre, Orléans; Soleil politique. Il museo tra luce e ombra, MUSEION, Bolzano (2015); Beyond environment, LACE (Los Angeles Contemporary Exhibitions), Los Angeles; Le statue calde, Museo Marino Marini, Firenze(2014); Paint it Black, Le Plateau, Frac Ile-de-France, Parigi (2013); Véhicules rȇvés, Frac Centre, Orléans, Vienna e dintorni (2012).
L’esposizione, curata da Amit Wolf e Emanuele Piccardo, presenta una trentina di opere, video e documenti concernenti l’attività di Pettena in rapporto alle coeve ricerche di Allan Kaprow, Robert Smithson, Gordon Matta-Clark, e al movimento Radical in cui militavano i gruppi UFO, Superstudio, 9999 e Ugo La Pietra.
Durante le sue prime escursioni negli Stati Uniti, Gianni Pettena (conosciuto a livello internazionale come “anarchitetto”, definizione da lui coniata per definire la propria attitudine professionale) produsse una serie di environment che denotano una sensibilità affine alle ricerche di maestri quali Gordon Matta-Clark e Robert Smithson. Nella sua prolifica carriera, Pettena ha prodotto un corpo straordinariamente eterogeneo di lavori che spaziano dalle “architetture inconsce” incontrate nel Midwest americano fino alla manipolazione dei materiali naturali, che hanno contribuito a creare alcuni dei suoi più noti e importanti interventi ambientali (realizzati in grande scala in contesti paesaggistici o urbani), tra cui la Ice House del 1971 e la Clay House del 1972 che furono antesignane di quella disciplina transazionale che mescolava l’arte con l’architettura.
La rassegna, in cui sarà esposto un nutrito corpus di opere di Pettena, presenterà anche un articolato corollario di fotografie, video, disegni, progetti e documenti di autori americani e italiani. L’iniziativa al museo permetterà quindi di riconsiderare il fermento creativo degli anni Settanta, mettendo in relazione le creazioni di Gianni Pettena con quelle di Smithson, Matta-Clark, Kaprow e del Living Theatre, individuando inoltre tangenze con le ricerche in ambito italiano, come nel caso di Ugo La Pietra e dei coevi gruppi fiorenti: UFO, Superstudio, 9999.
Gianni Pettena (Bolzano, 1940; vive e lavora a Firenze) è tra i fondatori, alla fine degli anni '60, del movimento “architettura radicale” a Firenze insieme a Superstudio, Archizoom e UFO. Nel 1972 realizza la sua prima mostra personale alla John Weber Gallery a New York. Negli anni successivi si dedica sia all'attività di artista, che a quella accademica, la quale lo porterà ad insegnare per un lungo periodo negli anni Settanta nelle Università americane, dove incontrerà i protagonisti della Land Art, della musica sperimentale e dei movimenti studenteschi. I linguaggi sulla ricerca ‘spaziale’ dell’arte e della conceptual art sono da lui adottati e condotti in territori inusuali, soprattutto per la dimensione performativa dominata dalla casualità dell'esperienza diretta. Il suo lavoro è stato presentato in musei e istituzioni come la Biennale di Venezia, il Mori Museum di Tokyo, il PAC di Milano, il Barbican Center di Londra, il Gamec di Bergamo, i centri Pompidou di Parigi e Metz, la Biennale di Berlino, il Padiglione Italia all’Expo 2010 di Shangai; UMOCA Salt Lake City (2013), FRAC Lorraine Metz (2014), e al Los Angeles Comtemporary Exibitions. Principali mostre personali: Base Spazio per l’arte, Firenze (2014), Frac Lorraine, Metz (2014), UMoCA, Salt Lake City (2013), Galleria Mercier & Associés, Parigi (2011), Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato (2010). Principali mostre collettive: Les Turbulences. Relief(s) – Designing the Horizon, Frac Centre, Orléans; Soleil politique. Il museo tra luce e ombra, MUSEION, Bolzano (2015); Beyond environment, LACE (Los Angeles Contemporary Exhibitions), Los Angeles; Le statue calde, Museo Marino Marini, Firenze(2014); Paint it Black, Le Plateau, Frac Ile-de-France, Parigi (2013); Véhicules rȇvés, Frac Centre, Orléans, Vienna e dintorni (2012).
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