Valeria Cherchi. Anatomia del silenzio

© Valeria Cherchi | Valeria Cherchi, Piera ritratta come la Beata Antonia Mesina

 

Dal 02 Febbraio 2020 al 08 Marzo 2020

Orani | Nuoro

Luogo: Museo Nivola

Indirizzo: via Gonare 2

Orari: Lunedì, Martedì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica : Orario continuato 10.30 – 19.30 Chiusura settimanale: mercoledì

Curatori: Antonella Camarda, Giangavino Pazzola

Enti promotori:

  • Regione Sardegna
  • Fondazione di Sardegna

Costo del biglietto: Intero: € 5, Ridotto: € 3. Gratuito bambini e ragazzi sino ai 18 anni; visitatori con disabilità e un loro accompagnatore /accompagnatrice; guide turistiche iscritte al Registro Regionale; Soci della Peggy Guggenheim Collection; Soci ICOM; cittadini di Orani

Telefono per informazioni: +39 0784730063

E-Mail info: info@museonivola.it

Sito ufficiale: http://www.museonivola.it



Il fenomeno dei sequestri di persona è una piaga criminale che ha attraversato la Sardegna dagli anni Sessanta ai Duemila. Valeria Cherchi (Sassari, 1986) è tra le poche artiste a occuparsene. Il progetto espositivo Anatomia del silenzio, a cura di Antonella Camarda e Giangavino Pazzola, presenta un’indagine foto-testuale sull’omertà delle comunità locali che - ancora oggi - avvolge i comportamenti e le coscienze collettive a seguito di crimini e delitti.

“È importante - afferma la presidente della Fondazione Nivola Giuliana Altea - per un museo come il nostro affrontare discorsi rilevanti per il territorio. La mostra di Valeria Cherchi risponde a questa esigenza: si tratta di un progetto coraggioso, che non teme di esplorare un tema dai risvolti delicati e potenzialmente controversi, ma che riesce a farlo senza facili schematismi e salvaguardando la dimensione estetica dell’intervento.

Partendo dalla memoria privata del rapimento di Farouk Kassam – coetaneo dell’autrice – Cherchi affronta questo capitolo buio della storia italiana offrendo un caleidoscopio di immagini, analisi e racconti che si sviluppano simultaneamente. Alla ricerca condotta sui luoghi incriminati, realizzata anche attraverso una costante interazione con le comunità locali, Cherchi affianca l’esplorazione di archivi mediali (RAI e testate giornalistiche), il contatto diretto con alcuni protagonisti e l’analisi dei propri album fotografici di famiglia.

“Attraverso un’installazione ambientale e immersiva di immagini, suoni e testi, pensata per gli spazi del Museo Nivola - spiega Giangavino Pazzola - la mostra si articola per polarità e tensioni, tra interno ed esterno, passato e futuro. L’appello disperato della madre di Farouk a rompere il muro di omertà sul crimine contro il proprio figlio è l’innesco di questa riflessione sull’ambigua sacralità del silenzio.” Ne deriva una sorta di diario al tempo stesso intimo e corale, fatto di frammenti in cui dimensione verbale e visiva si intrecciano e sovrappongono.

“L’approccio di Valeria Cherchi al suo soggetto - sottolinea Antonella Camarda - è paziente e attento; l’allestimento, a cura di Alessandro Floris, formalmente rigoroso. Tuttavia, traspare un forte coinvolgimento emotivo, e un’inquietudine che accomuna l’artista a tanti della sua generazione. Crescere in Sardegna da “millennial” ha significato anche vivere, attraverso la cronaca e le discussioni familiari, la quotidianità di una violenza difficile da accettare, subire una stigmatizzazione etica e etnica, portando il peso di una colpa collettiva”.

Prima personale di Cherchi in Italia, Anatomia del silenzio precede la pubblicazione del libro fototesto Some of You Killed Luisa, a cura di Federica Chiocchetti, che sarà pubblicato in maggio da The Eriskay Connection, con il supporto di Fondazione di Sardegna.

Valeria Cherchi (1986) lavora con immagine e testo sul tema del ‘non detto’ in rapporto alle questioni sociali. Dopo gli studi in Disegno Industriale alla Sapienza di Roma e un master in fotografia alla University of the Arts di Londra, ha seguito la Masterclass Fotografare la storia di Simon Norfolk presso l'ISSP in Lettonia. È stata selezionata tra i venti migliori fotografi emergenti a livello globale dal British Journal of Photography nel 2018. Ha pubblicato internazionalmente (Else- Musée de l'Elysée, Internazionale, Vogue) ed esposto nei principali festival del settore (Photo London, Unseen, Krakow Photomonth, Fotografia Europea, Athens Photo Festival).

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