A Bologna da 29 ottobre al 13 marzo

Novant'anni senza Boldini. Il "pittore dell'eleganza" rivive in una grande mostra

Giovanni Boldini, Mademoiselle de Nemidoff, 1908. Olio su tela, 232x122 cm. Collezione privata I Courtesy Arthemisia
 

Francesca Grego

13/10/2021

Sono passati novant’anni dalla scomparsa di Giovanni Boldini, il pittore che meglio di ogni altro è riuscito a catturare sulla tela i riflessi splendenti e fuggevoli della Belle Époque. A due passi da Ferrara, città natale dell’artista, Palazzo Albergati celebra la ricorrenza con una grande mostra che vede la collaborazione tra le principali collezioni italiane che ne custodiscono l’opera: il Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia, che si occupa della catalogazione dei lavori del pittore, il Museo Giovanni Boldini di Ferrara, i Musei di Nervi - Galleria d'Arte Moderna di Genova, il bolognese Ca' la Ghironda - Modern Art Museum. Da loro e da esclusive collezioni private arriveranno le opere in mostra a Bologna a partire dal 29 ottobre con la curatela di Tiziano Panconi, massimo esperto dell’arte di Boldini. 

Specialità sopraffina dell’artista ferrarese sono i ritratti, specie quelli femminili: con pennellate rapide, screziate di luce, Boldini ha portato nell’arte lussi e voluttà, bellezze e turbamenti dell’alta società europea a cavallo tra due secoli. Fanciulle eteree, affascinanti femme fatale, signore in abito da sera si affacciano dai suoi quadri come da una preziosa enciclopedia della moda, tra sete e organze, velluti e taffettà. Non a caso, in occasione della retrospettiva allestita a Parigi nel ’31, subito dopo la morte del pittore, Vogue lo definì “il pittore dell’eleganza”. Ma Boldini aveva anche un’altra qualità, più rara e ineffabile: la capacità di trasferire sulla tela la psicologia e le emozioni mutevoli delle sue modelle, che lui definiva “fragili icone”. Di qui il titolo della mostra Giovanni Boldini. Lo sguardo nell’anima, che a Palazzo Albergati prenderà corpo grazie alla presenza di capolavori come Mademoiselle de Nemidoff, La contessa Beatrice Susanna Henriette van Bylant, Ritratto dell’attrice Alice Regnault, La contessa de Rasty coricata, La camicetta di voile, da ammirare e confrontare con opere di celebri contemporanei del maestro. 


Giovanni Boldini, Ritratto di Alice Regnault, 1884 I Courtesy Arthemisia

Sala dopo sala, scopriremo perché le belle della Belle Époque si mettevano umilmente in coda alla porta del suo studio parigino. “Boldini sapeva riprodurre la sensazione folgorante che le donne sentono di suscitare mostrandosi nei loro momenti migliori” scrisse Cecil Beaton, tra i primi fotografi di moda del Novecento, notando con humour britannico come “anche il più insopportabile dei suoi ritratti riveli un immenso divertimento”. Nemmeno il pubblico maschile rimase indifferente alle lusinghe di un pennello tanto sapiente. “Mio caro Boldini”, scrisse l’eccentrico poeta Robert de Montesquiou, “un personaggio di Shelley, il mago Zoroastro, si incontrò un giorno con se stesso, mentre passeggiava nel suo giardino. La stessa cosa, in meglio, è capitata a me, poiché questo secondo me stesso incontrato dal primo porta la vostra firma”. 

Frutto del lavoro di un comitato di studio presieduto da Vittorio Sgarbi, diretto da Tiziano Panconi e composto da Beatrice Avanzi (Mart, Rovereto), Loredana Angiolino, Maria Teresa Benedetti, Pietro Di Natale (direttore Ferrara Arte), Almerinda Di Benedetto (Università Luigi Vanvitelli, Napoli), Elena Di Raddo (Università La Cattolica, Milano), Leo Lecci (Università di Genova), Marina Mattei, Gioia Mori (Accademia di Belle Arti, Roma) e Lucio Scardino, Giovanni Boldini. Lo sguardo nell’anima è prodotta e realizzata da Arthemisia e Poema in collaborazione con Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia e con il sostegno di Ricola. Sarà visitabile a Bologna dal 29 ottobre 2021 al 13 marzo 2022

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