Museo Egizio di Torino

Ginevra Elkann
 
Ginevra Elkann
Profilo di una statua egiziana di sfinge al Museo Egizio di Torino | Foto: Luca Lorenzelli / Shutterstock.com

Situato nell'ala destra del Palazzo dell'Accademia delle Scienze, è tra i maggiori musei del mondo dedicati esclusivamente all’arte e alla cultura dell’Egitto antico, per alcuni il secondo dopo quello del Cairo.
Fu fondato nel 1824 da Carlo Felice, re di Sardegna, intorno alla raccolta di Bernardino Drovetti, console di Francia in Egitto tra il 1803 e il 1839.
Al nucleo originario si sono aggiunte nei decenni diverse collezioni in parte antiquarie e in parte archeologiche tra cui i ritrovamenti della Missione Archeologica Italiana durante gli scavi condotti tra il 1900 e il 1935. In quell’epoca era in uso il criterio secondo cui i reperti erano ripartiti fra l’Egitto e le missioni archeologiche. Ai giorni nostri invece è previsto che i reperti rimangano al paese d’origine. Alla storia del Museo sono dedicate alcune sale con informazioni e approfondimenti per il pubblico interessato a conoscere l’origine di un’istituzione tanto prestigiosa a livello internazionale.
Il Museo delle Antichità Egizie di Torino conserva più di 30 mila reperti, di cui oltre 6 mila sono esposti al pubblico.
Aperto al pubblico dal 1 aprile 2015 nella nuova veste restaurata, dopo cinque anni di lavori durante i quali la struttura è comunque rimasta aperta al pubblico, il Museo offre un percorso che si sviluppa cronologicamente e si articola in quattro piani di visita coprendo un arco temporale che va dal 4000 a.C. al 700 d.C. Tra le novità del recente allestimento la Galleria dei Sarcofagi, che ospita al secondo piano alcuni fra i più bei sarcofagi del Terzo Periodo Intermedio e dell’epoca tarda (1100 – 600 a. C) molti dei quali restaurati.
La visita si conclude al piano terra fra le statue monumentali nelle sale allestite dallo scenografo Dante Ferretti, in quella che Champollion, il noto studioso decifratore dei geroglifici, definì “una meravigliosa assemblea di re e divinità”. Dante Ferretti è inoltre autore del “Percorso Nilotico” che accompagna il pubblico nella salita, con le scale mobili, alle sale espositive dal primo al terzo piano.
Il progetto scientifico, realizzato dal Direttore Christian Greco e dagli otto curatori, è particolarmente attento a raccontare la storia dei reperti e del loro reperimento.

Segnalato da: Ginevra Elkann (Regista, produttrice, scrittrice)
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