Echos of The Quiet Heart
Echos of The Quiet Heart, Museo d’Arte Cinese, Parma
Dal 8 May 2025 al 22 May 2025
Parma
Luogo: Museo d’Arte Cinese
Indirizzo: Viale San Martino 8
Orari: da martedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. La domenica dalle 15 alle 19
Costo del biglietto: € 5, € 3 minorenni. Gratuito: disabili, giornalisti con tesserino, insegnanti in accompagnamento di gruppi scuola
Telefono per informazioni: +39 0521 257337
E-Mail info: info@museocineseparma.org
Sito ufficiale: http://www.museocineseparma.org
Si è tenuta ieri l’inaugurazione della nuova mostra temporanea del Museo d’Arte Cinese ed Etnografico dal titolo “Echos of The Quiet Heart”. L’appuntamento, per i tanti intervenuti, è stata un’occasione unica per scoprire insieme all’artista cinese Kelly Zhang le sue opere e per riflettere sulla tematica dell’introspezione e dell’identità. Con lei anche il curatore Peter Huang.
A fare gli onori di casa Padre Alfredo Turco, Vice Superiore dei Saveriani per la Regione Italia (e in precedenza anche Direttore del Museo), che ha accompagnato i visitatori lungo le sale del museo di Viale San Martino ravvivate dai colori accesi delle ventitrè opere della Zhang.
Lavori che illustrano un mondo che si delinea di elementi innaturali, con confini invisibili che limitano il corpo, ma non la mente, libera di fluttuare e di essere plasmata da nuove esperienze.
Le opere esposte in questa mostra sono dipinti dalla forma ovale, paradisi colorati, ambienti nebbiosi e autoritratti che rivelano la lotta interiore dell’artista affascinata da un dualismo, forse infinito, che intreccia pensieri ed esperienze.
Un percorso da scoprire similmente ad un libro da leggere, che anima il suo contenuto in un avvicendarsi di capitoli, offrendo così all’artista la vitale necessità di esprimere le proprie emozioni in un processo creativo fatto di confronti e di nuove visioni.
Piante e animali che trovano in un agire agli antipodi il proprio senso del vivere o del sopravvivere; animali apparentemente confinati ma abili nell’irradiare un tranquillo e pacifico sollievo. Al contrario le piante, ormai stanche e prive di forma certa, risultano gravate da un peso inespresso.
In una forte espressione di sé, l’artista prosegue il proprio racconto in un nuovo capitolo che esamina l’inafferrabile tematica dell’immobilità, che tanto affascina la sua mente. Una mente che lotta per custodire l’inesauribile movimento che le è proprio e naturale, dipingendo così solo ciò che crede, escludendo ciò che credono gli altri.
Inoltrandosi poi in un mondo nebuloso, dove gli specchi diventano guida di un cammino a ritroso, che conduce a ciò che era stato smarrito o celato da una nebbia avvolgente, resta l’originaria domanda: siamo espressione di ciò che un tempo sognavamo di essere o l’esito di ciò che ha plasmato il nostro sogno? Un interrogativo che non libera, ma che ci intrappola ulteriormente in noi stessi.
Catene invisibili che fanno sentire la libertà lontana in una prigione che tuttavia non è reale o perenne, ma solo un modo altro di riflettere, di pensare e definire se stessi, in cui il cuore silenzioso continua a riecheggiare e a fare risuonare in sé l’ancestrale domanda: sono io che plasmo il mondo o è il mondo che plasma me?
Queste opere non sono dichiarazioni. Sono echi, tracce fugaci, imperfette e ostinate di un cuore tranquillo che cerca di rimanere vivo.
Patrocinata dall’AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) e dal Comune di Parma, la mostra rimarrà visitabile fino al 22 maggio.
Kelly Zhang è membro del Comitato artistico del China Pingyao Centro Internazionale d'Arte; FAC Accademia Internazionale d'Arte per Bambini di Hong Kong; membro dell'Associazione Artisti di Pechino Shangyuan e ospite artistica del Kelly Studio negli Stati Uniti.
Le sue opere sono esposte da diverse istituzioni artistiche e gallerie d’arte a livello globale.
A fare gli onori di casa Padre Alfredo Turco, Vice Superiore dei Saveriani per la Regione Italia (e in precedenza anche Direttore del Museo), che ha accompagnato i visitatori lungo le sale del museo di Viale San Martino ravvivate dai colori accesi delle ventitrè opere della Zhang.
Lavori che illustrano un mondo che si delinea di elementi innaturali, con confini invisibili che limitano il corpo, ma non la mente, libera di fluttuare e di essere plasmata da nuove esperienze.
Le opere esposte in questa mostra sono dipinti dalla forma ovale, paradisi colorati, ambienti nebbiosi e autoritratti che rivelano la lotta interiore dell’artista affascinata da un dualismo, forse infinito, che intreccia pensieri ed esperienze.
Un percorso da scoprire similmente ad un libro da leggere, che anima il suo contenuto in un avvicendarsi di capitoli, offrendo così all’artista la vitale necessità di esprimere le proprie emozioni in un processo creativo fatto di confronti e di nuove visioni.
Piante e animali che trovano in un agire agli antipodi il proprio senso del vivere o del sopravvivere; animali apparentemente confinati ma abili nell’irradiare un tranquillo e pacifico sollievo. Al contrario le piante, ormai stanche e prive di forma certa, risultano gravate da un peso inespresso.
In una forte espressione di sé, l’artista prosegue il proprio racconto in un nuovo capitolo che esamina l’inafferrabile tematica dell’immobilità, che tanto affascina la sua mente. Una mente che lotta per custodire l’inesauribile movimento che le è proprio e naturale, dipingendo così solo ciò che crede, escludendo ciò che credono gli altri.
Inoltrandosi poi in un mondo nebuloso, dove gli specchi diventano guida di un cammino a ritroso, che conduce a ciò che era stato smarrito o celato da una nebbia avvolgente, resta l’originaria domanda: siamo espressione di ciò che un tempo sognavamo di essere o l’esito di ciò che ha plasmato il nostro sogno? Un interrogativo che non libera, ma che ci intrappola ulteriormente in noi stessi.
Catene invisibili che fanno sentire la libertà lontana in una prigione che tuttavia non è reale o perenne, ma solo un modo altro di riflettere, di pensare e definire se stessi, in cui il cuore silenzioso continua a riecheggiare e a fare risuonare in sé l’ancestrale domanda: sono io che plasmo il mondo o è il mondo che plasma me?
Queste opere non sono dichiarazioni. Sono echi, tracce fugaci, imperfette e ostinate di un cuore tranquillo che cerca di rimanere vivo.
Patrocinata dall’AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) e dal Comune di Parma, la mostra rimarrà visitabile fino al 22 maggio.
Kelly Zhang è membro del Comitato artistico del China Pingyao Centro Internazionale d'Arte; FAC Accademia Internazionale d'Arte per Bambini di Hong Kong; membro dell'Associazione Artisti di Pechino Shangyuan e ospite artistica del Kelly Studio negli Stati Uniti.
Le sue opere sono esposte da diverse istituzioni artistiche e gallerie d’arte a livello globale.
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