Rivoluzione agli Uffizi
"Come trasformerò il Corridoio Vasariano"

Ponte Vecchio, Firenze
Ludovica Sanfelice
08/03/2016
Firenze - La lettera aperta del direttore degli Uffizi
Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi interverrà sul Corridoio Vasariano che collega, sopraelevandosi su Ponte Vecchio, gli Uffizi e Palazzo Pitti. La notizia era stata anticipata qualche giorno fa, ma a dare solennità alla promessa è un comunicato scritto dallo stesso Schmidt per spiegare con precisione tutti gli aspetti pesati e valutati prima di maturare la decisione.
Basta privilegi
Rompere i lacci del privilegio che sulla base di contratti precedenti al suo insediamento consegnano l'accesso al Corridoio a tour operators e agenzie che vendono biglietti al costo minimo di 45 euro a persona, generando oltretutto lunghissimi tempi d'attesa, è la prima voce che il direttore intende affrontare. "Il mio intento è quello di offrire la possibilità, non l'obbligo, di passare attraverso il Vasariano arrivando infine a Palazzo Pitti, con un biglietto separato da quello degli Uffizi e adeguato ai normali prezzi di accesso ai musei".
Una risposta per tutte le obiezioni
Le rivoluzioni però hanno un conto qui immediatamente presentato attraverso un coro di obiezioni giunte da tutti i fronti. Schmidt non è uomo che si lasci scoraggiare e in ciò che somiglia molto ad una lettera aperta prende di petto le principali proteste avanzate. A cominciare dal problema del guardaroba. Molto scomodo lasciare zaini e ombrelli agli Uffizi se poi si esce da Palazzo Pitti, fanno notare alcuni interlocutori. Ma non sarà certo questo a serrare il cammino della trasformazione. Esporsi alle intemperie nel percorso a ritroso verso gli Uffizi o rinunciare alla visita sono le teutoniche alternative del direttore che sorvola e bada già a faccende più concrete come la pressione antropica sui pavimenti che però -sottolinea Schmidt- è inferiore per impatto a quella che, ad esempio, interessa la Sala di Botticelli all'interno della Galleria, dove gruppi si affollano e stazionano molto più a lungo.
Di timore in timore si arriva alla ricollocazione degli autoritratti che però sono frutto di "una scelta moderna" perchè storicamente la collezione era esposta nella Sala dei pittori che coincide con la numero 35 oggi riservata a Michelangelo. Solo nel 1973 Luciano Berti la allestì nel Corridoio Vasariano. Poca la tradizione da difendere, insomma, e anzi ai più conservatori farà piacere sapere che "le condizioni climatiche del Vasariano sono tutt’altro che ideali per ospitare dei dipinti su tela e su tavola" e perciò il trasloco delle opere è una misura volta a tutelarli.
Da escludere invece l'ipotesi di realizzare un sistema di climatizzazione per creare le condizioni adeguate all'esposizione di simili opere perchè l'intervento inciderebbe aggressivamente sull'architettura storica.
Quando gli interventi saranno ultimati e i percorsi revisionati e corretti si provederà dunque all'esposizione di diverse classi di materiali che per natura siano attrezzati per affrontare meglio le intemperie, come gli affreschi staccati dall'esterno del Corridoio stesso e giacenti nei depositi da molti anni. Un riferimento niente affatto casuale che potrebbe vantare un preciso collegamento storico con il monumentale passaggio.
Di privilegiato al termine del processo messo in moto rimarrà solo l'affaccio sulla città, sulla collina e sul fiume di cui il pubblico potrà godere nel pieno rispetto dello spirito con cui il patrimonio venne donato alla città.
Consulta anche:
Guida d'arte di Firenze
Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi interverrà sul Corridoio Vasariano che collega, sopraelevandosi su Ponte Vecchio, gli Uffizi e Palazzo Pitti. La notizia era stata anticipata qualche giorno fa, ma a dare solennità alla promessa è un comunicato scritto dallo stesso Schmidt per spiegare con precisione tutti gli aspetti pesati e valutati prima di maturare la decisione.
Basta privilegi
Rompere i lacci del privilegio che sulla base di contratti precedenti al suo insediamento consegnano l'accesso al Corridoio a tour operators e agenzie che vendono biglietti al costo minimo di 45 euro a persona, generando oltretutto lunghissimi tempi d'attesa, è la prima voce che il direttore intende affrontare. "Il mio intento è quello di offrire la possibilità, non l'obbligo, di passare attraverso il Vasariano arrivando infine a Palazzo Pitti, con un biglietto separato da quello degli Uffizi e adeguato ai normali prezzi di accesso ai musei".
Una risposta per tutte le obiezioni
Le rivoluzioni però hanno un conto qui immediatamente presentato attraverso un coro di obiezioni giunte da tutti i fronti. Schmidt non è uomo che si lasci scoraggiare e in ciò che somiglia molto ad una lettera aperta prende di petto le principali proteste avanzate. A cominciare dal problema del guardaroba. Molto scomodo lasciare zaini e ombrelli agli Uffizi se poi si esce da Palazzo Pitti, fanno notare alcuni interlocutori. Ma non sarà certo questo a serrare il cammino della trasformazione. Esporsi alle intemperie nel percorso a ritroso verso gli Uffizi o rinunciare alla visita sono le teutoniche alternative del direttore che sorvola e bada già a faccende più concrete come la pressione antropica sui pavimenti che però -sottolinea Schmidt- è inferiore per impatto a quella che, ad esempio, interessa la Sala di Botticelli all'interno della Galleria, dove gruppi si affollano e stazionano molto più a lungo.
Di timore in timore si arriva alla ricollocazione degli autoritratti che però sono frutto di "una scelta moderna" perchè storicamente la collezione era esposta nella Sala dei pittori che coincide con la numero 35 oggi riservata a Michelangelo. Solo nel 1973 Luciano Berti la allestì nel Corridoio Vasariano. Poca la tradizione da difendere, insomma, e anzi ai più conservatori farà piacere sapere che "le condizioni climatiche del Vasariano sono tutt’altro che ideali per ospitare dei dipinti su tela e su tavola" e perciò il trasloco delle opere è una misura volta a tutelarli.
Da escludere invece l'ipotesi di realizzare un sistema di climatizzazione per creare le condizioni adeguate all'esposizione di simili opere perchè l'intervento inciderebbe aggressivamente sull'architettura storica.
Quando gli interventi saranno ultimati e i percorsi revisionati e corretti si provederà dunque all'esposizione di diverse classi di materiali che per natura siano attrezzati per affrontare meglio le intemperie, come gli affreschi staccati dall'esterno del Corridoio stesso e giacenti nei depositi da molti anni. Un riferimento niente affatto casuale che potrebbe vantare un preciso collegamento storico con il monumentale passaggio.
Di privilegiato al termine del processo messo in moto rimarrà solo l'affaccio sulla città, sulla collina e sul fiume di cui il pubblico potrà godere nel pieno rispetto dello spirito con cui il patrimonio venne donato alla città.
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