EDOARDO SALVESTRINI Dipinti e Disegni
08/12/2010
WEB: http://arteinforma.blogspot.com/2010/12/edoardo-salvestrini-dipinti-e-disegni.html
Dall’ 11 al 23 dicembre 2010
Galleria "Arianna Sartori"
Mantova - via Cappello, 17 - tel. 0376.324260
Edoardo Salvestrini. Dipinti e Disegni
Date: dall’11 al 23 dicembre 2010
Inaugurazione: Sabato 11 dicembre, ore 17.00. Sarà presente l’artista con presenta-zione di Noris Franco Zuccoli.
Concerto: Domenica 19 dicembre, ore 16.30. Concerto duo di archi del Conservatorio G. Verdi di Milano: Alma Salvestrini, viola - Claudia Stercal, violoncello. Musiche di L. Boccherini e J. S. Bach.
Catalogo: testi di Noris Franco Zuccoli e Rossana Bossaglia
Orario di apertura: 10.00 - 12.30 / 16.00 - 19.30. Festivi 15.30 - 19.00.
La Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” di Mantova, in via Cappello 17, il pros-simo Sabato 11 dicembre, alle ore 17.00, inaugura la mostra personale dell’artista Edoardo Salvestrini intitolata "Dipinti e Disegni”.
L’artista sarà presente all’inaugurazione e sarà presentato dal Prof. Noris Franco Zuccoli.
L’artista sarà presente anche domenica 19 dicembre, ore 16.30, in occasione di un concerto duo di archi del Conservatorio G. Verdi di Milano: Alma Salvestrini, viola - Claudia Stercal, violoncello. Musiche di L. Boccherini e J. S. Bach.
La mostra è accompagnata da una monografia con testi di Noris Franco Zoccoli e Rossana Bossaglia edita da Arianna Sartori Editore.
La personale resterà aperta al pubblico fino al 23 dicembre con orario dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30, festivi 15.30 - 19.00.
Ritorno a Mantova
Dopo alcuni anni di assenza ma non di silenzio attorno al suo nome e al suo lavoro, Edoardo Salve-strini ritorna a Mantova con una mostra. Nella città virgiliana, da lui tanto amata, porta opere re-centi e anche differenti rispetto alla sua produzione già nota.
Gli ambienti urbani ne sono ancora i soggetti principali ma se ne rileva la diversità nel tono delle immagini e di conseguenza nella carica comunicativa. Se è vero, come è vero, che anche la pittura è un linguaggio, è inevitabile considerare il modo di discorrere di un artista secondo tempi, mo-menti, slanci e variazioni. La precedente produzione di Salvestrini era caratterizzata in gran parte da colte e avvincenti rappresentazioni di spazi definiti da architetture urbane con l’animazione di figurazioni fantastiche, oppure rappresentazioni di finestre aperte oltre i cui davanzali, caratterizzati dalla presenza di fiori e frutti, spuntavano accenni di architetture.
In questa sua ultima produzione l’ambiente architettonico è dominante ma l’artista ha cosciente-mente mutato atteggiamento considerativo: l’esterno urbano non è quasi più lo scenario di appari-zioni sconcertanti o in grado di suscitare più sorpresa che tranquillità. Lo spazio esterno dell’architettura, lo spazio che ospita palazzi e chiese, e che chiese e palazzi caratterizzano, è esplo-rato fiduciosamente come lo spazio in cui si vive, si passeggia, si ama, si riflette sulla letteratura, il cinema o, appunto, l’architettura. L’immanenza dell’architettura, negli ultimi tempi, ha attratto completamente Salvestrini nel senso, viene da pensare, che intende Susanne K. Langer dicendo che L’architettura crea la parvenza di quel mondo che è la controparte di un Io. È un ambiente nella sua totalità reso visibile.
Un ambiente creato dall’uomo per l’uomo, possiamo precisare, verificando che in questi anni Sal-vestrini ha pressoché eliminato i fantasmi e le figure emblematiche di rimando dechirichiano, po-nendo davanti alle facciate degli edifici le automobili, le figure umane contemporanee e via dicen-do.
Un modo aperto di guardare al mondo con la volontà di puntare verso una serenità possibile.
Anche il raggruppamento delle opere che l’artista presenta, rimanda al mutamento della sua atten-zione verso il mondo: al blocco dei dipinti (vedute) ha affiancato un settore di disegni e uno di ca-pricci (altri dipinti). Protagonista delle vedute, come dei disegni che fanno loro da premessa, è la città di Mantova, mentre i capricci presentano assetti particolari raccolti in diverse località.
La diffusione e la travolgenza della raffigurazione architettonica nei dipinti di questa personale mi ha indotto, poco sopra, a citare la Langer, giusto in riferimento all’architettura prevalentemente guardata, considerata, rappresentata dall’esterno: l’ambiente urbano come schermo, fondale, proie-zione, palcoscenico della vita.
Pur attingendo a livelli stilistici ed esecutivi elevati, possiamo dire che la pittura di Salvestrini non si protende ostinatamente a forgiare il nuovo purchè nuovo e a inventare forme inusitate purchè stupefacenti. L’abile ductus dei tracciati, l’eleganza e la forza espressiva nell’uso dei colori, la di-sinvoltura della pennellata, la riconoscibilità degli elementi rappresentati, la ricostruibilità degli ambienti evocati, sono qualità praticamente connaturate all’arte di Salvestrini. Possiamo dire che è un figurativo in bilico fra la realtà e le sue eventuali quanto inarrestabili trasformazioni, in una di-mensione enigmatico-interrogativa; apre alla contemplazione panoramica quanto alla elencazione oggettiva e minuziosa di caratteri e particolari: via di uscita, la riflessione fra vero e possibile.
La sua pittura, che si avvale di tecniche e accorgimenti di prim’ordine, manifesta sommessamente l’intenzione di indurre l’osservatore a meditare anche in proprio. Il linguaggio di Salvestrini, non invita a praticare nessi stravolti, non vuole condurre né lo studioso né l’amatore dell’opera pittorica a uscire da tutti gli ordini fisici e logici: propone figurazioni in grado di collegare tipi, forme, situa-zioni del presente con aspetti del passato, suscitando osservazioni e considerazioni adeguatamente riferibili anche a tempi diversi. Suscitare in ciascuno modi individuali e adeguati di riflettere, ama-re, passeggiare, vivere, negli spazi determinati dalle architetture disposte attorno.
Salvestrini non si pone in una posizione fantasiosa in opposizione alla ragione; non pratica l’evasione né la fuga ma cerca appuntamenti verso un mondo nuovo senza rinnegare quello vec-chio: rincorre una posizione mediatrice fra la realtà che ci circonda momento per momento e le di-verse possibilità di considerarla. Con una punta di ironia, elemento positivo della sua ricerca poeti-ca.
Noris Franco Zuccoli
Mantova, luglio 2010
In occasione della mostra di EDOARDO SALVESTRINI
Domenica 19 dicembre 2010, ore 16,30
CONCERTO
duo di archi del Conservatorio G. Verdi di Milano
AMALIA SALVESTRINI, viola - CLAUDIA STERCAL, violoncello
J.S.Bach
Suite III in do maggiore per violoncello solo BWV 1009
L. Boccherini
Sonata in do minore per violoncello e viola (alla linea del basso) G2
Sonata per viola e violoncello in do minore G18
Amalia Salvestrini, nata nel 1991, ha iniziato gli studi musicali all'età di undici anni, am-messa al Conservatorio di Milano, nella classe di viola del M° Emanuele Beschi di cui è at-tualmente allieva.
Dal 2002 al 2005 ha fatto parte del Coro di voci bianche del Teatro alla Scala.
Tra il 2008 e il 2010 ha collaborato con G.B.Columbro prendendo parte ad esecuzioni di mu-sica antica in orchestra e in ensembles barocchi.
Finalista nel 2008 al Concorso "Mario Benvenuti" di Vittorio Veneto.
Nell'aprile del 2009 ha vinto la borsa di studio "Giovanissimi Interpreti-F. Micheli".
Nell'estate 2009 ha suonato nell'Orchestra Nazionale dei Conservatori in occasione della rap-presentazione di Aida diretta da Fabio Mastrangelo nel Teatro Antico di Taormina.
Nel 2010 ha vinto il Premio "Giulio Forziati" e la borsa di studio della "Fondazione Sergio Dra-goni" del Conservatorio di Milano; ha partecipato al Corso Internazionale di musica da Camera per strumentisti ad arco a Pracatinat con i docenti Adrian Pinzaru e Christine Anderson e al Corso estivo di Musica antica di parzanica nella classe di Cinzia Barbagelata.
Frequenta il corso di Filosofia presso l'Università degli Studi di Milano.
Claudia Stercal è nata nel 1992 a Milano e frequenta l'8° corso di violoncello presso il Con-servatorio "G.Verdi" nella classe del M° C. Bellisario. Ha partecipato negli anni 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010 a corsi estivi di perfezionamento tenuti dal M° Bellisario al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano e alle masterclass tenute al Conservatorio "G.Verdi" di Milano da S.Ramon, P.Beschi e W.Butt. Nell'ottobre del 2007 ha superato l'esame di compimento in-feriore con il massimo dei voti, in seguito al quale ha vinto la IX edizione del Premio Giulio Forziati e nel 2010 si è classificata al 3° posto al concorso "Marco Agrati" di Rho. Nel corso del 2010 ha tenuto con l'ensemble di violoncelli "Cellisario Artist" numerosi concerti in Italia, Svizzera, Malta, Corsica e Albania. Presso il Conservatorio di Milano frequenta anche il quinto anno di liceo musicale e il 6° corso di pianoforte principale.
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Arianna Sartori
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