Gli Uffizi mettono in mostra la collezione di arazzi
 
										
										 
										
										
																		
																									Cristo davanti a Erode,  1601. Manifattura medicea
															
							06/03/2012
							Firenze -  Inaugura il 20 marzo a Firenze, alla Galleria degli Uffizi, la mostra “La galleria degli arazzi. Epifanie di tessuti preziosi”. L'esposizione si prefigge di far conoscere al pubblico della Galleria un settore prezioso delle sue collezioni, la cui fama (antica e nobile) va declinando per via di un'assenza - che dura da decenni, ormai - dai luoghi aperti ai visitatori. Gli arazzi sono opere d'arte che il tempo consuma impietoso, assai più d'altri manufatti. La luce, la polvere, la trazione conseguente all'appendimento, sono le cause principali della degenerazione del loro stato conservativo. Al pari delle opere su carta, gli arazzi (i tessuti in genere) non possono essere esibiti per lassi di tempo troppo lunghi. Pena un degrado che porta a un progressivo sbiadimento.  Per queste ragioni gli arazzi della Galleria degli Uffizi nel 1987 furono rimossi dai suoi corridoi, dove davvero rappresentavano un tratto d'eleganza magnifica, e furono collocati nelle stanze della riserva. E finché non saranno disponibili le sale al piano terreno dell'edificio - appositamente progettate per ospitare gli arazzi sia pure in una ragionata turnazione nel tempo - queste opere superbe rimarranno confinate in quei locali, attrezzati per la loro migliore conservazione. È stata una favorevole contingenza a consentire d'esporre diciassette arazzi desunti da otto serie ragguardevoli delle collezioni del museo. Contingenza che permette non solo di render manifesto al pubblico quale sia il tenore qualitativo di queste creazioni, ma anche di sottolineare quanto sia importante procedere a interventi di restauro sulla più parte di questa raccolta. La mostra espone opere di manifattura fiamminga del Cinquecento (desunte dalle serie delle Storie di Giacobbe, delle Feste alla Corte dei Valois e delle Storie di Annibale) e panni di manifattura fiorentina del Cinquecento e del Seicento (da quelli devozionali del ciclo del Salviati, dalle serie delle Storie fiorentine, delle Cacce, della Passione di Cristo e delle Storie di Fetonte), oltre a due Portiere con stemmi medicei.  
						
						
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