L’UNIVERSO CREATIVO DI GIO PONTI ALLA TRIENNALE DI MILANO

06/05/2011

WEB: http://www.arcadja.com/artmagazine/it/2011/05/06/luniverso-creativo-di-gio-ponti-alla-triennale-di-milano/


Rendere il colore e la leggerezza, il segno sicuro e la plasticità, insomma attraversare l'universo creativo di Giò Ponti è cosa da far tremare i polsi. A fronte di tali evidenti difficoltà si accoglie in maniera ancor più convinta il lavoro che la Triennale di Milano e Germano Celant dedicano al grande architetto, spaziando in maniera concisa e ariosa dall'architettura al design, dal decoro di interni alla ceramica, lungo le variegate assi di un genio complesso la cui ricerca passava invariabilmente e con esiti epocali, e dalla indomita attualità, dal "cucchiaio alla città".
«Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l'acciaio, non è il vetro l'elemento più resistente. Il materiale più resistente nell'edilizia è l'arte». Così scriveva Gio Ponti, primo celebrato architetto italiano dal successo globale, che oltre milanese classe 1891 fu medaglia di bronzo e croce di guerra nella Grande guerra.
Se con i suoi progetti raggiunse da Hong Kong a Denver, da Bagdad e Teheran a Caracas, da San Paolo a New York, con il design ebbe non minor successo internazionale, mentre alla sua attività di critico e teorico dell'architettura si debbono le blasonatissime pubblicazioni "Domus" e "Stile".
Attraverso oltre 250 tra disegni e dipinti, ceramiche e maioliche, mobili e oggetti, studi e modelli di architettura, l'esposizione mira a fare il punto sulla variegata e complessa creatività pontiana che ha inizio negli anni Venti con la direzione artistica della società Richard-Ginori e si dipana per circa settant'anni nel campo dell'architettura, del design industriale, della produzione artigianale e artistica, senza dimenticare la ricerca e la comunicazione svolte nel campo delle arti.
Il punctum dolens delle esposizioni d'architettura - un al di fuori delle realizzazioni che nel caso di Ponti è l'altrove delle capitali asiatiche o d'oltreoceano - è risolto in maniera mirabile attraverso numerosi modelli di studio, disegni, e video che spaziano dal vicino grattacielo Pirelli (1956-1960), alla Chiesa progettata per l'ospedale San Carlo (1966), fino alla bellissima Concattedrale di Taranto, per arrivare all'Istituto italiano di cultura di Stoccolma (1954) passando inevitabilmente per il celebre Auditorium del Time & Life building di New York (1959) , con un focus particolare sull'asse Italia-America.
Asse che partendo dal lavoro di Ponti dedicato agli arredi delle navi transoceaniche, si dipana fino alla citazione della Finestra arredata, un nuovo tipo di serramento realizzato tra il 1953 e il 1954, inteso come un omaggio a Philip Johnson e prodotto in forma di prototipo dalla società newyorchese Altamira.
L'esposizione si completa con il display del modo di comunicare di Ponti attuato in scritti, dipinti, disegni raccolti in uno studio simbolico in cui si colgono i rimandi ai progetti realizzati e una dimensione intima e della persona, attraverso i filmati e le interviste.
Per quanto riguarda invece l'esprit de synthèse che caratterizza insieme all'eleganza e alla versatilità il dialogo centrale nella poetica di Ponti fra architettura e design, il catalogo di raffinatissimi oggetti presenti in mostra è davvero "impressive".
Se fra i protagonisti assoluti, come è ovvio, sono la parete attrezzata e la finestra arredata che tanta parte ebbero nella sue esplorazioni creative, non mancano come parti imprescindibili del successo internazionale del cosiddetto "stile italiano" le sue ceramiche prodotte nello stabilimento di Doccia che proprio in Ponti ebbero il direttore artistico della della Società Ceramica Richard-Ginori dal 1923 al 1930. E ancora le pregevoli creazioni in vetro delle collezioni Venini, fra cui spicca nella sala di debutto il celebrato Lampadario a otto luci.
Il catalogo di Electa è impreziosito dalla pubblicazione edita sempre da da Electa della riedizione fac-simile di "Espressione di Gio Ponti", la rara raccolta dei suoi progetti curata da Ponti e data alle stampe per l'unica volta nel 1954 (Daria Guarnati Editore, Milano), a cui si aggiunge un
‘giornalone' dove sono presenti i dati della mostra, con i relativi testi ufficiali e critici corredati da immagini e dagli apparati scientifici.
Alla mostra in Triennale fanno da corredo le interessanti iniziative presso il Grattacielo Pirelli , Giò Ponti, Il fascino della ceramica Milano, Palazzo Pirelli fino al 31 luglio 2011, e Il decoro in tavola, Forme e colori di Guido Andloviz, al Museo Bagatti Valsecchi fino al 3 luglio 2011, oltre al percorso che con Atm attraverserà la città di Milano nei luoghi delle architetture firmate dal grande maestro.
Espressioni di Gio Ponti, 6 maggio – 24 luglio 2011, Triennale di Milano, a cura di Germano Celant. Catalogo Electa( Il Sole 24 Ore )...

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