L'India dell'Impero Britannico
Dal 19 Maggio 2013 al 28 Giugno 2013
Milano
Luogo: Casa di Vetro
Indirizzo: via Luisa Sanfelice 3
Orari: da lunedì a sabato 14-19.30
Curatori: Alessandro Luigi Perna – History & Photography
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 55019565
E-Mail info: federica.candela@effeci-facciamocose.com
Sito ufficiale: http://www.lacasadivetro.com
Presso La Casa di Vetro di via Luisa Sanfelice 3, prodotta in collaborazione con EFF&CI – Facciamo Cose e in anteprima per l’Italia, si inaugura il 18 maggio dalle 16.00 alle 20.00 (ingresso libero) la mostra “L’India dell’Impero Britannico – Il Subcontinente nelle immagini della Società Geografica Italiana”. Aperta fino al 28 giugno, l’esposizione si snoda in un suggestivo percorso iconografico dell’India dei primi decenni del ‘900 attraverso ritratti in studio, immagini scattate nelle città e nelle campagne, foto di monumenti storici ed edifici dell’epoca coloniale. Ultima di quattro esposizioni in programma da novembre 2012 a giugno 2013, la mostra è inserita all’interno della rassegna History & Photography, il progetto curato da Alessandro Luigi Perna che ha per obiettivi principali raccontare la storia del mondo contemporaneo attraverso la fotografia, scoprire, valorizzare e rendere fruibili al pubblico archivi fotografici spesso frequentati solo dagli addetti ai lavori, e offrire la possibilità, quando archivi e autori lo consentono, di acquistare le immagini esposte a prezzi accessibili a tutti.
LA MOSTRA – Composta di 54 riproduzioni digitali di stampe originali conservate dalla Società Geografica Italiana, la mostra conduce il visitatore nell’India dei primi tre decenni del XX secolo. A scattare le immagini di cui si conoscono gli autori sono gli italiani Gino Bandini, Maurizio Piscicelli, Antonio Sturla, Massimo Terzano e Giotto Dainelli. Gino Bandini è in India nel 1903. Fotografa le città, i monumenti, le campagne, soffermandosi in particolare a ritrarre il gruppo etnico predravidico dei Bhil. Ma propone anche numerosi ritratti, in particolare di gruppi appartenenti alle diverse religioni e caste in cui è divisa la società indiana. Maurizio Piscicelli è in India tra il 1913 e il 1914. Fotografa soprattutto le città di Benares e Calcutta lasciandosi affascinare dal fiume Gange e dai riti religiosi induisti che si svolgono lungo le sue rive. Antonio Sturla nel subcontinente indiano è presente tra il dicembre del 1932 e il gennaio del 1933. I suoi soggetti preferiti sono le persone, spesso appartenenti ai ceti popolari, colte in strada o nelle campagne nella loro quotidianità. Massimo Terzano e Giotto Dainelli contribuiscono con immagini scattate durante le spedizioni esplorative e scientifiche sulle montagne dell’Himalaya a cui hanno preso parte. Il primo con uno scatto realizzato sulla catena del Karakoram. Il secondo con una foto tratta da una serie dedicata alle danze buddiste in Ladakh.
L’INDIA COLONIALE - Il Subcontinente indiano è colonia dell’Impero britannico dal 1857. Ma l’occidente ha cominciato a privare i regni indiani della propria indipendenza già a cominciare dal XVI secolo. I primi a interessarsi dell’India sono i portoghesi che a colpi di cannoni stabiliscono le loro basi commerciali lungo le coste dopo aver circumnavigato l’Africa alla ricerca di una nuova via delle spezie. Li seguono subito dopo olandesi, francesi e infine gli inglesi. A rendere fragile l’India e quindi appetibile agli occhi delle potenze occidentali sono le rivalità tra i vari regni e gruppi etnici in cui è divisa. La politica del “dividi et impera” viene applicata con estrema disinvoltura ed efficacia. A uscire vincitrice dalla competizione commerciale e militare tra stati europei è la Gran Bretagna per tramite della Compagnia Inglese delle Indie Orientali che nel 1856 controlla quasi completamente il subcontinente indiano. L’anno successivo una rivolta, che passerà alla storia come la prima guerra di indipendenza indiana, fa intervenire direttamente la corona inglese facendo dell’India una colonia a tutti gli effetti. L’indipendenza verrà concessa al paese solo nel 1947 grazie alla lotta non violenta del politico e filosofo indiano Mohandas Karamchand Gandhi, detto il Mahatma.
LA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA – L’Archivio fotografico della Società Geografica Italiana custodisce circa 200.000 fototipi (tra positivi, negativi, diapositive e cartoline). Si tratta per lo più di materiali rari, spesso inediti, relativi a contesti molto diversificati: l’arco temporale di riferimento è di circa 150 anni, poiché la collezione più antica risale al 1866 (spedizione francese nella valle del Mekong), mentre i fotoreportage di Franco Lubrani, tra le acquisizioni più recenti, raccontano la contemporaneità. La vasta gamma dei contenuti consente di trovare significativi rimandi all’Italia e a ciascuno dei cinque continenti. Anche la tipologia delle fotografie spazia da quelle paesaggistiche a quelle antropometriche, dalla ritrattistica alle immagini che documentano i resoconti di esploratori o responsabili di missioni scientifiche.
LA STAGIONE – E’ la mostra “British Mood – L’Inghilterra degli anni ’50 negli archivi di Tips Images”, esposta dal 10 novembre al 22 dicembre 2012, ad avere inaugurato la stagione 2012 - 2013 del progetto History & Photography a La Casa di Vetro di Milano. Il programma annuale è proseguito con “Wild West. 1861 – 1912: l’America dei Pionieri”, visitabile dal 25 febbraio al 30 marzo 2013, e l’anteprima per l’Italia di “Carl Simon. The Collection” allestita dal 6 aprile al 4 maggio 2013. A chiudere la stagione è “L’India dell’Impero Britannico – Il Subcontinente nelle immagini della Società Geografica Italiana”. In esposizione dal 18 maggio al 28 giugno 2013, realizzata in collaborazione con l'Archivio Fotografico della Società Geografica Italiana, la mostra è un viaggio nelle campagne e città indiane dei primi anni del XX secolo.
HISTORY & PHOTOGRAPHY - La fotografia ritrae e racconta la realtà ormai da quasi due secoli. È partendo da questo presupposto che nasce History & Photography, un progetto che si pone 3 obiettivi principali. Il primo è quello di realizzare e promuovere esposizioni e iniziative editoriali che raccontino con la fotografia e con testi giornalistici le storie delle società contemporanee, esaltando non solo la funzione narrativa delle immagini ma anche il loro valore estetico. Il secondo è quello di valorizzare e rendere fruibili al grande pubblico i tantissimi archivi fotografici storici spesso sconosciuti o frequentati solo dagli addetti ai lavori ma che conservano al loro interno gioielli ancora tutti da scoprire sia dal punto di vista artistico che documentaristico. Il terzo obiettivo è quello, quando archivi e autori lo consentono, di offrire agli appassionati la possibilità di acquistare le immagini che vedono in mostra (e non solo come di consueto i poster) finalmente a un prezzo contenuto con l’idea che la fotografia debba e possa essere una forma d’arte accessibile a tutti e non solo ai collezionisti.
LA MOSTRA – Composta di 54 riproduzioni digitali di stampe originali conservate dalla Società Geografica Italiana, la mostra conduce il visitatore nell’India dei primi tre decenni del XX secolo. A scattare le immagini di cui si conoscono gli autori sono gli italiani Gino Bandini, Maurizio Piscicelli, Antonio Sturla, Massimo Terzano e Giotto Dainelli. Gino Bandini è in India nel 1903. Fotografa le città, i monumenti, le campagne, soffermandosi in particolare a ritrarre il gruppo etnico predravidico dei Bhil. Ma propone anche numerosi ritratti, in particolare di gruppi appartenenti alle diverse religioni e caste in cui è divisa la società indiana. Maurizio Piscicelli è in India tra il 1913 e il 1914. Fotografa soprattutto le città di Benares e Calcutta lasciandosi affascinare dal fiume Gange e dai riti religiosi induisti che si svolgono lungo le sue rive. Antonio Sturla nel subcontinente indiano è presente tra il dicembre del 1932 e il gennaio del 1933. I suoi soggetti preferiti sono le persone, spesso appartenenti ai ceti popolari, colte in strada o nelle campagne nella loro quotidianità. Massimo Terzano e Giotto Dainelli contribuiscono con immagini scattate durante le spedizioni esplorative e scientifiche sulle montagne dell’Himalaya a cui hanno preso parte. Il primo con uno scatto realizzato sulla catena del Karakoram. Il secondo con una foto tratta da una serie dedicata alle danze buddiste in Ladakh.
L’INDIA COLONIALE - Il Subcontinente indiano è colonia dell’Impero britannico dal 1857. Ma l’occidente ha cominciato a privare i regni indiani della propria indipendenza già a cominciare dal XVI secolo. I primi a interessarsi dell’India sono i portoghesi che a colpi di cannoni stabiliscono le loro basi commerciali lungo le coste dopo aver circumnavigato l’Africa alla ricerca di una nuova via delle spezie. Li seguono subito dopo olandesi, francesi e infine gli inglesi. A rendere fragile l’India e quindi appetibile agli occhi delle potenze occidentali sono le rivalità tra i vari regni e gruppi etnici in cui è divisa. La politica del “dividi et impera” viene applicata con estrema disinvoltura ed efficacia. A uscire vincitrice dalla competizione commerciale e militare tra stati europei è la Gran Bretagna per tramite della Compagnia Inglese delle Indie Orientali che nel 1856 controlla quasi completamente il subcontinente indiano. L’anno successivo una rivolta, che passerà alla storia come la prima guerra di indipendenza indiana, fa intervenire direttamente la corona inglese facendo dell’India una colonia a tutti gli effetti. L’indipendenza verrà concessa al paese solo nel 1947 grazie alla lotta non violenta del politico e filosofo indiano Mohandas Karamchand Gandhi, detto il Mahatma.
LA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA – L’Archivio fotografico della Società Geografica Italiana custodisce circa 200.000 fototipi (tra positivi, negativi, diapositive e cartoline). Si tratta per lo più di materiali rari, spesso inediti, relativi a contesti molto diversificati: l’arco temporale di riferimento è di circa 150 anni, poiché la collezione più antica risale al 1866 (spedizione francese nella valle del Mekong), mentre i fotoreportage di Franco Lubrani, tra le acquisizioni più recenti, raccontano la contemporaneità. La vasta gamma dei contenuti consente di trovare significativi rimandi all’Italia e a ciascuno dei cinque continenti. Anche la tipologia delle fotografie spazia da quelle paesaggistiche a quelle antropometriche, dalla ritrattistica alle immagini che documentano i resoconti di esploratori o responsabili di missioni scientifiche.
LA STAGIONE – E’ la mostra “British Mood – L’Inghilterra degli anni ’50 negli archivi di Tips Images”, esposta dal 10 novembre al 22 dicembre 2012, ad avere inaugurato la stagione 2012 - 2013 del progetto History & Photography a La Casa di Vetro di Milano. Il programma annuale è proseguito con “Wild West. 1861 – 1912: l’America dei Pionieri”, visitabile dal 25 febbraio al 30 marzo 2013, e l’anteprima per l’Italia di “Carl Simon. The Collection” allestita dal 6 aprile al 4 maggio 2013. A chiudere la stagione è “L’India dell’Impero Britannico – Il Subcontinente nelle immagini della Società Geografica Italiana”. In esposizione dal 18 maggio al 28 giugno 2013, realizzata in collaborazione con l'Archivio Fotografico della Società Geografica Italiana, la mostra è un viaggio nelle campagne e città indiane dei primi anni del XX secolo.
HISTORY & PHOTOGRAPHY - La fotografia ritrae e racconta la realtà ormai da quasi due secoli. È partendo da questo presupposto che nasce History & Photography, un progetto che si pone 3 obiettivi principali. Il primo è quello di realizzare e promuovere esposizioni e iniziative editoriali che raccontino con la fotografia e con testi giornalistici le storie delle società contemporanee, esaltando non solo la funzione narrativa delle immagini ma anche il loro valore estetico. Il secondo è quello di valorizzare e rendere fruibili al grande pubblico i tantissimi archivi fotografici storici spesso sconosciuti o frequentati solo dagli addetti ai lavori ma che conservano al loro interno gioielli ancora tutti da scoprire sia dal punto di vista artistico che documentaristico. Il terzo obiettivo è quello, quando archivi e autori lo consentono, di offrire agli appassionati la possibilità di acquistare le immagini che vedono in mostra (e non solo come di consueto i poster) finalmente a un prezzo contenuto con l’idea che la fotografia debba e possa essere una forma d’arte accessibile a tutti e non solo ai collezionisti.
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