Dal 15 marzo al 16 giugno in mostra alla GAM

Il divisionismo di Morbelli protagonista a Milano

Angelo Morbelli, La prima lettera, 1890 - 1891, Olio su tela, Milano, Collezione privata
 

Francesca Grego

15/03/2019

Milano - Osservazione della realtà, temi sociali, inquietudini esistenziali e un nuovo sguardo sul mistero e sul fantastico, carico di echi letterari. Se aggiungiamo a tutto questo la sperimentazione di tecniche e linguaggi pittorici il quadro è completo. Sono passati esattamente 100 anni dalla scomparsa di Angelo Morbelli, maestro del Divisionismo e della pittura italiana a cavallo tra due secoli, e la GAM di Milano gli rende omaggio con un’attesa retrospettiva visitabile da oggi, venerdì 15 marzo, al prossimo 16 giugno.
Al piano terra della Villa Reale, recentemente rinnovata da un restauro che ne valorizza decorazioni e pavimenti originali, va in scena un itinerario che ai capolavori del museo milanese accosta prestigiosi prestiti dal Musée d’Orsay di Parigi, dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
 
Al centro di un progetto dal solido impianto curatoriale c’è la modernità di Morbelli, la sensibilità che lo orientò verso nuovi contenuti e modalità espressive, “la sua capacità di descrivere in modo asciutto, concreto, privo di particolari sentimentalismi, la realtà del momento. E Milano in particolare”, ha sottolineato la curatrice Paola Zatti.
Articolata in sei sezioni, la mostra sviluppa gli aspetti salienti della produzione dell’artista, dalle ricerche sul Divisionismo e sulla “prospettiva dell’aria” – che lo videro in prima linea con esperimenti originali e perfino con l’invenzione di nuove vernici – all’attenzione per fatti di cronaca e fenomeni sociali ancora poco indagati come la prostituzione giovanile.
 
Paesaggi, ritratti, luoghi urbani come La Stazione Centrale di Milano, intense scene di vita come quella di I Vecchioni del Pio Albergo Trivulzio si alternano in un percorso di riscoperta, a 60 anni dall’ultima esposizione monografica milanese dedicata al pittore.
Da non perdere il confronto con le opere di altri grandi protagonisti della scena di fine Ottocento: a partire da Giuseppe Pellizza da Volpedo, con cui Morbelli intrecciò una solida amicizia e un fecondo dialogo sulla pittura, a Medardo Rosso e Vittore Grubicy de Dragon, che fu un collega con cui scambiare impressioni ma anche un prezioso referente sul mercato.
 
Per chi desidera saperne di più su un artista che seppe coniugare ai fermenti della nuova pittura le suggestioni letterarie del Verismo, del Simbolismo e della Scapigliatura, il viaggio continua nelle gallerie di Milano, sua città d’adozione.
L’anno di Morbelli è infatti al centro del calendario primaverile di Bottegantica e di Enrico Gallerie d’Arte. Nel primo caso con un’ampia indagine sul paesaggio, tra i generi favoriti dal maestro (Angelo Morbelli. Luci e Colori), nel secondo con famosi dipinti e capolavori che tornano visibili per la prima volta dopo oltre un secolo (Angelo Morbelli. Tra Verismo e impegno sociale, fino al 13 aprile), in una mostra realizzata in collaborazione con il neo-nato Archivio Angelo Morbelli.
È questa un’altra novità del centenario dell’artista piemontese: dopo 30 anni di ricerche, sono finalmente riuniti oltre mille dipinti, disegni, lettere e fotografie che permetteranno a un team di esperti di creare il catalogo ragionato dell’opera del pittore divisionista. Un progetto ancora in progress, che invita i collezionisti a fornire informazioni e immagini dei quadri di loro proprietà per incrementare e aggiornare il materiale raccolto finora, contribuendo alla conoscenza di un artista che ha lasciato dietro di sé domande ancora aperte.
 
Promossa dal Comune di MilanoICultura, ideata e prodotta dalla GAM, la mostra Angelo Morbelli 1853-1919 si inserisce nelle iniziative di Milano Art Week, in programma dall’1 al 7 aprile: in questa occasione il percorso della Galleria Nazionale d’Arte Moderna sarà arricchito da un ciclo di incontri e visite guidate dedicate all’opera del maestro piemontese.

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