Monica Marioni. Fame!

Monica Marioni. Fame!

 

Dal 06 Agosto 2015 al 27 Agosto 2015

Milano

Luogo: Museo Fondazione Luciana Matalon

Indirizzo: Foro Buonaparte 67

Orari: da martedì a sabato 10-19

Curatori: Igor Zanti

Enti promotori:

  • Comune di Milano
  • Expo Milano 2015

Costo del biglietto: ingresso gratuito


Progetto espositivo di Monica Marioni per Museo Fondazione Luciana Matalon, nell’ambito di Expoincittà e PAN| Palazzo delle Arti Napoli, a cura di Igor Zanti. La mostra porta alla luce gli appetiti più inquietanti dell’individuo ed il lato oscuro del rapporto tra cibo e mente umana, nel momento di massima celebrazione internazionale della nutrizione. 

FAME! è una mostra che nasce dalla capacità di Monica Marioni di mettersi in gioco sorprendendo, innovando e sperimentando. FAME! evidenzia il lato oscuro del nutrirsi nel pianeta, riportando l’attenzione sui disturbi e le nevrosi legate al cibo e per estensione ad ogni altro tipo di appetito che sperimentiamo quotidianamente, per il successo, il denaro, il sesso e così via. 

FAME! nasce dalla conoscenza diretta dell’artista di alcune di queste nevrosi: di cosa ho fame? è la semplice domanda da porsi; di che cosa si ha davvero fame? Qual è il vero bisogno? Nessuno mangia per soddisfare semplicemente la 'fame biologica, spesso si assume cibo in maniera incontrollata indipendentemente dal senso di fame e da quello di sazietà. Come dire, mescoliamo emozioni e cibo, e usiamo quest'ultimo per far fronte alle emozioni. Spesso confondiamo le emozioni e le sensazioni con la fame. Quindi, mangiare diventa un metodo per soddisfare quasi tutte le proprie esigenze con il risultato di ingrassare e non aver esaudito i propri reali bisogni. Può essere complicato guardare le nostre emozioni per quelle che sono (tristezza, paura, contrarietà, delusione, rabbia) e riuscire ad esprimerle, ma non essendo chiari, si rischia di innescare circoli viziosi. 

Questa “psicoplasticità”, ovvero l’esprimere la stessa sofferenza psichica con comportamenti solo apparentemente diversi, ma che riconoscono la stessa dinamica di fondo, si articola negli appetiti più diversi, fame di giustizia, d’amore, di sesso, di successo. Perché tanta gente cerca disperatamente il cosiddetto " posto al sole"? Perché cercare di diventare "qualcuno"? Ricerca legittima, se compiuta onestamente e coi propri meriti, ma non si fa nulla senza una motivazione, conscia o inconscia che sia. Ricercare certi ruoli di "prestigio" può far sentire appagati, perché si ricevono quegli apprezzamenti tanto cercati e soprattutto perché si è al centro dell'attenzione: che poi in realtà gli apprezzamenti siano finti e dovuti al ruolo e non alla persona, alla sua identità profonda, poco importa. Si continua così, a cercare “carezze” nella vita nei modi in cui esse sono state vissute nell'infanzia. Ci sono persone che per avere un minimo di riconoscimento sono disposte a tutto. 
La mostra si articola in opere visive ed installazioni; le opere in mostra sottolineano feticci e segreti àmbiti delle pulsioni fameliche; Marioni allestisce un potente e simbolico percorso interattivo volto a far percepire in forma emotivamente concreta l’universo di sfide e significati del termine FAME!  

Monica Marioni torna ad esporre presso Museo Fondazione Luciana Matalon che già l’ha vista protagonista lo scorso anno con REBUS. Napoli la accoglie a nove anni di distanza dal suo debutto espositivo, avvenuto proprio nella città partenopea nell’ambito di una collettiva allestita presso palazzo Crispi. Da allora ha esposto con continuità in Italia ed all’estero, lavorando con nomi quali Vittorio Sgarbi, Oliver Orest Tschirky, Ivan Quaroni. 

In ogni sua forma, l'attenzione artistica di Marioni è sempre concentrata sulla figura umana, che rappresenta con una vasta e varia gamma espressiva: nudi asciutti e taglienti; donne intense, altere, sicure di se; ritratti ed autoritratti di un profondo spessore psicologico; scene quotidiane rese surreali che chiamano l'osservatore ad assumere quasi una posizione di interprete psicoanalitico. 

FAME! è il frutto di un percorso anzitutto autobiografico, è l’articolare in forme universali un bisogno personale di Monica Marioni, frutto della profonda esperienza di una fame creativa così profonda e strutturale da richiedere dissimulazione. Come in chi mastichi qualcosa che gli permetta di ingannare la fame, essa viene parzialmente acquietata dal creare un immaginario altro da quello dell’io reale. L’affabulazione narrativa diventa nell’artista un inventare che porta avanti la fabula a partire da una cronica assenza di sazietà e di cibo. 

Autori come Franz Kafka e Knut Hamsun hanno creato personaggi in cui la fame o il digiuno si autorappresentano nel momento stesso in cui soddisfano o tendono a soddisfare un bisogno di espressione: la fame è insieme oggetto e soggetto di rappresentazione, ossia è ciò che viene messo in scena e ciò che permette di allestire quella stessa scena, di rappresentare. 

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