Capolavori e bizzarrie per raccontare l’avanguardia del sogno

Da Milano a Pisa, il Surrealismo in tre mostre

René Magritte, Il figlio dell’uomo (particolare), olio su tela, 116 x 89 cm 1964. Collezione privata
 

Francesca Grego

15/10/2018

Milano - Enigmatica, perturbante, rivoluzionaria l’arte dei Surrealisti non smette di irretirci con le sue fantasie ardite. Lanciata come una bomba nell’immaginario occidentale, l’idea di una creatività che scaturisce direttamente dall’inconscio continua a dispiegare i suoi effetti. E il bello è che ogni artista – da Magritte a Dalì, da Duchamp a Man Ray - l’ha interpretata a suo modo, attraverso tecniche, stili e sensibilità peculiari.
Tra Pisa, Milano e Alba (Cuneo), tre mostre permettono ora di apprezzarne le differenti declinazioni, attraverso capolavori iconici e opere che stuzzicano la curiosità. Scopriamole insieme.
 
Da Magritte a Duchamp. 1929: il Grande Surrealismo dal Centre Pompidou. Fino al 17 febbraio a Pisa, Palazzo Blu
Dalla dissacrante “Gioconda coi baffi” di Marcel Duchamp (L.H.O.O.Q) a Le Double Secret di Renè Magritte, l’imprevedibile immaginazione surrealista porta in scena i suoi volti molteplici. In mostra circa 90 opere provenienti dalla collezione del Centre Pompidou di Parigi, tra le più rilevanti raccolte dedicate all’arte del Novecento in Europa, con la curatela del direttore aggiunto del museo francese Didier Ottinger.
 
Celebri dipinti, sculture, collage, installazioni, ready made e foto d’autore raccontano l’avventura di André Breton e compagni a partire da un anno cruciale, il 1929, in cui l’eterogeneità di visioni insita nel movimento esplode in una frattura insanabile, proiettando nel mondo frammenti eterogenei e straordinariamente vitali.
Oltre a Magritte e Duchamp, nel percorso troviamo in bell’evidenza opere di Salvador Dalì, Max Ernst, Alberto Giacometti, Joan Mirò, Giorgio De Chirico, Yves Tanguy, Jean Arp e dello stesso Pablo Picasso, che gravitò nell’area surrealista gravitò per una lunga stagione. Senza dimenticare gli esperimenti cinematografici di Luis Buñuel e la grande fotografia di Man Ray, Brassaï o Claude Cahun.
 
Inside Magritte. Fino al 10 febbraio a Milano, Fabbrica del Vapore
Tra realtà e immaginazione, alla Fabbrica del Vapore il mondo di Magritte prende forma in una esperienza multisensoriale che coniuga immagini, suoni, musica, racconto ed evocazione. Realizzata con il supporto della Succession Magritte di Bruxelles, la mostra si muove tra la vita del grande pittore surrealista e le atmosfere oniriche della sua arte con l’ausilio degli ultimi ritrovati della tecnologia.
Gli iconici uomini in bombetta, i corpi umani con la testa di pesce, gli Amanti incappucciati, la pipa più celebre della storia sono solo alcuni dei topos che si rincorrono in un itinerario di 50 minuti. Protagonisti, l’ignoto e il mistero. A proposito della propria arte, infatti, lo stesso Magritte si esprimeva così: “Il suo significato è sconosciuto, poiché il significato della mente stessa è sconosciuto.
 
Nello spazio della “experience room” dalle pareti al pavimento le sue opere diventano un sogno senza soluzione di continuità che, tra suggestioni artistiche e gustose pillole biografiche, ripercorre in tutte le sue fasi la parabola del Saboteur tranquille. Per poi attraversare le illusioni della Sala degli Specchi e partire per un’avventura in 3D con tecnologia Oculus VR.
 
Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo dalla collezione del Museo Bijmans Van Beuningen. Dal 27 ottobre al 25 febbraio ad Alba, Fondazione Ferrero
Arriva dall’Olanda, e precisamente dalla prestigiosa collezione del Museo Boijmans Van Beuningen, il corpus di una mostra ricca e originale. Al centro del progetto, il rapporto tra due avanguardie cresciute nel medesimo brodo di coltura, unite da idee e pratiche condivise, e talvolta dal passaggio degli stessi artisti da un movimento all’altro.
Più che una rassegna di capolavori – che pure non mancano – quello curata da Marco Vallora per Fondazione Ferrero è un vero e proprio viaggio nell’universo Dada e Surrealista, dalla negazione di ogni valore e dell’arte stessa, tipica dei primi, ai sogni spaesanti dei secondi.
 
Un viaggio scandito da una decina di temi, come l’amour fou, la trasgressione erotica e l’inconscio, ma anche la “reinvenzione dell’uomo” e l’approccio alla natura, che diventa immersione totale grazie a una contestualizzazione ad ampio raggio: riviste originali e rivoluzionarie, pamphlet di “furente polemica”, versi poetici, spezzoni di film e brani musicali restituiscono l’atmosfera e gli aspetti in ombra di una stagione dirompente.
Tutte da scoprire le monumentali opere di Dalì e le sculture di Jean Arp, le tele provocatorie di Picabia e i collage astratti di Schwitters, le foto e i ready made di Man Ray, le scatole di Duchamp, i quadri subacquei di Tanguy, fino a cult come le bambole di Bellmer e le pagine della rivista Minotaure.
 
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