Restaurati a Firenze gli affreschi del Vasari
A Palazzo Vecchio torna a splendere il Terrazzo di Giunone

Affreschi del Terrazzo di Giunone, Palazzo Vecchio. Courtesy Friends of Florence
Francesca Grego
02/03/2020
Firenze - Affreschi, stucchi sontuosi, una statua antica e una fontana zampillante affacciata sul panorama di Firenze: così Cosimo de' Medici volle il Terrazzo di Giunone, quando decise di trasformare Palazzo Vecchio da austera sede del governo comunale in una residenza aristocratica di prestigio europeo. Nel Quartiere degli Elementi decorato da Giorgio Vasari, il duca progettò la loggia per la moglie Eleonora di Toledo e le sue dame, affinché potessero svagarsi all'aria aperta nonostante il palazzo fosse privo di giardini interni. La statua non arrivò mai da Roma e la fontana non fu realizzata, ma sulla parete interna un dipinto la ricorda: in una finta nicchia un putto dorato versa acqua in una vasca, con il piede poggiato sulla testa di un delfino.
Oggi le sfarzose decorazioni del Terrazzo di Giunone sono tornate a splendere e accolgono la statua del Putto di Andrea del Verrocchio, icona di Palazzo Vecchio restaurata in occasione della mostra sul maestro di Leonardo a Palazzo Strozzi e alla National Gallery of Art di Washington. Un restauro completo ha restituito brillantezza e leggibilità anche ai preziosi affreschi della loggia, da tempo trasformata in una stanza chiusa, mentre un nuovo impianto di illuminazione valorizza l'intero apparato decorativo.
Tornano ben visibili le storie di Giunone, regina degli dei celesti a cui la duchessa è equiparata, così come negli appartamenti del piano sottostante gli altri membri della famiglia Medici sono raffigurati nelle sembianze degli “dei terrestri”. Sul soffitto la dea compeggia su un carro trainato dai sacri pavoni tra le personificazioni dell'Abbondanza e della Podestà, mentre sulle pareti è intenta a punire le amanti di Giove: la ninfa Callisto, tramutata in orsa e trasferita in cielo con la costellazione dell'Orsa Minore, e Io, la giovane sacerdotessa che Giove trasformò inutilmente in giovenca per ingannare la moglie gelosa.
Tra dipinti, palchi lignei dipinti, ghirlande e mascheroni in stucco riconosciamo lo sfarzoso progetto del Vasari, principale artefice della metamorfosi di Palazzo Vecchio, mentre un nuovo ospite si accomoda al centro della scena: è il Putto con Delfino che Verrocchio pensò per Lorenzo il Magnifico e la fontana della sua villa di Careggi. Cosimo I lo volle a palazzo nel cortile di Michelozzo, ma a metà del secolo scorso fu trasferito all'interno per meglio conservarlo. Oggi dialoga con il suo omologo dipinto da Vasari e ricorda la fama di un grande maestro del Rinascimento fiorentino: grande orafo, scultore e pittore nella cui fiorente bottega si formarono artisti del calibro di Leonardo e Perugino.
L'intervento di restauro del Terrazzo di Giunone è stato curato e realizzato dalla Fondazione Friends of Florence ed è costato 60 mila euro, necessari a consolidarne l'apparato decorativo ed eliminare ridipinture successive, colle e resine aggiunte che nel tempo ne avevano compromesso l'aspetto.
Oggi le sfarzose decorazioni del Terrazzo di Giunone sono tornate a splendere e accolgono la statua del Putto di Andrea del Verrocchio, icona di Palazzo Vecchio restaurata in occasione della mostra sul maestro di Leonardo a Palazzo Strozzi e alla National Gallery of Art di Washington. Un restauro completo ha restituito brillantezza e leggibilità anche ai preziosi affreschi della loggia, da tempo trasformata in una stanza chiusa, mentre un nuovo impianto di illuminazione valorizza l'intero apparato decorativo.
Tornano ben visibili le storie di Giunone, regina degli dei celesti a cui la duchessa è equiparata, così come negli appartamenti del piano sottostante gli altri membri della famiglia Medici sono raffigurati nelle sembianze degli “dei terrestri”. Sul soffitto la dea compeggia su un carro trainato dai sacri pavoni tra le personificazioni dell'Abbondanza e della Podestà, mentre sulle pareti è intenta a punire le amanti di Giove: la ninfa Callisto, tramutata in orsa e trasferita in cielo con la costellazione dell'Orsa Minore, e Io, la giovane sacerdotessa che Giove trasformò inutilmente in giovenca per ingannare la moglie gelosa.
Tra dipinti, palchi lignei dipinti, ghirlande e mascheroni in stucco riconosciamo lo sfarzoso progetto del Vasari, principale artefice della metamorfosi di Palazzo Vecchio, mentre un nuovo ospite si accomoda al centro della scena: è il Putto con Delfino che Verrocchio pensò per Lorenzo il Magnifico e la fontana della sua villa di Careggi. Cosimo I lo volle a palazzo nel cortile di Michelozzo, ma a metà del secolo scorso fu trasferito all'interno per meglio conservarlo. Oggi dialoga con il suo omologo dipinto da Vasari e ricorda la fama di un grande maestro del Rinascimento fiorentino: grande orafo, scultore e pittore nella cui fiorente bottega si formarono artisti del calibro di Leonardo e Perugino.
L'intervento di restauro del Terrazzo di Giunone è stato curato e realizzato dalla Fondazione Friends of Florence ed è costato 60 mila euro, necessari a consolidarne l'apparato decorativo ed eliminare ridipinture successive, colle e resine aggiunte che nel tempo ne avevano compromesso l'aspetto.
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