Passages. Da Pietro Canonica a Roberto Paolini
Dal 21 Settembre 2014 al 30 Ottobre 2014
Roma
Luogo: Museo Pietro Canonica
Indirizzo: viale Pietro Canonica 2
Orari: da martedì a domenica 10-16
Curatori: Duccio Trombadori
Enti promotori:
- GDA – Associazione Italiana per l’Arte
- Roma Capitale
- Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 060608
E-Mail info: info@museocanonica.it
Sito ufficiale: http://www.museocanonica.it
Il Museo Pietro Canonica ospita, a partire dal prossimo 21 settembre 2014, la mostra Passages. Da Pietro Canonica a Roberto Paolini, a cura di Duccio Trombadori e promossa da GDA – Associazione Italiana per l’Arte insieme a Roma Capitale, Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina. L’esposizione si avvale del coordinamento scientifico di Carla Scicchitano e di Paola Pluchino e intende valorizzare la collezione permanente ospitata nelle prestigiose sale della Fortezzuola, residenza di Canonica sino alla sua scomparsa, ponendola in dialogo con le opere di Roberto Paolini: dalle sculture del pensiero agli studi sulla luce sino a parte del nucleo poverista del Maestro, la cui produzione è stata definita da Duccio Trombadori, nel catalogo edito da Maretti Editore, “una ricerca in superiore ascesi”.
Frutto di una stringente ricerca comparativa, sostenuta dalle tesi filosofiche sulla ritenzione del tempo tessute da molteplici autorevoli personaggi, da Jorge Luis Borges a Gilles Deleuze, l’esposizione tende a considerare l’arte come un passage in cui tempo, materia e forma finita si addensano intorno alle epoche che abitano, rappresentandole.
Il confronto tra le opere di Pietro Canonica e quelle di Roberto Paolini pone l’accento sulla sinonimia della visione che hanno avuto sul loro tempo e avvalora la tesi del processo artistico come risoluzione del furore creativo, stimolando la conoscenza dell’arte scultorea. Pur con le dovute differenze intrinseche all’uso dei materiali presi in considerazione ma anche dei committenti e dei siti finali, i due artisti sembrano richiamarsi l’un l’altro per quel portato auratico che contraddistingue la ieraticità della loro produzione artistica. Pietro Canonica, piemontese d’origine e romano d’adozione interviene, attraverso le sue sculture, sul giogo della materia come mezzo per lo spirito. Roberto Paolini, anch’egli piemontese d’origine e emiliano d’adozione, quasi cento anni dopo e a distanza, gioca con la materia considerandola come un veicolo d’espressione da abbandonare appena conclusa.
Un fil rouge che dalle sale espositive al piano terra attraversa la ricca gipsoteca snodandosi fino agli ambienti del piano superiore, con innesti espositivi minimi e intimisti. Qui il pubblico potrà ammirare uno dei pochi esempi di residenze private d’artista rimaste in Italia.
Un’occasione per scoprire, rivalutare e conoscere il patrimonio nazionale artistico, mezzo di visione lucida e storicamente definita del periodo che esso rappresenta in un momento in cui l’arte funge da punto di congiuntura e scambio internazionale, ieri come oggi.
Frutto di una stringente ricerca comparativa, sostenuta dalle tesi filosofiche sulla ritenzione del tempo tessute da molteplici autorevoli personaggi, da Jorge Luis Borges a Gilles Deleuze, l’esposizione tende a considerare l’arte come un passage in cui tempo, materia e forma finita si addensano intorno alle epoche che abitano, rappresentandole.
Il confronto tra le opere di Pietro Canonica e quelle di Roberto Paolini pone l’accento sulla sinonimia della visione che hanno avuto sul loro tempo e avvalora la tesi del processo artistico come risoluzione del furore creativo, stimolando la conoscenza dell’arte scultorea. Pur con le dovute differenze intrinseche all’uso dei materiali presi in considerazione ma anche dei committenti e dei siti finali, i due artisti sembrano richiamarsi l’un l’altro per quel portato auratico che contraddistingue la ieraticità della loro produzione artistica. Pietro Canonica, piemontese d’origine e romano d’adozione interviene, attraverso le sue sculture, sul giogo della materia come mezzo per lo spirito. Roberto Paolini, anch’egli piemontese d’origine e emiliano d’adozione, quasi cento anni dopo e a distanza, gioca con la materia considerandola come un veicolo d’espressione da abbandonare appena conclusa.
Un fil rouge che dalle sale espositive al piano terra attraversa la ricca gipsoteca snodandosi fino agli ambienti del piano superiore, con innesti espositivi minimi e intimisti. Qui il pubblico potrà ammirare uno dei pochi esempi di residenze private d’artista rimaste in Italia.
Un’occasione per scoprire, rivalutare e conoscere il patrimonio nazionale artistico, mezzo di visione lucida e storicamente definita del periodo che esso rappresenta in un momento in cui l’arte funge da punto di congiuntura e scambio internazionale, ieri come oggi.
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