Nuova Pittura Italiana

Nuova Pittura Italiana, Spazio Soderini, Milano

 

Dal 25 Novembre 2014 al 19 Dicembre 2014

Milano

Luogo: Spazio Soderini

Indirizzo: via Strozzi angolo Via Soderini

Orari: da lunedì a venerdì 11-19

Curatori: Enzo Cannaviello

Enti promotori:

  • Provincia di Milano

Telefono per informazioni: +39 02 77406864 / 02 77404453

E-Mail info: p.merisio@provincia.milano.it

Sito ufficiale: http://www.provincia.milano.it


Lo Spazio Soderini, edificio della Provincia di Milano appositamente dedicato a manifestazioni artistiche e/o culturali, ospita dal 25 novembre al 19 dicembre 2014 la mostra Nuova Pittura Italiana, l’ultima tappa di un importante progetto espositivo ideato da Enzo Cannaviello.
Gli artisti selezionati: Giuseppe Abate, Irene Balia, Anna Caruso, Cosimo Casoni, Matteo Giagnacovo, Bruno Marrapodi, Silvia Mei, Isabella Nazzarri, Chiara Sorgato, Elena Vavaro, esporranno ciascuno tre grandi opere recenti.
Nuova Pittura Italiana è la dimostrazione che si può fare  sperimentazione pur usando un mezzo di espressione antico qual’ è la pittura.
Il Gruppo raccoglie dieci artisti accumunati dal punto di vista generazionale, territoriale (la città di Milano), mercantile, legati cioè ad un' unica Galleria d’Arte che li rappresenta e diffonde il loro lavoro. (Enzo Cannaviello)

Giuseppe Abate è nato a Bari nel 1987, successivamente si è trasferito a Venezia per conseguire il diploma all'Accademia di Belle Arti. Nelle sue opere analizza la società moderna e critica le sue debolezze e contraddizioni, rappresentando sulla tela un mondo in cui vi è una fusione tra oggettività 
e soggettività. I colori e i soggetti rappresentati sono cupi e tendono a sconvolgere e scardinare le tradizionali consuetudini del mondo borghese. I dipinti di Abate hanno le sembianze di un incubo o un'allucinazione che prendono vita in spazi apparentemente familiari. La fusione di inconscio e reale si vede nella composizione della tela: più precisamente gli interni di case hanno un chiaro riferimento con il mondo reale, mentre i personaggi sembrano essere frutto dell'immaginazione. 

Irene Balia è nata a Iglesias nel 1985, vive e lavora a Milano. L'oggettività e l'attaccamento al mondo reale è percepibile nel suo modo di disegnare, che è così preciso e severo da lavorare in maniera quasi ossessiva sui dettagli, come se fosse una fotografia, anziché un dipinto. La soggettività è invece presente nei personaggi, che sono ritratti di familiari o di se stessa: le espressioni sono statiche, a volte quasi assenti, caratterizzate da un'unione di rigidità e delicatezza, tanto da sembrare che siano sospese in uno spazio senza tempo. Le opere della Balia mostrano come molto spesso la figura umana diventi un tutt'uno con i paesaggi. Non vi è una resa anatomica precisa del corpo umano, ma quest'ultimo diventa parte integrante delle distese piatte dei paesaggi dei suoi dipinti. 

Anna Caruso è nata a Cernusco sul Naviglio nel 1980. Nel 2004 si è laureata in pittura e restauro presso l’Accademia di Belle Arti di Bergamo. Vive e lavora a Treviglio. I suoi lavori sono caratterizzati da una fusione tra mondo fenomenico e reale, con particolare enfasi data allo spazio, inteso sia come luogo fisico dell'uomo che come sede della mente. I soggetti delle sue opere appartengono al mondo reale e tangibile, ma allo stesso tempo sembrano scomparire in un mondo etereo: ciò appare dalla fitta rete di trasparenze e giustapposizione di colori e forme. 

Cosimo Casoni, è nato a Firenze nel 1990, ha studiato presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano, dove vive e lavora. La ricerca artistica di Casoni ruota attorno al recupero di oggetti derivanti dall'universo della tecnologia agricola arcaica (in primis l'aratro), o dal quotidiano (assi da stiro, tutori per alberi, parchi giochi), che egli decontestualizza, traspone e sospende all'interno di uno spazio altro, apparentemente vuoto, indecifrabile, privandoli della loro utilità originaria e ratio essendi. Così, l'opera dell'artista invita ad una riflessione sulla condizione esistenziale dell'uomo e di quanto lo riguarda, sempre in bilico tra forza e debolezza, potenza ed impotenza, equilibrio e squilibrio, concetti suggeriti anche nei suoi disegni, che si presentano come “irrisolti”, incompleti, secondo una scelta programmatica dell'artista stesso.

Matteo Giagnacovo, è nato a Milano nel 1986, dove vive e lavora. La creatività dell'artista si esprime nei soggetti del mondo animale e nel loro interpretazione. I lavori di Giagnacovo mostrano un certo primitivismo nell'uso del colore, che richiama alla mente dello spettatore i graffiti che gli uomini incidevano sulle pareti delle caverne. Il colore con cui Giagnacovo ritrae gli animali fa si che l'osservatore possa facilmente collocare i soggetti nel mondo reale, mentre, invece, l'aura celestina che avvolge i soggetti tende ad isolarli e così crea un mondo mistico, separato dalla realtà. Questa ambivalenza crea un perfetto equilibrio tra materia (corpo) e spirito (aura trasparente). 

Bruno Marrapodi è nato a Milano  nel 1982, dove vive e opera. Alla base del suo lavoro vi è un forte intento narrativo e dietro ai suoi paesaggi, urbani e non, esiste sempre un racconto, derivante da situazioni reali o fittizie, da sogni o fatti di cronaca (prevalentemente nera), di cui l'artista presenta solo un dettaglio, la parte per il tutto. Si tratta di una pittura forte, aggressiva, che colpisce sia a livello tematico, che a livello stilistico e formale, per via della violenza cromatica e della potenza del segno, mai posto in secondo piano rispetto alla narrazione stessa. Difatti, l'artista tende sempre a mantenere un buon equilibrio tra forma e contenuto in modo che l'una non prevalga sull'altro e viceversa. Nella sua fase più matura, Marrapodi amplia il territorio di ricerca, esplorando anche il mondo animale, da cui trae svariati soggetti.

Silvia Mei, è nata a Cagliari nel 1985, vive e lavora a Milano. L'artista, ha una forte personalità nelle sue opere, prevalentemente su carta, usa colori vivaci collocati su sfondi bianchi che mettono in risalto ancor più i soggetti primitivi e spesso deformi, che lei dipinge lontano dalla tradizionale figura umana. Un'attenta analisi dei suoi lavori dimostra una profonda sensibilità artistica che va oltre i limiti del bello e del brutto, ci proietta in una dimensione onirica e primordiale, che non tende a compiacere i tipici canoni della bellezza umana, ma, al contrario, li supera e atterra in una dimensione più intima e personale, che scaturisce dalla sua creatività.

Isabella Nazzarri è nata a Livorno 1987. Riesce ad abbandonarsi con disinvoltura e attitudine al gesto pittorico. Ed è il gesto stesso a rivelarsi pittura nel suo compiersi. Parallelamente emergono figure disciplinate e controllate nella forma. Un dialogo dialettico tra astratto e figurazione, che ricorda metaforicamente l’immagine dell’auriga alata trainata da un cavallo nero, disobbediente e testardo, ed uno bianco, docile e mansueto, con cui Platone descrive l’anima nel Fedro. Nei lavori della Nazzarri si assiste ad una mediazione tra queste nature opposte e conviventi che si integrano in una dimensione onirica e misteriosa. Un lavoro che lascia spazio alla ricerca totucourt e non trascura la precisione e l’ordine della tecnica.

Chiara Sorgato, nata a Padova nel 1985, ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Venezia e attualmente vive e lavora a Milano. Nei suoi dipinti vi è una chiara rappresentazione di un mondo onirico, in cui il vero protagonista è il colore, che l'artista stende su tutta la tela in modo deciso e potente. L'artista fa uso di una vasta gamma cromatica, che spazia dal verde scuro al rosso acceso. Osservando le tele della Sorgato, si ha come l'impressione che i paesaggi siano pronti ad inglobare la figura umana, successivamente restituendola al mondo in modo del tutto smaterializzato. Nonostante la figura umana sia scomposta, è possibile notare un'integrazione con lo spazio circostante, così da creare un'unica narrazione visiva. 

Elena Vavaro è nata a Castelvetrano nel 1988, dove vive e lavora. Le sue opere sono principalmente ritratti, caratterizzati da un forte realismo, dato dall'uso dell'acquarello sulla carta, disteso in modo molto delicato e leggero. L'oggettività dei suoi dipinti risiede nella resa dei tratti anatomici e dei volti, l'artista tende ad evidenziare finanche nei o lentiggini. Se si osservano, invece, le espressioni dei soggetti della Vavaro, è possibile penetrare nei loro animi e carpire i sentimenti: vi sono sguardi spenti, curiosi, pensanti, che alle volte sembrano interrogare l'osservatore.



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