Documentare il contemporaneo. La rivista «Spazioarte» a Roma, 1974-1977

Documentare il contemporaneo. La rivista «Spazioarte» a Roma, 1974-1977

 

Dal 29 Novembre 2017 al 29 Novembre 2017

Roma

Luogo: Museo di Roma in Trastevere

Indirizzo: piazza Sant’Egidio 1/b

Orari: h 16

Curatori: Paolo Boccacci, Nicoletta Cardano, Valerio Eletti

Enti promotori:

  • Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale

Costo del biglietto: ingresso gratuito fino a esaurimento posti

Telefono per informazioni: +39 060608

Sito ufficiale: http://scuole.museiincomuneroma.it/



Si torna a parlare di Spazioarte – galleria sperimentale prima, e poi rivista trimestrale, attiva a Roma tra il 1974 e il 1977 – per ricordarne la valenza innovativa e approfondire gli stimoli che quella esperienza oggi può trasmettere, nel corso dell’incontro “Documentare il contemporaneo. La rivista «Spazioarte» a Roma, 1974-1977”.

L’appuntamento, a cura di Paolo BoccacciNicoletta CardanoValerio Eletti, con interventi di Daniela Lancioni, e di alcuni testimoni della cultura degli anni Settanta come Fabrizio CaleffiEnrico CrispoltiUgo La PietraMauro Marafante e Francesco Moschini, sarà ospitato presso il Museo di Roma in Trastevere, mercoledì 29 novembre alle ore 16.00.
 
Tra il 1974 e il 1975, nel cuore di Roma, Spazioarte fu una galleria dedicata a mostre e discussioni, in particolare sul ruolo dell’artista e sulla necessità di innovazione e partecipazione; e poi, fino al 1977, divenne una rivista a cui contribuirono i protagonisti dell’epoca: un prototipo sperimentale nei temi, nelle forme editoriali, nella rete di relazioni interdisciplinari; una esperienza proficua ancora oggi.
 
Nata dalla curiosità e dall’entusiasmo di tre (allora) giovani cultori dell’arte contemporanea, Spazioarte coinvolse critici e politici, istituzioni e antagonisti, artisti e architetti, nelle sue attività espositive, nelle discussioni, negli interventi videoregistrati, nelle azioni politiche e culturali sul territorio, nell’esplorazione interdisciplinare delle comunicazioni visive. Intervennero nelle sue sale e sulle sue pagine centinaia di personalità di primo piano, da Fuksas a La Pietra, da Baruchello a Boatto, da Bonito Oliva a Calvesi, da Crispolti a Dorazio, da Maltese a Mendini, Menna, Volpi, Portoghesi.
 
Che cosa può dare in concreto oggi l’analisi di quella esperienza? Certamente una visione degli anni Settanta vivida e articolata, tra ideologia e impegno politico, tra movimenti artistici e nuovi ambienti della comunicazione visiva.
E poi la testimonianza di una esperienza partecipativa basata su azioni concrete di confronto, condivisione, multimedialità e connessione, sia nello spazio fisico della galleria sia nella proposta di videoregistrazioni (allora all’inizio) e nell’invenzione di format editoriali, come le schede compilabili da parte dei lettori, di cui vedremo degli esempi.

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