Gaillard: l'archeologo delle rovine della modernità

© Cyprien Gaillard
08/11/2012
Milano - Cyprien Gaillard ha poco più di trent’anni ma ha una grande attrazione per gli edifici abbandonati o che stanno per essere demoliti. Subisce il fascino dei ruderi e del decadimento, come ai tempi del Romanticismo. Archeologo delle rovine della modernità, viene definito, infatti.
Le sue opere, apprezzatissime dalla critica che ne ha fatto un astro nascente nel panorama artistico internazionale, sono dedicate proprio a una sorta di censimento di questi edifici, che va documentando con un sguardo lucido e nello stesso tempo capace di cogliere le valenze scenografiche dei luoghi.
La carica simbolica e poetica che si nasconde nei paesaggi metropolitani, nelle periferie degradate, negli edifici industriali dismessi è al centro del lavoro di Gaillard che si svolge tutto al di fuori di un laboratorio, perché profondamente calato nel contesto antropizzato della quotidianità.
Da questi presupposti nasce il progetto Rubble and Revelation – Rivelazioni e Rovine per la Fondazione Nicola Trussardi, prima grande mostra personale di Cyprien Gaillard in un’istituzione italiana. Ne è curatore Massimiliano Gioni, che il prossimo anno dirigerà la Biennale d’Arte di Venezia. A ospitare l’esposizione sono gli spazi carichi di memoria del panificio militare della Caserma XXIV Maggio, a Milano, un'affascinante testimonianza di architettura industriale, contraddistinta da 6 alte ciminiere in mattoncini rossi che svettano al di sopra dei tetti. L’edificio fu realizzato in stile neo-romanico nel 1898 e dismesso nel 2005 dopo essere stato utilizzato per più di un secolo per la produzione di pane per tutte le caserme della Lombardia e, durante la Seconda guerra mondiale, per il sostentamento all’intera città.
Nicoletta Speltra
Le sue opere, apprezzatissime dalla critica che ne ha fatto un astro nascente nel panorama artistico internazionale, sono dedicate proprio a una sorta di censimento di questi edifici, che va documentando con un sguardo lucido e nello stesso tempo capace di cogliere le valenze scenografiche dei luoghi.
La carica simbolica e poetica che si nasconde nei paesaggi metropolitani, nelle periferie degradate, negli edifici industriali dismessi è al centro del lavoro di Gaillard che si svolge tutto al di fuori di un laboratorio, perché profondamente calato nel contesto antropizzato della quotidianità.
Da questi presupposti nasce il progetto Rubble and Revelation – Rivelazioni e Rovine per la Fondazione Nicola Trussardi, prima grande mostra personale di Cyprien Gaillard in un’istituzione italiana. Ne è curatore Massimiliano Gioni, che il prossimo anno dirigerà la Biennale d’Arte di Venezia. A ospitare l’esposizione sono gli spazi carichi di memoria del panificio militare della Caserma XXIV Maggio, a Milano, un'affascinante testimonianza di architettura industriale, contraddistinta da 6 alte ciminiere in mattoncini rossi che svettano al di sopra dei tetti. L’edificio fu realizzato in stile neo-romanico nel 1898 e dismesso nel 2005 dopo essere stato utilizzato per più di un secolo per la produzione di pane per tutte le caserme della Lombardia e, durante la Seconda guerra mondiale, per il sostentamento all’intera città.
Nicoletta Speltra
COMMENTI
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Milano | Dal 14 al 16 aprile la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano
Torna miart: verso (e oltre) il 2023 in "Crescendo"
-
Milano | Doppio appuntamento in Italia per l’artista francese
JR sbarca a Milano con l'Inside Out Project
-
Udine | Presentato il programma 2023 del sito Unesco
Ad Aquileia, per un anno di archeologia
-
Varese | Fino al 18 giugno presso il Museo arte Gallarate (Varese)
Andy Warhol, genio a tutto tondo, si racconta al MAGA
-
Milano | Fino al 19 febbraio alla Fondazione Stelline il primo capitolo della trilogia Extinction
Max Papeschi racconta l'estinzione della razza umana, tra gnomi di terracotta e intelligenza artificiale
-
Brescia | Il 29 gennaio l’apertura al pubblico nel Castello della città
Un viaggio tra passato e contemporaneità. A Brescia nelle sale del nuovo Museo del Risorgimento