Plastica per l'arte. Il valore del riciclo

LadyBe, Anna Frank, 2017, oggetti e resina su tavola, cm. 50 x 50

 

Dal 27 Aprile 2021 al 13 Giugno 2021

Busto Arsizio | Varese

Luogo: Civiche Raccolte d'Arte - Palazzo Marliani Cicogna

Indirizzo: P.za Vittorio Emanuele II, 3

Orari: Martedì – Giovedì: 14.30 – 18.00 Venerdì: 9.30 – 13,00 / 14.30 – 18.00 (Sabato: 14.30 – 18.30 - Domenica: 15.00 – 18.30). Chiuso il Lunedì

Costo del biglietto: Prenotazioni obbligatorie almeno un giorno prima della visita

Telefono per informazioni: +39 0331 635505

E-Mail info: museibusto@comune.bustoarsizio.va.it

Sito ufficiale: http://www.comune.bustoarsizio.va.it/museopalazzomarlianicicogna


Dopo i lunghi mesi di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria, le sale delle Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Marliani Cicogna riaprono con una nuova mostra organizzata dall’Amministrazione comunale nell’ambito della rassegna “Uno spazio per l’arte”.
 
Si tratta di “Plastica per l’arte. Il valore del riciclo” di Andrea Polenghi e Lady Be, artisti che hanno in comune una grande attenzione verso il riciclo e mettono al centro della loro attività artistica la materia plastica e la sua plasmabilità al fine di dare un forte messaggio di sostenibilità. Oggetti il cui ciclo di vita è considerato terminato possono invece acquisire una nuova vita e assumere valore, trasformandosi in opera d’arte.  
 
La plastica è in assoluto il materiale che attualmente causa più problemi di inquinamento all’ecosistema, essendo un materiale durevole nel tempo, non biodegradabile, resistente a diverse condizioni climatiche. Inoltre, mantiene la sua forma e i suoi colori brillanti, caratteristiche che anche per questo gli artisti dell’era contemporanea, come Polenghi e Lady Be, lo hanno scelto come principale media per creare le loro opere.
 
"Una mostra dal duplice, importante, significato: da un lato, quello estrinseco, del ritorno dell'arte, della cultura, della bellezza dal vivo, grazie alla riapertura dei musei. Dall'altro l'importanza di dare voce a due artisti di fama, impegnati sul fronte anche sociale delle politiche ambientali, nei cui confronti si sta sviluppato una forte sensibilità in molti Paesi del mondo" commenta la vicesindaco e assessore a Identità e Cultura Manuela Maffioli.
 
"Una grande occasione culturale, quindi, a Palazzo Cicogna - prosegue -, che dimostra anche l'imponente sforzo sul fronte della qualità in atto nell'ambito del nostro contenitore dedicato agli artisti contemporanei 'Uno spazio per l'arte'"

Lady Be, il cui vero nome è Letizia Lanzarotti, ha già esposto le sue opere a New York, Parigi (sulla Torre Eiffel), Amsterdam, Londra, Barcellona, Berlino, La Valletta (Malta), Düsseldorf, Bruxelles, Bruges, Lisbona e nelle principali città italiane, collabora da diversi anni con Legambiente, e ha lavorato con importanti aziende come P&G, Enegan, Bottega Veneta e Disney Pixar. Dal 2009 crea opere d'arte realizzate con oggetti di plastica riciclata, raccolti dalle spiagge, mercatini e scuole. Questa tecnica, definita dalla critica “eco-mosaico”, veicola un importante messaggio per sensibilizzare verso il riciclo e la sostenibilità.
 
In un primo momento si è concentrata soprattutto sul piacere “popolare”. Come scrive Francesco Saverio Russo, che cura l’esposizione di Palazzo Cicogna, “I volti noti le permettevano di raggiungere le masse sul tema green del riciclo della plastica e del problema ambientale, poi ha sentito l’esigenza di andare oltre, indagando su tematiche psicosociali, non scollegate dal problema dell’inquinamento materiale e sociale, dove però traspare il culto dell’oggetto , il “giocattolo”, “transfert” di una infanzia difficile, anaffettiva, e investimento libidico, transitorio di più fasi, status symbol indicativo di contemporaneità basata sulle apparenze”.
 
Tra i ritratti realizzati da Lady Be per l’esposizione a Palazzo Cicogna, sono presenti alcune chicche, e alcune opere totalmente inedite. Ad esempio, l’opera che ritrae il profilo di Dante Alighieri per celebrare i 700 anni dalla sua morte, che ricorrono quest’anno. L’opera è stata pubblicata il 19 marzo scorso, in anteprima esclusiva sulla rivista 7, 
l’inserto settimanale del Corriere della Sera,  all’interno della sezione concepita per dare spazio all’arte e all’illustrazione “L'ultima pagina”.
 
Tra quelle in mostra al Palazzo, è presente anche la preziosa opera "Puliamo il Mondo", che è un soggetto di invenzione dell’artista realizzato a Bergamo in diretta tv, con oggetti di plastica di recupero raccolti da volontari Legambiente. L’opera è stata realizzata per celebrare la forza dei bergamaschi che hanno dovuto per primi affrontare l’emergenza Covid nel 2020. Rappresenta un volto umano con il pianeta come testa, la bocca ingerisce il mare di plastica, a voler dire quanto il problema dell’inquinamento sia globale e inquinare il mondo significa fare del male a noi stessi (argomento correlato con la possibile nascita di pandemie), mentre pulendo il pianeta con tecnologie e scelte green si crea un beneficio circolare che torna a nutrire le generazioni future.
 
Oltre a numerose opere che ritraggono icone e personaggi storici, come Tesla, Darwin, Guglielmo Marconi, Leonardo da Vinci (accompagnato da una piccola opera raffigurante la Monna Lisa), Mao Tse Tung, Anna Frank e altri esposti precedentemente nella personale istituzionale di Lady Be ai Musei Civici di Pavia, sono presenti ritratti più contemporanei, come quelli di Lady Gaga, Vasco Rossi, e anche un recente ritratto del critico Vittorio Sgarbi.

Andrea Polenghi nasce nel 1951 a Milano, città in cui vive e lavora.
Frequenta il Liceo Artistico di Brera, negli anni 1966-1969, stimolato e consigliato da insegnanti quali Silvio Consadori, Floriano Bodini, Raffaele De Grada, Giò Pomodoro.
Dopo il conseguimento del diploma inizia a lavorare nello studio del designer Decursu, per poi dedicarsi alla grafica pubblicitaria, attività in cui esprime la sua creatività attraverso una continua ricerca estetica.
Alla fine degli anni Settanta decide di approfondire un interesse, da sempre coltivato, affrontando studi sulle culture orientali in generale e sulla lingua giapponese in particolare.
 
L’approfondimento della disciplina meditativa zen ha dato una svolta al suo modo di vedere, analizzare e leggere la realtà, anche dal punto di vista artistico.
Così descrive la sua opera Luciano Bolzoni, il curatore dell’esposizione bustocca: “In una serata di quelle in cui ci si sente un po' giù e si cammina, a testa china, in compagnia di mille pensieri, d'un tratto, sull'asfalto consumato, lo sguardo di Andrea incontra un groviglio di cannucce colorate, sovrapposte in un improbabile equilibrio, tra cocci di vetro e avanzi di sballi notturni. Un calcio, come per gioco, e quell'immagine si scioglie come un'illusione, ma qualche tempo dopo, si ricompone nella sua mente: così prende vita e forma una nuova sfida, con se stesso, con le sue mani, con il tempo, con l'arte che ha sempre amato. Nascono così "Piccole Opere d'Aste", forme di ingegno e fantasia: cannucce colorate che pazientemente tagliate e poste una sull'altra annullano il vuoto e lo riempiono di senso, tracciando leggende di sempre e miti di oggi. Con stile ed originalità, Andrea ricrea con estremo rigore, personaggi che hanno lasciato il segno nello sport, nella cultura, nei sogni di libertà di milioni di persone. Ritratti di epoche diverse, passioni che hanno conquistato tutto il mondo”.
 
In mostra, tra i ritratti di Polenghi, spiccano quelli di Andy Warhol, di Mick Hagger, del Dalai Lama, tutti realizzati riutilizzando delle cannucce colorate, oggetti che dopo essere stati utilizzati per pochissimi minuti vengono buttati. Ma attraverso la sua arte e la sua peculiare tecnica “puntiforme” questa materia può rientrare idealmente in un ciclo vitale.

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