A Napoli fino al 2 novembre
Doppio Caravaggio. A Capodimonte un dialogo tra l'Ecce Homo e la Flagellazione di Cristo

Michelangelo Merisi (Caravaggio), Ecce Homo (dopo il restauro), 1605-09, Olio su tela, 111 x 86 cm | Courtesy of the private collection
Samantha De Martin
25/07/2025
Napoli - Dopo avere incrociato oltre 450mila spettatori, in occasione della mostra romana da poco conclusasi a Palazzo Barberini, l’Ecce Homo di Caravaggio fa tappa a Napoli, la città nella quale, quattro secoli fa, fu realizzato.
Riscoperto nel 2021 a Madrid, il capolavoro sarà fino al 2 novembre l’Ospite speciale del Museo e Real Bosco di Capodimonte, in dialogo con la Flagellazione di Cristo, dipinta dal Merisi.
"Capodimonte Doppio Caravaggio", questo il titolo dell’appuntamento, omaggio alle celebrazioni per i 2500 anni della città, promosso in collaborazione con il Comune di Napoli, accoglie i due gioielli realizzati durante i soggiorni napoletani del Merisi (tra il 1606/1607 e il 1609).
Protagonista, negli ultimi anni, del dibattito scientifico e mediatico mondiale, dopo l’attribuzione l’Ecce Homo spagnolo era stato subito esposto al Museo del Prado a Madrid, per volere del nuovo proprietario, e attualmente può lasciare la Spagna solo per eccezionali occasioni.
Prima della scoperta giaceva nel salotto di una casa privata. Nel 2021 venne messo in vendita con una base d’asta di 1500 euro come opera di ‘scuola di Ribera’. Dopo la pubblicazione, ad opera della casa d’arte spagnola Ansorena, di un catalogo con il capolavoro, un fervido tam tam vide coinvolti i principali esperti del pittore, inclusi mercanti d’arte e curatori di museo da tutto il mondo. Mentre il quadro consolidava sempre più la sua reputazione di originale perduto di Caravaggio, il governo spagnolo ne sanciva la non esportabilità, vincolandone, quindi, la permanenza sul suo territorio.
Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Flagellazione, 1607, olio su tela, 213x266 cm. Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte I Per gentile concessione del FEC-Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno
Acquistato nell’estate del 2024 da un filantropo britannico residente in Spagna, l’Ecce Homo è esposto adesso in una sala dedicata del Museo del Prado di Madrid.
Nonostante già Roberto Longhi, nei suoi studi fondativi sul pittore, avesse pubblicato un’immagine di una copia del quadro di Madrid, intravedendo, primo fra tutti, tutta la forza di un’autentica idea caravaggesca ancora da rintracciare, lo studio sulla storia del dipinto si deve interamente a Maria Cristina Terzaghi che ne ha rintracciato il passaggio nell’Ottocento dall’Academia San Fernando di Madrid e che ha proposto di riconoscere lo stesso in un Ecce Homo di Caravaggio appartenuto a un viceré di Napoli – Garcia Avellaneda y Haro – alla metà del Seicento.
Nel quadro di Madrid, Caravaggio allestisce le figure in profondità, suggerendo una loggia buia da cui si sporge Ponzio Pilato, mentre un aguzzino con la bocca aperta lo spoglia per esibirne il corpo martoriato. L’importanza del dipinto è attestata dalla ripresa di alcune pose nella pala della Stella del 1607-1608 di Battistello Caracciolo (1578-1635), tra i più fedeli seguaci di Caravaggio e che ebbe anche rapporti diretti con l’artista durante i suoi soggiorni napoletani. Ecco perché nella stessa sala i visitatori troveranno esposto anche l’Ecce Homo del collega napoletano, proveniente dai depositi di Capodimonte.
“Appena abbiamo saputo che l’Ecce Homo sarebbe arrivato in Italia - spiega Eike Schmidt, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte - ci siamo messi al lavoro per averlo a Napoli al termine della mostra del Giubileo per la quale ci era stata richiesta la Flagellazione. Le celebrazioni dei 2500 anni di Napoli sono stata un’ulteriore motivazione per la realizzazione di questa iniziativa. La nostra politica dei prestiti sarà sempre improntata al protagonismo di Capodimonte e all’esaltazione del suo patrimonio. In particolare, questo ospite speciale per il quale ringraziamo il Ministero della cultura spagnolo e il Museo del Prado, è anche un’occasione di confronto unica che illustra e documenta la fortuna napoletana del modello caravaggesco".
Riscoperto nel 2021 a Madrid, il capolavoro sarà fino al 2 novembre l’Ospite speciale del Museo e Real Bosco di Capodimonte, in dialogo con la Flagellazione di Cristo, dipinta dal Merisi.
"Capodimonte Doppio Caravaggio", questo il titolo dell’appuntamento, omaggio alle celebrazioni per i 2500 anni della città, promosso in collaborazione con il Comune di Napoli, accoglie i due gioielli realizzati durante i soggiorni napoletani del Merisi (tra il 1606/1607 e il 1609).
Protagonista, negli ultimi anni, del dibattito scientifico e mediatico mondiale, dopo l’attribuzione l’Ecce Homo spagnolo era stato subito esposto al Museo del Prado a Madrid, per volere del nuovo proprietario, e attualmente può lasciare la Spagna solo per eccezionali occasioni.
Prima della scoperta giaceva nel salotto di una casa privata. Nel 2021 venne messo in vendita con una base d’asta di 1500 euro come opera di ‘scuola di Ribera’. Dopo la pubblicazione, ad opera della casa d’arte spagnola Ansorena, di un catalogo con il capolavoro, un fervido tam tam vide coinvolti i principali esperti del pittore, inclusi mercanti d’arte e curatori di museo da tutto il mondo. Mentre il quadro consolidava sempre più la sua reputazione di originale perduto di Caravaggio, il governo spagnolo ne sanciva la non esportabilità, vincolandone, quindi, la permanenza sul suo territorio.

Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Flagellazione, 1607, olio su tela, 213x266 cm. Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte I Per gentile concessione del FEC-Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno
Acquistato nell’estate del 2024 da un filantropo britannico residente in Spagna, l’Ecce Homo è esposto adesso in una sala dedicata del Museo del Prado di Madrid.
Nonostante già Roberto Longhi, nei suoi studi fondativi sul pittore, avesse pubblicato un’immagine di una copia del quadro di Madrid, intravedendo, primo fra tutti, tutta la forza di un’autentica idea caravaggesca ancora da rintracciare, lo studio sulla storia del dipinto si deve interamente a Maria Cristina Terzaghi che ne ha rintracciato il passaggio nell’Ottocento dall’Academia San Fernando di Madrid e che ha proposto di riconoscere lo stesso in un Ecce Homo di Caravaggio appartenuto a un viceré di Napoli – Garcia Avellaneda y Haro – alla metà del Seicento.
Nel quadro di Madrid, Caravaggio allestisce le figure in profondità, suggerendo una loggia buia da cui si sporge Ponzio Pilato, mentre un aguzzino con la bocca aperta lo spoglia per esibirne il corpo martoriato. L’importanza del dipinto è attestata dalla ripresa di alcune pose nella pala della Stella del 1607-1608 di Battistello Caracciolo (1578-1635), tra i più fedeli seguaci di Caravaggio e che ebbe anche rapporti diretti con l’artista durante i suoi soggiorni napoletani. Ecco perché nella stessa sala i visitatori troveranno esposto anche l’Ecce Homo del collega napoletano, proveniente dai depositi di Capodimonte.
“Appena abbiamo saputo che l’Ecce Homo sarebbe arrivato in Italia - spiega Eike Schmidt, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte - ci siamo messi al lavoro per averlo a Napoli al termine della mostra del Giubileo per la quale ci era stata richiesta la Flagellazione. Le celebrazioni dei 2500 anni di Napoli sono stata un’ulteriore motivazione per la realizzazione di questa iniziativa. La nostra politica dei prestiti sarà sempre improntata al protagonismo di Capodimonte e all’esaltazione del suo patrimonio. In particolare, questo ospite speciale per il quale ringraziamo il Ministero della cultura spagnolo e il Museo del Prado, è anche un’occasione di confronto unica che illustra e documenta la fortuna napoletana del modello caravaggesco".
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