Al Castello Carlo V dal 1° luglio al 23 ottobre

Mario Schifano e la Pop Art italiana in mostra a Lecce

Mario Schifano, Acquatico, 1992, Smalto e Acrilico su Tela cm 100x70 cm
 

Samantha De Martin

30/06/2017

Lecce - I volti femminili, argentati, gentili di Giosetta Fioroni si intrecciano con i paesaggi anemici di Mario Schifano, si scompongono nell'immaginario di Franco Angeli, tra i colori brillanti di Tano Festa, accendendo le stanze del Castello Carlo V di Lecce dei paradigmi rivoluzionari della Pop Art.
I mitici linguaggi elaborati dalla fervida esperienza artistica dei quattro grandi protagonisti della Scuola di Piazza del Popolo portano a Lecce, dal 1° luglio al 23 ottobre, i capolavori di una Scuola che ha trovato a Roma la sua eccentrica fucìna.

La sezione principale della mostra Mario Schifano e la Pop Art in Italia ripercorre la straordinaria epopea dell'artista di Homs che ricostruisce la sua narrazione poetica e intellettuale - dopo un periodo di azzeramento di radice concettuale - guardando alla natura.

Nei due paesaggi anemici in esposizione, il colore si smaterializza, diventa liquido, pur conservando la sua energica potenza espressiva. A Giacomo Balla Schifano dedicò una delle due tele in mostra, mentre al celebre ciclo Futurismo rivisitato a colori  ammicca una delle opere proposte nelle sale del Castello.

La foto che ritrae il gruppo futurista, proposta come intramontabile icona di storia e cultura, ritoccata attraverso colori vivaci e veloci, è in perfetta sintonia con una cultura visiva pop.

L'itinerario attraverso i linguaggi italiani della Pop Art prosegue con le opere degli anni Ottanta, che preannunciano il ritorno a una pittura figurativa dopo anni di azzeramento del linguaggio pittorico.

È con uno sguardo profondamente segnato dalle tracce del passato che Franco Angeli realizza le sue opere, alcune delle quali, di grandi dimensioni, presenti in mostra, dalle svastiche ai dollari americani e all'obelisco di piazza del Popolo.

Tra i lavori di Tano Festa non passa, invece, inosservata, una celebre Persiana.

Ma l'elemento probabilmente più interessante della mostra scaturisce dalla presenza femminile che si fa spazio - in un universo composto principalmente da figure maschili che si muovono in un turbolento teatro popolato da incontri ambigui, droghe ed esperienze estreme - tra le opere di Giosetta Fioroni.
Il percorso espositivo allestito a Lecce ospita infatti alcune rare opere della pittrice romana, realizzate negli anni Sessanta intorno a una sovrapposizione sentimentale di velature e segni leggeri.

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