Kennedy Yanko. Because it’s in my blood

© Kennedy Yanko / Ph. Martin Parsekian | Kennedy Yanko, Space, 2020. Dettaglio

 

Dal 24 Settembre 2020 al 20 Novembre 2020

Milano

Luogo: Galleria Poggiali

Indirizzo: Foro Buonaparte 52

Orari: Martedì – Sabato: 10.30 - 13.30 / 15.00 – 19.00

Telefono per informazioni: +39 02 72095815



Lo spirito sovversivo del rame affilato e l’ambiguità percettiva della fragile pelle dalle tinte forti monocrome: dal 24 settembre al 20 novembre 2020, la Galleria Poggiali, nella sua sede di Milano, presenta Because it’s in my blood, prima personale in Italia dell’artista newyorchese Kennedy Yanko (St. Louis, 1988).
 
Dopo le importanti mostre degli ultimi anni negli USA, fra le altre quella al Museum of Contemporary Art di Detroit e quella alla galleria Kavi Gupta di Chicago, Kennedy Yanko lo scorso anno ha realizzato 3 WAYS, la sua prima opera pubblica presso il Poydras Corridor a New Orleans in collaborazione con The Helis Foundation e l’Ogden Museum of Art. Nello stesso anno è stata nominata per l’Art Forum’s “Critic’s Pick” e ha ricevuto il Colene Brown Art Prize dalla BRIC Arts Media. In questi stessi giorni Yanko inaugurera la sua personale, SALIENT QUEEN, presso la galleria VIELMETTER di Los Angeles.
 
Because it’s in my blood, è un omaggio a Betty Davis. Il titolo è preso in prestito dalla canzone F.U.N.K contenuta nell’album Nasty Gal del 1975. Simbolo di una generazione ed esempio di emancipazione sia per le donne che per la comunità afroamericana, Betty Davis, attraverso la sua musica, ha espresso la volontà di non dare per scontate le regole imposte da una società basata su principi ingiusti, gridando la sua indipendenza e rigettando tutte le regole alle quali, al tempo, e forse ancora oggi, la nostra società si aspetta che una donna afroamericana si attenga. Ora ritorna più attuale che mai la necessità di essere liberi, di esprimere sé stessi senza censure. Censurare qualcosa solo perché non si è in grado di comprenderlo significa privarsi, sia individualmente che collettivamente, di crescita, turbamento e messa in discussione.
 
In mostra nella galleria Milanese, sette nuove produzioni, frutto di una ricerca che l’artista porta avanti dal 2017; opere di dimensioni variabili, dalle più piccole, Jimmie e Space alla più grande Crow, sono tutte realizzate in bronzo e pelle dipinta. Si tratta di uno studio nato da una prima serie di lavori, Elements and Skin (2017), nella quale frammenti di metallo recuperato erano uniti a pelle di vernice policroma. Negli ultimi anni Kennedy Yanko ha continuato a lavorare su queste stesse coordinate attraverso un processo di sottrazione e semplificazione. Ispirata dai dipinti ad olio realizzati su supporti in rame tipicamente rinascimentali e dall’uso del colore monocromo tipico delle avanguardie del secolo scorso, l’artista ha sviluppato un corpus di lavori realizzati in rame di riuso e pelle verniciata a tinte monocroma. Le opere nascono da un processo mentale, l’impiego materiali di recupero, che portano con sé il proprio vissuto, consente nel loro riutilizzo, una nuova vita.
Per Kennedy Yanko è fondamentale porre lo spettatore davanti al non ovvio e farlo ragionare su come noi tutti abbiamo un’idea predefinita di qualsiasi cosa. Davanti ad un’opera d’arte pensiamo di aver già capito tutto, mentre in realtà abbiamo solamente grattato la sua superficie. Il metallo fa pensare subito all’industria, alla tecnologia ma per quest’artista non c’è niente di più lontano: il rame ad esempio, è un’entità vivente, con una sua anima e una sua storia, ognuno dei suoi lavori ha un suo portato e una sua sensibilità.
Le opere esposte in Because it’s in my blood si sottraggono alle aspettative, alle associazioni e alle nozioni preconcette nello spirito di Betty Davis, dei surrealisti e di coloro che lottano continuamente per annullare la fissità delle concezioni umane. I lavori contengono uno spirito sovversivo, invitano lo spettatore a esaminarli e riesaminarli, richiedono del tempo. A prima vista, il rame affilato sostiene l’installazione e la pelle fragile, scivola via. Dall’altro, la pelle si arrampica all'interno delle cavità di rame. Le dinamiche relazionali sono aperte e indefinite, in continua evoluzione. Un’irrisolvibile ambiguità.
 
In occasione della mostra verrà realizzato un volume edito dalla Galleria Poggiali contenete un testo critico dello scrittore e curatore newyorchese Cristian Viveros-Fauné. Viveros-Fauné collabora con importanti testate internazionali, di settore e non, come ad esempio Art in America, artnet, Artnews, ArtNexus, Frieze, The New Yorker e The New York Press; si ricordano inoltre alcuni dei suoi testi critici scritti per mostre di grande successo, fra cui, Authentic/Ex-centric: Conceptualism in Contemporary African Art (49° Biennale di Venezia), Beuys and Beyond (Deutsche Bank Collection traveling exhibition), Ahmed Alsoudani (Phoenix Art Museum, Phoenix, USA).
 
Kennedy Yanko (St. Louis, 1988; vive e lavora a Brooklyn) è un’artista visuale che lavora principalmente con metalli di riuso e pelle dipinta. Si è formata presso il San Francisco Art Institute. La sua ricerca si concentra sull’ambiguità della percezione e sull’importanza dell’astrazione come strumento di conoscenza.
Dal debutto delle sue prime sculture “Elements and Skin” nella mostra collettiva curata da Derrick Adams Hidden in Plain Sight presso il Jenkins Johnson Project Space, Brooklyn, NY, (2017), Yanko ha esposto regolarmente in gallerie e fiere nazionali e internazionali.
Fra le sue recenti mostre: Highly Worked, alla Denny Dimin Gallery di New York; Hannah presso Kavi Gupta a Chicago e Before Words presso l’UICA a Grand Rapids, (2019), in contemporanea alla mostra Because it’s in my blood, Yanko presenta SALIENT QUEEN, presso la galleria VIELMETTER LOS ANGELES.
Ha esposto nella collettiva Cry of Victory and Short Walks to Freedom come parte del progetto nazionale di Hank Willis Thomas For Freedom (2018), ed è stata invitata ad esporre con Parallels and Peripheries al Museum of Contemporary Art di Detroit (2019).
I suoi lavori fanno parte della JP Morgan Chase Collection, e nelle collezioni di Beth Rudin deWood e Helyn Goldenberg. Nel 2018 è stata nominata “Artist of the week” dalla rivista Milk durante la Armory Week.
 
Inaugurazione giovedì 24.09.2020 dalle 18:30 alle 21:00

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