Igino Stella. Il mio mondo lontano dal mondo
Dal 17 Giugno 2017 al 10 Luglio 2017
Roma
Luogo: Case Romane del Celio
Indirizzo: Clivo di Scauro
Orari: 10-13 / 15-18 | Chiuso martedì e mercoledì
Curatori: Rita Stella, Davide Pica
Enti promotori:
- MiBACT Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
- Con il patrocinio del Ministero dell’Interno – Fondo Edifici di Culto
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 6
Telefono per informazioni: +39 06 70454544
E-Mail info: info@caseromane.it
Il giorno 17 giugno 2017 alle ore 18.30 si inaugura presso le Case Romane del Celio la mostra Igino Stella. “Il mio mondo lontano dal mondo”, a cura di Rita Stella e Davide Pica, in collaborazione con Spazio Libero soc. coop. soc, sotto l’alta sorveglianza del MiBACT Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e con il patrocinio del Ministero dell’Interno – Fondo Edifici di Culto.
L’antologica dedicata al pittore ascolano Igino Stella raccoglie una serie di opere realizzate durante la sua quarantennale produzione artistica, coprendo un arco di tempo che va dalla fine degli anni sessanta fino a raggiungere la prima decade del nuovo secolo. Il percorso espositivo all’interno delle sale delle Case Romane del Celio è composto da venti opere suddivise tra tele e sculture: 14 oli su tela e un olio su legno posto a conclusione della mostra, un’opera dove le colorate e fluttuanti forme protagoniste delle tele precedenti lasciano il posto ad un profondo ed intenso spazio rosso con un guerriero immaginario che traghetta l’arte di Igino Stella verso un’infinito mondo lontano dal mondo.
Igino Stella approda alla pittura dopo un vissuto caratterizzato da eventi personali tristi e dolorosi che lo segnano per sempre e formano una profonda e originale sensibilità, orientandolo verso la poesia e la pittura. Il suo lavoro parte dall’astrazione geometrica e approda alla forma scultorea: alle forme elementari - quadrati, cerchi e triangoli - si accostano quelle più complesse, capaci di fornire il senso del moto continuo della vita. Nelle tele risalenti agli anni ‘70 e ‘80 traspare un sentimento sofferente e tumultuoso, evidenziato da forme geometriche spigolose e toni forti e accesi. Dagli anni ‘90 in poi l’artista evolve verso una distensione quasi contemplativa e si concentra su una ricerca più attenta del colore, nella quale emerge una rifiorente gioia di vivere e grande entusiasmo per l’arte.
Le cinque sculture scelte per rappresentare un'altra espressione della propria emotività sono legate ad un periodo molto recente, quello che va dalla fine degli anni novanta fino agli ultimi anni della sua carriera. Il materiale utilizzato è un legno molto resistente e pregiato quale il ciliegio, il noce e il castagno. Evidente e prepotente è la caratteristica che scaturisce da queste sculture: il rapporto con la natura da sempre fonte di ispirazione primaria.
Nel corso dei primi anni della sua attività artistica, Igino Stella entra in contatto con il gruppo di pittori firmatari del Manifesto Immanente: il fondatore Diego Pierpaoli instaura con Stella un rapporto di profonda amicizia e stima reciproca, tanto da volerlo come firmatario del manifesto, pur avendo una ricerca artistica molto differente. Già a partire dagli anni ‘70 Stella espone le sue opere in numerose mostre personali a Roma, Milano e nel centro Italia.
Oggi, a 45 anni esatti dalla sua prima esposizione personale a Roma e a sei dalla sua morte (agosto 2011), la figlia Rita Stella, che nel corso degli anni ha catalogato e conservato le opere del padre, propone di ospitare una antologica nella città da cui tutto è partito.
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