In mostra Brescia “Nomad in a Beautiful Land”

LaChapelle rilegge Ceruti: Miseria & Nobiltà nel terzo millennio

 

Francesca Grego

06/03/2023

Brescia - Una lunga tendopoli si staglia oltre i cancelli del LACMA, celebre museo di arte contemporanea di Los Angeles. Se i pattern delle tende riportano a noti brand di moda, nel complesso l’immagine evoca l’idea di un dormitorio di fortuna, in contrasto con le palme ben curate e le architetture d’autore sullo sfondo. Siamo in una fotografia di David LaChapelle, ispirata nientemeno che al pittore settecentesco Giacomo Ceruti. Commissionata all’artista americano da Fondazione Brescia Musei, l’immagine è esposta in prima assoluta presso la Pinacoteca Tosio Martinengo nel progetto David LaChapelle per Ceruti. Nomad in a Beautiful Land, in corso fino al prossimo 10 novembre. 

Ma che cosa c’entra la tendopoli californiana con un artista lombardo del XVIII secolo? Il nesso c’è, e non c’è bisogno di cercarlo troppo in profondità. La vita dei poveri, degli umili, degli ultimi è uno dei temi più caratteristici e originali della pittura di Ceruti, un'autentica novità nel panorama del Settecento europeo, e stride con i brillanti ritratti dell'alta società che lo stesso autore ci ha consegnato.  Se da un lato la grande mostra Miseria & Nobiltà, inaugurata di recente a Brescia, svela un artista decisamente più versatile e completo di quanto credessimo, dall’altro la riscoperta del maestro lombardo è un invito a cercare l’attualità della sua opera. Non a caso il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, dove l’esposizione farà tappa la prossima estate, ha ribattezzato il progetto Giacomo Ceruti: a Compassionate Eye, mettendo l’accento sullo sguardo posato dal pittore su un’umanità dimenticata. 


Giacomo Ceruti. Miseria & Nobiltà, Allestimento al Museo di Santa Giulia | Foto: © Alberto Mancini

LaChapelle fa suo questo sguardo e, implacabile, scatta: il risultato è Gated Community, un’immagine apparentemente innocente, ma ironica e spietata, da scoprire in formato gigante a Palazzo Martinengo insieme alla serie Jesus Is My Homeboy del 2023, dove il fotografo “immagina dove e con chi starebbe Gesù oggi se potesse scendere sulla Terra”, racconta il curatore Denis Curti. “Lui che ha un sismografo particolare che riesce a cogliere gli aspetti di contraddizione, di paura, di desiderio - prosegue Curti - ha messo Gesù a fianco di quelli che sono gli ultimi di oggi, dalle prostitute ai senzatetto. Di qui l’idea di commissionare un’immagine esclusiva David LaChapelle per trattare questo tema”. 

La California conta il più alto numero di homeless negli Stati Uniti: dopo la pandemia, le disuguaglianze sono ulteriormente aumentate e una tendopoli è sorta realmente di fronte al LACMA di Los Angeles. LaChapelle l’ha scoperto proprio nel giorno in cui il museo ha annunciato di aver raccolto ben 750 milioni di dollari a sostegno delle proprie attività e così ha deciso di creare Gated Community, una riflessione sulle contraddizioni delle società contemporanee che trasporta il messaggio di Ceruti in una dimensione attualissima e globale. “La capacità di sintesi di David LaChapelle mi sorprende sempre”, osserva ancora Curti: “Abbiamo discusso molto di questo progetto e David, all’inizio, ha confessato una certa preoccupazione. Quella di non essere all’altezza del confronto con Giacomo Ceruti, Poi la decisione di fare un passo laterale. I paragoni possono essere devastanti. Ecco allora che nasce l’idea di ‘costruire’ un pensiero critico forte. Tutto teso sulla contemporaneità. Sulle esagerazioni del lusso. Sulle differenze tra le classi sociali”.


Giacomo Ceruti, Portarolo, 1730-1734 circa, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo | © Archivio fotografico Civici Musei di Brescia / Fotostudio Rapuzzi

LaChapelle pianta la sua tendopoli sul marciapiede che costeggia il parcheggio del LACMA. “L’ha organizzata come se fossimo in via Montenapoleone o a Rodeo Drive a Beverly Hills” - racconta il curatore - per poi donare le tende griffate ai senzatetto di Los Angeles. “Ancora una volta David LaChapelle ci invita a guardare queste foto sulla base del pensiero di Coleridge, che suggerisce di sospendere l’incredulità quando siamo davanti all’arte”, spiega Curti: “La fotografia non ha nulla a che fare con la verità, è sempre il fotografo che decide che cosa mostrare”. è così che nasce Gated Community, “un racconto potente, una ‘messa in scena’ crudele e sincera, capace di arrivare dritto al cuore di tutti”. 


"David LaChapelle per Ceruti. Nomad in a Beautiful Land", Pinacoteca Tosio Martinengo. Photo Alberto Mancini

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