Alla scoperta delle meraviglie dell’isola
Arte in Sardegna: dai Giganti di Monte Prama alle trame di Maria Lai
Nuraghe Losa, Abbasanta, Oristano | Foto: maxsanna via Pixabay
Francesca Grego
10/07/2020
Il mare più bello d’Italia rischia di mettere in ombra ogni altro gioiello. Ma il ricco passato della Sardegna ha lasciato sull’isola tracce affascinanti. Arte, storia e fermenti contemporanei si mescolano in una terra segreta, dove l’identità locale incontra le culture del Mediterraneo. Ecco le mete da non perdere durante una vacanza sull’isola.
L’isola degli archeologi: nuraghi e rovine affacciate sul mare
Per chi è incuriosito dall’archeologia, la Sardegna è una vera chicca. Qui le vestigia del passato sono tante e assortite in un mix unico in Italia: alle testimonianze della misteriosa civiltà nuragica, tipica dell’isola, si aggiungono le vestigia dei Fenici e dei Romani, che si contesero questa terra al centro del Mediterraneo. Sono 7 mila i nuraghi sparsi da Nord a Sud e non c’è paese che non ne abbia uno vicino. Alcuni sono veri e propri villaggi fortificati, con un castello a più torri in posizione dominante: è il caso del Nuraghe di Barumini, il più grande di tutta la Sardegna, dal 1997 Patrimonio Unesco, del Nuraghe Arrubiu, in provincia di Cagliari, o del Complesso di Palmavera, nei pressi di Alghero, costruiti tutti tra l’Età del Bronzo e l’Età del Ferro. Ancora più antiche sono le Domus de Janas, tombe preistoriche scavate nella roccia note come “case delle fate”, nonché i Dolmen e i Menhir, monumenti megalitici disseminati dalla Gallura al cagliaritano.
I Giganti di Mont'e Prama, Dettaglio del volto di pugilatore, Museo Civico Giovanni Marongiu, Cabras | Foto: Prc90 (Opera propria) via Wikimedia Creative Commons
Sono invece da collegare alla civiltà nuragica le antichissime statue dei Giganti di Monte Prama, ritrovate quasi 50 anni fa nel sottosuolo del Sinis e diventate presto una celebrità dell’isola. Mentre il sito d’origine continua a restituire storie e reperti, li ammiriamo nella loro enigmatica magia al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e al Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras.
Si protendono sull’azzurro del mare i siti archeologici di Nora (Cagliari) e di Tharros (Oristano), dove antiche vie lastricate, resti di templi, case, teatri, fori e necropoli raccontano gli scambi tra i popoli del Mediterraneo antico. Fondate dai Fenici e poi abitate da Cartaginesi e Romani, danno vita a panorami pittoreschi sui promontori di Pula e del Sinis.
Risale infine all’epoca romana la città di Turris Libisonis, antenata di Porto Torres. Nell’area del Palazzo di Re Barbaro, ammiriamo la preziosa Domus di Orfeo e due stabilimenti termali con grandi vasche e i raffinati mosaici.
Maestro del Presepio, Retablo del Presepio, Dettaglio con gli Angeli, Fine XV secolo, 275.2 x 261.1 cm, Pinacoteca Nazionale di Cagliari
La Cittadella dei Musei di Cagliari
Nel Quartiere cagliaritano di Castello l’antica sede del Regio Arsenale ospita il più grande complesso museale della Sardegna. Dee madri mediterranee, bronzetti nuragici e fantasiosi ornamenti fenici affascinano i visitatori del Museo Archeologico, mentre la Pinacoteca Nazionale custodisce una collezione di sorprendente varietà: la pittura sarda si svela in tutta la sua ricchezza, tra contaminazioni con l’arte catalana, genovese, napoletana, romana. Retabli dai colori vivaci evidenziano le influenze ispaniche sull’isola e l’abilità di artisti come il Maestro di Castelsardo, in un viaggio che dal Medioevo si spinge fino al Novecento. Tessuti preziosi, mobili intagliati e ceramiche ispanico-arabe fanno corona intorno a una superba collezione di gioielli d’epoca: un’occasione per familiarizzare con la gloriosa tradizione orafa locale.
Se al Museo Siamese Stefano Cardu la collezione di un viaggiatore e disegnatore ottocentesco ci porta nelle atmosfere del lontano Oriente, al Museo delle Cere Anatomiche Clemente Susini l’arte incontra la scienza in artefatti rari e affascinanti, richiesti e studiati in tutto il mondo.
Fuori dalla Cittadella, Cagliari si anima in una vivace scena contemporanea. Spazi storici come l’Ex Mattatoio del Quartiere Villanova (EXMA), il Ghetto e il Castello di San Michele accolgono mostre temporanee, residenze artistiche, laboratori ed eventi.
Vittorio Accornero per Gucci, Foulard Costumi Italiani, Anni Sessanta, Seta, 87 x 87 cm | © Federico Spano | Courtesy MAN - Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Moderno e contemporaneo al MAN di Nuoro
A Nuoro l’arte più recente è di casa. Dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, scopriamo nomi di spicco dell’arte sarda in allestimenti tematici che variano di anno in anno. Maria Lai, Costantino Nivola, Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Carmelo Floris, Mauro Manca sono alcuni dei protagonisti di un itinerario multiforme tra stili e linguaggi. Quest’estate la mostra Il regno segreto. Sardegna- Piemonte: una visione postcoloniale ci racconta la storia di un incontro. Tra opere d’arte, fotografie, testi letterari e spartiti musicali riscopriamo lo storico rapporto tra la Sardegna e lo Stato sabaudo da una doppia prospettiva: equivoci e polemiche fanno da sfondo a vicende di viaggi e scambi di persone, oggetti e idee.
Stazione dell’Arte: le trame di Maria Lai
Poco distante dallo splendido mare dell’Ogliastra e nascosto tra i boschi della Barbagia, il piccolo centro di Ulassai è una meta imperdibile per chi ama l’arte contemporanea: l'artista sarda più famosa nel mondo ha lasciato al suo paese natale un patrimonio inestimabile. Nel 1981 Maria Lai realizzò qui la prima opera di arte relazionale della storia legando tutte le case con 27 chilometri di stoffa celeste. Da allora l’abitato e le campagne di Ulassai sono diventati un museo all’aperto, accogliendo i lavori dell’artista. Sculture, installazioni, opere di land art e di arte pubblica spandono una poesia lieve dalle piazze cittadine alle aree industriali in disuso, dal parco eolico al lavatoio comunale. Grazie alla Lai, sono arrivati qui lavori di artisti amici come Guido Strazza, Costantino Nivola, Marcello Maloberti.
Maria Lai, Fame d'infinito, Veduta dell'allestimento alla Stazione dell'Arte | Foto: E. Loi S. Melis | Courtesy Fondazione Stazione dell'Arte, Ulassai
Ma non è tutto: in una vecchia stazione ferroviaria, 14 anni fa è nato il museo Stazione dell’Arte, che ospita la più grande collezione pubblica di opere di Maria Lai. Sculture in terracotta, legno e plexiglass, installazioni, disegni a china e a matita, telai, pani e libri cuciti ne restituiscono l’esperienza creativa nel nuovo allestimento Fame d’Infinito. Arte da guardare e da toccare che evidenzia come la Lai abbia saputo trasformare il proprio vissuto in esperienza universale, reinterpretando pratiche quotidiane e leggende della sua terra.
Itinerari nel colore: dal muralismo alla street art
Il primo murales sardo fu un atto di protesta, firmato a Orgosolo nel 1969 dal collettivo anarchico milanese Dioniso. In pochi anni il germe del muralismo avrebbe cambiato il volto di quattro paesi: Orgosolo, San Sperate, Serramanna e Villamar. Artisti, attivisti, scolaresche, sardi, continentali e perfino esuli cileni avrebbero dato vita ad un museo a cielo aperto, raccontando tradizioni antiche, momenti quotidiani sull’isola e storie di emigrazione. Alcuni di questi murales sono stati cancellati dal tempo, altri sono conservati con cura per volontà delle comunità locali. Orgosolo ne conta 150 e San Sperate 188, in una galleria a cielo aperto ancora in espansione. Negli anni Duemila sono arrivati in Sardegna grandi nomi della scena italiana e internazionale: da Ericailcane al messicano Spaik e alla colombiana Bastardilla.
Anche Cagliari ha i suoi spazi deputati alla street art: la Galleria del Sale, lungo la pista ciclabile che collega il porticciolo di Su Siccu al Parco di Molentargius, la centralissima Via San Saturnino e il Quartiere di Sant’Avendrace, nei pressi dello Stagno di Santa Gilla.
La Torre dell'Elefente a Cagliari | Foto: pixabairis via Pixabay
Borghi e città storiche: da Alghero a Carloforte
A chi, tra un tuffo e l’altro, sente la mancanza di una passeggiata tra stradine ed edifici storici, è vivamente consigliato un salto ad Alghero, un angolo catalano in Sardegna. Una distesa di tetti rossi che tocca il cielo, le antiche mura affacciate sul mare smeraldino e la cupola in maioliche policrome della Chiesa di San Michele disegnano il paesaggio nella luce dorata dell’Ovest. Vicoli pittoreschi e piazzette fiorite, l’antico Quartiere ebraico del Kahal e il vivace lungomare progettato dall’architetto spagnolo Joan Busquets sono tra i punti di interesse da non perdere.
Se siete a Sud, Cagliari non vi deluderà con i quattro Quartieri storici di Castello, Villanova, Marina e Stampace. Dal Bastione di Santa Croce potrete ammirare tramonti infuocati tra la città e il mare oppure perdervi nell’animazione delle strade intorno al vecchio castello, che si annuncia con le Torri medievali dell’Elefante e di San Pancrazio. Qui la Cattedrale di Santa Maria, Palazzo Regio e Palazzo di Città dominano la scena. A pochi passi dal centro, l’Anfiteatro è una delle più importanti testimonianze della dominazione romana in Sardegna, mentre l’oasi verde dell’Orto Botanico è pronta a dispensare sorprese arrivate da tutto il mondo attraverso il mare.
Un'aria ancora diversa si respira nel paesino di Carloforte, sull'Isoletta di San Pietro. Sulle rotte del corallo dei mercanti genovesi, il primo insediamento nacque quando pirati e saraceni scacciarono i liguri da Tabarka, in Tunisia. I bei palazzi settecenteschi, le antiche mura, gli angusti carrugi, hanno fatto di Carloforte uno dei Borghi più belli d'Italia. Sembra di esserein un'angolo di Liguria: dall'architettura ai colori delle case, dal dialetto alla cucina, tutto ricorda l'antica Repubblica Marinara.
Carloforte, Monumento a Carlo Emanuele III | Foto: Wikibiro (Opera propria) via Wikimedia Creative Commons
L’isola degli archeologi: nuraghi e rovine affacciate sul mare
Per chi è incuriosito dall’archeologia, la Sardegna è una vera chicca. Qui le vestigia del passato sono tante e assortite in un mix unico in Italia: alle testimonianze della misteriosa civiltà nuragica, tipica dell’isola, si aggiungono le vestigia dei Fenici e dei Romani, che si contesero questa terra al centro del Mediterraneo. Sono 7 mila i nuraghi sparsi da Nord a Sud e non c’è paese che non ne abbia uno vicino. Alcuni sono veri e propri villaggi fortificati, con un castello a più torri in posizione dominante: è il caso del Nuraghe di Barumini, il più grande di tutta la Sardegna, dal 1997 Patrimonio Unesco, del Nuraghe Arrubiu, in provincia di Cagliari, o del Complesso di Palmavera, nei pressi di Alghero, costruiti tutti tra l’Età del Bronzo e l’Età del Ferro. Ancora più antiche sono le Domus de Janas, tombe preistoriche scavate nella roccia note come “case delle fate”, nonché i Dolmen e i Menhir, monumenti megalitici disseminati dalla Gallura al cagliaritano.
I Giganti di Mont'e Prama, Dettaglio del volto di pugilatore, Museo Civico Giovanni Marongiu, Cabras | Foto: Prc90 (Opera propria) via Wikimedia Creative Commons
Sono invece da collegare alla civiltà nuragica le antichissime statue dei Giganti di Monte Prama, ritrovate quasi 50 anni fa nel sottosuolo del Sinis e diventate presto una celebrità dell’isola. Mentre il sito d’origine continua a restituire storie e reperti, li ammiriamo nella loro enigmatica magia al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e al Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras.
Si protendono sull’azzurro del mare i siti archeologici di Nora (Cagliari) e di Tharros (Oristano), dove antiche vie lastricate, resti di templi, case, teatri, fori e necropoli raccontano gli scambi tra i popoli del Mediterraneo antico. Fondate dai Fenici e poi abitate da Cartaginesi e Romani, danno vita a panorami pittoreschi sui promontori di Pula e del Sinis.
Risale infine all’epoca romana la città di Turris Libisonis, antenata di Porto Torres. Nell’area del Palazzo di Re Barbaro, ammiriamo la preziosa Domus di Orfeo e due stabilimenti termali con grandi vasche e i raffinati mosaici.
Maestro del Presepio, Retablo del Presepio, Dettaglio con gli Angeli, Fine XV secolo, 275.2 x 261.1 cm, Pinacoteca Nazionale di Cagliari
La Cittadella dei Musei di Cagliari
Nel Quartiere cagliaritano di Castello l’antica sede del Regio Arsenale ospita il più grande complesso museale della Sardegna. Dee madri mediterranee, bronzetti nuragici e fantasiosi ornamenti fenici affascinano i visitatori del Museo Archeologico, mentre la Pinacoteca Nazionale custodisce una collezione di sorprendente varietà: la pittura sarda si svela in tutta la sua ricchezza, tra contaminazioni con l’arte catalana, genovese, napoletana, romana. Retabli dai colori vivaci evidenziano le influenze ispaniche sull’isola e l’abilità di artisti come il Maestro di Castelsardo, in un viaggio che dal Medioevo si spinge fino al Novecento. Tessuti preziosi, mobili intagliati e ceramiche ispanico-arabe fanno corona intorno a una superba collezione di gioielli d’epoca: un’occasione per familiarizzare con la gloriosa tradizione orafa locale.
Se al Museo Siamese Stefano Cardu la collezione di un viaggiatore e disegnatore ottocentesco ci porta nelle atmosfere del lontano Oriente, al Museo delle Cere Anatomiche Clemente Susini l’arte incontra la scienza in artefatti rari e affascinanti, richiesti e studiati in tutto il mondo.
Fuori dalla Cittadella, Cagliari si anima in una vivace scena contemporanea. Spazi storici come l’Ex Mattatoio del Quartiere Villanova (EXMA), il Ghetto e il Castello di San Michele accolgono mostre temporanee, residenze artistiche, laboratori ed eventi.
Vittorio Accornero per Gucci, Foulard Costumi Italiani, Anni Sessanta, Seta, 87 x 87 cm | © Federico Spano | Courtesy MAN - Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Moderno e contemporaneo al MAN di Nuoro
A Nuoro l’arte più recente è di casa. Dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, scopriamo nomi di spicco dell’arte sarda in allestimenti tematici che variano di anno in anno. Maria Lai, Costantino Nivola, Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Carmelo Floris, Mauro Manca sono alcuni dei protagonisti di un itinerario multiforme tra stili e linguaggi. Quest’estate la mostra Il regno segreto. Sardegna- Piemonte: una visione postcoloniale ci racconta la storia di un incontro. Tra opere d’arte, fotografie, testi letterari e spartiti musicali riscopriamo lo storico rapporto tra la Sardegna e lo Stato sabaudo da una doppia prospettiva: equivoci e polemiche fanno da sfondo a vicende di viaggi e scambi di persone, oggetti e idee.
Stazione dell’Arte: le trame di Maria Lai
Poco distante dallo splendido mare dell’Ogliastra e nascosto tra i boschi della Barbagia, il piccolo centro di Ulassai è una meta imperdibile per chi ama l’arte contemporanea: l'artista sarda più famosa nel mondo ha lasciato al suo paese natale un patrimonio inestimabile. Nel 1981 Maria Lai realizzò qui la prima opera di arte relazionale della storia legando tutte le case con 27 chilometri di stoffa celeste. Da allora l’abitato e le campagne di Ulassai sono diventati un museo all’aperto, accogliendo i lavori dell’artista. Sculture, installazioni, opere di land art e di arte pubblica spandono una poesia lieve dalle piazze cittadine alle aree industriali in disuso, dal parco eolico al lavatoio comunale. Grazie alla Lai, sono arrivati qui lavori di artisti amici come Guido Strazza, Costantino Nivola, Marcello Maloberti.
Maria Lai, Fame d'infinito, Veduta dell'allestimento alla Stazione dell'Arte | Foto: E. Loi S. Melis | Courtesy Fondazione Stazione dell'Arte, Ulassai
Ma non è tutto: in una vecchia stazione ferroviaria, 14 anni fa è nato il museo Stazione dell’Arte, che ospita la più grande collezione pubblica di opere di Maria Lai. Sculture in terracotta, legno e plexiglass, installazioni, disegni a china e a matita, telai, pani e libri cuciti ne restituiscono l’esperienza creativa nel nuovo allestimento Fame d’Infinito. Arte da guardare e da toccare che evidenzia come la Lai abbia saputo trasformare il proprio vissuto in esperienza universale, reinterpretando pratiche quotidiane e leggende della sua terra.
Itinerari nel colore: dal muralismo alla street art
Il primo murales sardo fu un atto di protesta, firmato a Orgosolo nel 1969 dal collettivo anarchico milanese Dioniso. In pochi anni il germe del muralismo avrebbe cambiato il volto di quattro paesi: Orgosolo, San Sperate, Serramanna e Villamar. Artisti, attivisti, scolaresche, sardi, continentali e perfino esuli cileni avrebbero dato vita ad un museo a cielo aperto, raccontando tradizioni antiche, momenti quotidiani sull’isola e storie di emigrazione. Alcuni di questi murales sono stati cancellati dal tempo, altri sono conservati con cura per volontà delle comunità locali. Orgosolo ne conta 150 e San Sperate 188, in una galleria a cielo aperto ancora in espansione. Negli anni Duemila sono arrivati in Sardegna grandi nomi della scena italiana e internazionale: da Ericailcane al messicano Spaik e alla colombiana Bastardilla.
Anche Cagliari ha i suoi spazi deputati alla street art: la Galleria del Sale, lungo la pista ciclabile che collega il porticciolo di Su Siccu al Parco di Molentargius, la centralissima Via San Saturnino e il Quartiere di Sant’Avendrace, nei pressi dello Stagno di Santa Gilla.
La Torre dell'Elefente a Cagliari | Foto: pixabairis via Pixabay
Borghi e città storiche: da Alghero a Carloforte
A chi, tra un tuffo e l’altro, sente la mancanza di una passeggiata tra stradine ed edifici storici, è vivamente consigliato un salto ad Alghero, un angolo catalano in Sardegna. Una distesa di tetti rossi che tocca il cielo, le antiche mura affacciate sul mare smeraldino e la cupola in maioliche policrome della Chiesa di San Michele disegnano il paesaggio nella luce dorata dell’Ovest. Vicoli pittoreschi e piazzette fiorite, l’antico Quartiere ebraico del Kahal e il vivace lungomare progettato dall’architetto spagnolo Joan Busquets sono tra i punti di interesse da non perdere.
Se siete a Sud, Cagliari non vi deluderà con i quattro Quartieri storici di Castello, Villanova, Marina e Stampace. Dal Bastione di Santa Croce potrete ammirare tramonti infuocati tra la città e il mare oppure perdervi nell’animazione delle strade intorno al vecchio castello, che si annuncia con le Torri medievali dell’Elefante e di San Pancrazio. Qui la Cattedrale di Santa Maria, Palazzo Regio e Palazzo di Città dominano la scena. A pochi passi dal centro, l’Anfiteatro è una delle più importanti testimonianze della dominazione romana in Sardegna, mentre l’oasi verde dell’Orto Botanico è pronta a dispensare sorprese arrivate da tutto il mondo attraverso il mare.
Un'aria ancora diversa si respira nel paesino di Carloforte, sull'Isoletta di San Pietro. Sulle rotte del corallo dei mercanti genovesi, il primo insediamento nacque quando pirati e saraceni scacciarono i liguri da Tabarka, in Tunisia. I bei palazzi settecenteschi, le antiche mura, gli angusti carrugi, hanno fatto di Carloforte uno dei Borghi più belli d'Italia. Sembra di esserein un'angolo di Liguria: dall'architettura ai colori delle case, dal dialetto alla cucina, tutto ricorda l'antica Repubblica Marinara.
Carloforte, Monumento a Carlo Emanuele III | Foto: Wikibiro (Opera propria) via Wikimedia Creative Commons
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