I ritratti di Chuck Close
Georgia 1982 di Chuck Close
04/03/2002
Il 22 febbraio si è inaugurata presso l'Accademia Americana di Roma la prima personale italiana di Chuck Close, artista tanto famoso in patria (è nato nel 1940 a Monroe, nello stato di Washington), quanto quasi sconosciuto – almeno al grande pubblico – qui da noi. Mentre in America un museo come il Moma gli ha recentemente dedicato una vasta retrospettiva, in Italia l'opera di Close è stata presentata fino ad oggi solo alla Biennale di Venezia del '95 e in una collettiva alla Galleria Civica di Torino nel 1973.
La mostra, intitolata quasi tautologicamente "Ritratti", presenta una scelta di trenta opere grafiche, selezionate dallo stesso Close in modo da offrire un quadro il più esaustivo possibile della sua produzione, dagli anni '70 al 2001. L'opera di Close viene in genere avvicinata dalla critica al Fotorealismo americano, ma la sua arte ha ascendenze più vaste: mentre la sua formazione avviene tra gli anni Sessanta e Settanta, segnati in America dall'esperienze della Pop art e della Minimal art, egli stesso riconosce l'importanza che per la sua pittura hanno avuto i maestri europei del passato, da Rembrandt a Caravaggio, da Giotto a Vermeer.
Nonostante la vastità dei riferimenti pittorici, è tuttavia un artista che si muove all'interno di un rigido schema intellettuale: dipinge solo ritratti, e mai su commissione, sempre di dimensioni colossali e con un'impostazione rigidamente frontale.
Una parte cospicua della mostra è costituita da autoritratti (se ne contano ben quattordici), tema sul quale Close del resto ama tornare frequentemente; le restanti opere sono ritratti di amici e famigliari.
Nonostante la mostra comprenda solo opere realizzate con tecniche grafiche, è tuttavia estremamente esemplificativa del grande amore di Close per la sperimentazione tecnica: oltre a tutte le tecniche incisorie, dalla litografia all'acquatinta, dalla mezzatinta alla serigrafia, nelle opere esposte sono utilizzati anche processi tecnici di invenzione dell'artista stesso, oltre a un prezioso arazzo in seta ed un tappeto in seta tessuto a mano su lino. La tecnica d'altronde gioca un ruolo fondamentale nell'opera di Close, proprio per il procedimento estremamente lungo e complesso che comporta l'esecuzione dei suoi ritratti: dapprima l'artista scatta molte fotografie polaroid dello stesso soggetto, quindi scompone ogni foto riportandola sulla tela per mezzo di reticoli. L'utilizzo di una griglia gli consente quindi di aumentare moltissimo le dimensioni dell'immagine, mantenendo allo stesso tempo intatta la somiglianza, che anzi viene acuita dalla nitidezza quasi maniacale nella resa dei particolari. Si tratta evidentemente di un procedimento estremamente lungo e faticoso, che porta l'artista ad impiegare vari mesi, talvolta un anno per completare un dipinto, e che ben spiega l'esiguo numero di opere prodotte dall'artista nel corso della sua carriera (un'ottantina circa).
CHUCK CLOSE - RITRATTI
American Academy in Rome
Via Angelo Masina 5 - 00153 Roma
22 febbraio - 21 aprile 2002
da martedì a venerdì dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00;
sabato e domenica dalle 11.00 alle 18.00; (lunedì chiuso).
Per informazioni tel. 06-58461
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