Il fascino per l'Oriente ha caratterizzato da sempre il mondo occidentale. Tuttavia, fu solo con la campagna d'Egitto di Napoleone che in tutta l'Europa si diffuse una vera e propria egittomania. I numerosi artisti al seguito di Napoleone e del suo esercito cominciarono a documentare l'Oriente in modo nuovo, approfondito e preciso, attratti dall'atmosfera da «Le mille e una notte», da una cultura considerata insieme barbara e nobile, dai misteri che aleggiavano intorno agli harem sconosciuti.
Ad illustrare la ricezione dell'Oriente da parte di questi pittori e scultori è la mostra «Da Delacroix a Kandinsky. L'Orientalismo in Europa» che, dopo la tappa al Museo delle Belle Arti di Bruxelles, approda ora alla Kunsthalle der Hypo-Kulturstiftung di Monaco, fino al I maggio 2011. Bagni turchi, paesaggi desertici, harem, bazar, occidentali in abiti orientali sono rappresentati in oltre 150 tra dipinti e sculture, realizzati nel corso di tutto il XIX secolo e oltre, dalla rivoluzione francese all'anno dello scoppio della Prima guerra mondiale.
Lungi dall'essere un vero e proprio stile artistico, l'orientalismo indica piuttosto il fascino degli artisti occidentali per soggetti esotici, capace di attraversare obliquamente gli stili, dal neoclassicismo, al romanticismo all'astrattismo, e le formazioni, dall'accademia tradizionale al modernismo.
Artisti come Ingres, Delacroix, Gérôme e Sargent, fino a Renoir, Klee e Kandinsky, ma anche altri meno conosciuti, come Gustav Bauernfeind, Fabio Fabbi, John Frederik Lewis o José Villegas y Cordero hanno immortalato i più diversi elementi della cultura orientale cercando di coglierne il suo significato più profondo, viaggiando, ma anche solo studiando da lontano, come accadde ad esempio per Ingres.
Delacrox e l'harem
Pare che Eugène Delacroix sia stato l'unico ad avere avuto accesso ad un harem. Era affascinato da quel «popolo così antico», con la sua «vita all'aperto, le donne ritirate, i grandi del luogo accoccolati al sole, impegnati a parlare tra loro o appollaiati in qualche bottega da mercante». A testimoniare i suoi lunghi viaggi in Africa del nord, su tutti, è la sua «morte di Sardanapalo» del 1844, che ritrae la morte del re insieme con le sue concubine e i suoi cani e cavalli, in una pittura tumultuosa e fremente. Ma anche «Donne d'Algeri nel loro appartamento», del 1847, o «La caccia alla tigre», del 1854.
La fantasia sensuale e l'atmosfera esotica si fondono ne «La grande Odalisca» di Jean Auguste D. Ingres, del 1814, per avere poi il loro culmine ne «Il bagno turco», del 1862.
Per Paul Klee, invece, il viaggio che lo portò in Tunisia fu importantissimo per la scoperta del colore, che impresse, tra gli altri, in «Cupole bianche e rosse», del 1914.
Da Delacroix a Kandinsky. L'Orientalismo in Europa - Monaco di Baviera, Kunsthalle der Hypo-Kulturstiftung - Fino al I maggio 2011 (Il Sole 24 Ore)...