Umanità e sogno. Fantasie di forme e colori nell’arte di Emanuele Bettini

Emanuele Bettini, Anni '70
Dal 29 July 2017 al 3 September 2017
Vernio | Prato
Luogo: Oratorio di San Niccolò / Galleria di Palazzo Bardi
Indirizzo: Località San Quirico 59024
Orari: giovedì e venerdì 16-19, sabato e domenica 10-12 e 16-19
Enti promotori:
- Comune di Vernio
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0574 942476
E-Mail info: info@fondazonecdse.it
Un artista istrionico, Emanuele Bettini (1917-2002), pienamente e ironicamente immerso nell’inquietudine esistenziale e storica del Novecento. Un uomo curioso, aperto al mondo, che da Prato si inserisce nel panorama della cultura e dell’arte toscana e italiana.
L’umanità in scena, la giostra, il teatro o la fuga, lo spazio infinito lontano dal mondo e dalle cose. È l’universo dolente e sognante di Bettini - pittore, poeta, scrittore e filosofo - che a cento anni dalla nascita il Comune di Vernioe la Fondazione CDSE invitano a riscoprire con la mostra Umanità e sogno, in programma dal 29 luglio al 3 settembre a San Quirico di Vernio (Prato), nel suggestivo spazio dell’Oratorio e di Palazzo Bardi. Oltre 50 le opere in mostra.
Uomo franco e a volte “scomodo”, Bettini ha rivestito il ruolo di animatore culturale della Prato del ‘900. Ha scritto poesie, racconti, opere teatrali, ma anche articoli per La Nazione e La Repubblica, ha promosso mostre d’arte nelle fabbriche, nelle strade e nei quartieri, ha scoperto e incoraggiato tanti giovani talent. Insieme a Rinaldo Frank Burattin, Bruno Saetti, Gastone Breddo, si inserisce fra gli innovatori collegati in vario modo con le correnti più feconde del Novecento artistico italiano. Nelle sue opere si affacciano il surrealismo di Mirò, il futurismo di Balla, che l’artista ha conosciuto è al quale è stato legato da stima e amicizia, i triangoli facciali di Massimo Campigli e i volti ovaleggianti di Modigliani, fino ai voli incantati alla Chagall.
“Quei grandi mostri che popolano i quadri di Emanuele Bettini, non sono nati per farci paura, semmai per farci riflettere sui mali del mondo – ha scritto il critico Franco Riccomini – sono deformazioni ironiche dei fatti della nostra vita eseguite da un anticonformista abituato da sempre a osservare criticamente i fatti importanti della nostra esistenza”.
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